Piazza Affari, lunedì 5 luglio: chiusura in rialzo, bene Mediobanca, giù Hera

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata. 

chiusura borsa
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Gettyimages)

La Borsa di Milano chiude la prima seduta della settimana con una performance positiva, nel contesto di una giornata caratterizzata dalla chiusura dei mercati finanziari statunitensi, in quanto negli Stati Uniti si continua a festeggiare l’“Indipendence Day”. Dopo una partenza poco brillante, con il Ftse Mib in territorio negativo, Piazza Affari ha accelerato al rialzo in tarda mattinata, dopo la pubblicazione dei dati relativi agli indici PMI (Purchasing Managers Indexes) del settore dei servizi dei principali Paesi dell’Eurozona, che hanno evidenziato una espansione del settore, attenuando le preoccupazioni degli investitori legate alla diffusione della variante Delta del Covid-19. Fattore, quest’ultimo, che continua a rimanere sullo sfondo dello scenario, ancora positivo, dei mercati azionari, ma che, in caso dovesse determinare nuove intense ondate della pandemia nell’area euro e negli Stati Uniti (come già sta accadendo in Inghilterra), potrebbe rappresentare la causa scatenante della correzione ribassista dei mercati, attesa già tra maggio e giugno, ma che in realtà non si è ancora concretizzata.

Come indicato nel calendario economico, alle ore 09:45 è stato rilasciato il dato relativo all’indice dei responsabili degli acquisti del settore dei servizi italiano: è emerso un valore pari a 56,7, superiore rispetto alle attese degli analisti (56,0) e anche in confronto alla lettura precedente (53,1). E’ risultato superiore al valore di 50, spartiacque tra espansione e contrazione del settore di riferimento, anche il dato riguardante l’indice PMI dei servizi francese, britannico, tedesco e dell’intera Eurozona. Per quanto riguarda la Germania, il dato effettivo dell’indice PMI ha leggermente deluso le aspettative (57,5 a fronte di una stima di 58,1) ma, comunque, si tratta di una lettura positiva, in quanto sinonimo di una crescita del volume di attività nel settore terziario. Da segnalare la crescita del dato riguardante l’Eurozona dal 55,2, registrato a maggio, al 58,3 rilevato con riferimento al mese di giugno. In sintesi, considerando anche i dati macroeconomici pubblicati nei giorni scorsi, possiamo affermare che l’economia europea sta dando segnali di ripresa, ma vi è l’incognita legata alla variante Delta, molto più aggressiva rispetto alle precedenti, che rappresenta una minaccia concreta a questo tentativo di ripartenza economica.

La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Milano

Queste le performance registrate, in chiusura di seduta e su base giornaliera, dai principali indici azionari europei:

  • FTSE MIB (Milano): +0,63% a quota 25.441,34 punti indice
  • FTSE 100 (Londra): +0,58%
  • IBEX 35 (Madrid): +0,44%
  • CAC 40 (Parigi): +0,22%
  • DAX (Francoforte): +0,08%
  • SMI (Zurigo): +0,02%

L‘Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta sui livelli della vigilia, a quota 4.087,37 punti (+0,07%). Questo evidenzia ulteriormente come la Borsa di Milano oggi abbia performato meglio rispetto alla media delle altre principali borse europee.

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Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli azionari più acquistati durante questa seduta, tra quelli inclusi nel listino principale della Borsa di Milano, sono stati i seguenti:

  • Mediobanca: +2,43%
  • Unicredit: +1,74%
  • Banco Bpm: +1,62%
  • Pirelli: +1,48%
  • Poste Italiane: +1,43%
  • Intesa San Paolo: +1,41%
  • Stellantis: +1,40%
  • Buzzi Unicem: +1,20%
  • STMicroelectronics: +1,00%
  • Finecobank: +0,95%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I maggiori ribassi, invece, sono stati registrati dai seguenti titoli:

  • Hera: -2,64%
  • DiaSorin: -1,07%
  • Moncler: -0,94%
  • Amplifon: -0,91%
  • Campari: -0,84%
  • Ferrari: -0,49%
  • Prysmian: -0,43%
  • Telecom Italia: -0,26%
  • Atlantia: -0,25%

Altre notizie dai principali mercati finanziari: sale il petrolio, a causa del fallimento dell’OPEC+

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bundovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, risulta in leggero ribasso e si attesta a quota 105 punti base, in calo di 1 punto rispetto alla chiusura di venerdì: il rendimento del Btp risulta pari a +0,80%, mentre il rendimento del Bund sale a -0,25%.

Scende la quotazione del Bitcoin, che rimane ancora in un contesto caratterizzato da incertezza e movimenti laterali, con i prezzi che, ormai da quasi due mesi, oscillano nell’area di trading range delimitata dal livello di supporto dei 30.000 dollari e dal livello di resistenza dei 40.800 dollari. Sono questi due i livelli da monitorare per ottenere segnali operativi nel mercato del Bitcoin: sarà possibile esporsi al rialzo in caso di rottura rialzista della resistenza, o al ribasso in caso di rottura ribassista del supporto. In entrambi i casi, la rottura deve avvenire in chiusura di una candela giornaliera. Attualmente il Bitcoin quota 33.655 dollari circa, corrispondenti ad una performance di -4,63% su base giornaliera.

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Nel mercato valutario, rimane stabile il cambio Euro/Dollaro USA, che viene scambiato ad un tasso di 1,1867, corrispondente ad una variazione su base giornaliera di +0,03%. Il trend resta ancora ribassista, a partire dall’ultimo meeting della Federal Reserve, in cui è emerso che la banca centrale statunitense ha in programma, ad oggi, di effettuare il primo rialzo dei tassi di interesse già nel 2023 e che i rialzi, nello stesso anno, potrebbero essere anche due. Però, con la chiusura rialzista di venerdì scorso, sul grafico giornaliero dell’Eur/Usd si è concretizzato un pattern di divergenza rialzista tra l’oscillatore RSI e i prezzi, che potrebbe determinare un rimbalzo della valuta europea.

Per quanto riguarda le materie prime, in rialzo il prezzo dell’oro, che continua la fase di ripresa dopo il ribasso osservato nella seconda metà di giugno. Attualmente quota 1.792 dollari l’oncia, con una performance su base giornaliera di +0,49%. Ancora impostato al rialzo anche il prezzo del petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 76,56 dollari al barile, con una performance di +1,69% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 77,16 dollari al barile, con una variazione di +1,30% rispetto al valore di chiusura di venerdì scorso. Questo nuovo movimento rialzista del petrolio (destinato probabilmente a continuare, se i fondamentali non cambiano) è stato determinato dal mancato accordo, nell’ambito dell’OPEC+, sulla rimozione dei limiti alla produzione, i quali rimarranno ancora in vigore, impedendo un incremento dell’offerta, che avrebbe consentito di soddisfare la crescente domanda di petrolio greggio. Dopo diversi giorni di trattative, infatti, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio ha interrotto il meeting in corso, in quanto non è riuscita a risolvere una controversia esistente tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi, membri chiave dell’OPEC, perdendo così la possibilità di immettere sul mercato nuovi barili di petrolio per soddisfare la crescente domanda. Non vi è ancora un accordo, inoltre, sulla data della prossima riunione dell’organizzazione.

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