Piazza Affari, martedì 28 settembre: chiusura in netto ribasso, si salva Eni

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. I temi principali di giornata, con focus sulla crisi energetica cinese.

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Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Seduta fortemente negativa quella odierna per le principali borse europee e, in questa prima parte della sessione americana, anche per Wall Street. La Borsa di Milano perde oltre il 2%, in un contesto caratterizzato da un’ondata di vendite nei mercati azionari, a causa, principalmente, della possibile crisi energetica cinese, che potrebbe determinare la riduzione della produzione e delle forniture di prodotti di consumo in tutto il mondo, essendo la Cina il più importante Paese esportatore al mondo.

In oltre metà delle province cinesi, soprattutto nell’est del Paese, si sta verificando una importante riduzione delle forniture di energia, sia a causa della scarsa disponibilità di scorte di combustibili fossili e, in generale, di materie prime (da cui deriva il forte aumento dei prezzi) sia per rispettare le limitazioni, imposte dal governo centrale, alle emissioni di anidride carbonica e di altri gas inquinanti. Questa situazione riguarda, principalmente, le province dello Jiangsu, dello Zhejiang e del Guangdong, che producono quasi un terzo del Prodotto Interno Lordo (PIL) cinese. Secondo gli analisti, la minore produzione porterà ad un’ulteriore crescita dei prezzi per numerosi beni, già aumentati nei mesi scorsi a causa del costante aumento del costo delle materie prime. A proposito di ciò, continua il rally del petrolio (Brent ai massimi degli ultimi 3 anni) e del gas naturale, che registra un rialzo del 7%.

Diverse aziende cinesi hanno rallentato o interrotto la produzione, prevedendo di non tornare a pieno regime per diversi giorni. Gli esperti di Goldman Sachs, proprio in considerazione di quanto appena descritto e delle incertezze legate al caso Evergrande, hanno rivisto al ribasso le stime crescita del PIL cinese, per quanto riguarda il 2021, dal precedente +8,2% al +7,8%.

La chiusura dei mercati azionari europei: il peggiore è Madrid

Queste le performance registrate, su base giornaliera, dai principali indici azionari europei:

  • IBEX 35 (Madrid): -2,59%
  • CAC 40 (Parigi): -2,17%
  • FTSE MIB (Milano): -2,14% a quota 25.573,25 punti indice
  • DAX (Francoforte): -2,09%
  • SMI (Zurigo): -1,76%
  • FTSE 100 (Londra): -0,50%

L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle più importanti società europee per capitalizzazione di mercato, conclude la seduta in ribasso del 2,56%, a quota 4.058,82 punti, evidenziando il clima di sfiducia che ha prevalso oggi nei mercati azionari europei.

Titoli migliori del Ftse Mib

Unico titolo, tra quelli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, che chiude la seduta odierna con una performance positiva è Eni, in rialzo dello 0,7%, grazie soprattutto al rialzo del prezzo del petrolio, che sta sostenendo i titoli legati al settore petrolifero.

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli azionari più colpiti dalle vendite, invece, sono stati i seguenti:

  • Amplifon: -5,15%
  • STMicroelectronics: -5,02%
  • Nexi: -4,12%
  • Unicredit: -3,97%
  • Interpump Group: -3,89%
  • Diasorin: -3,07%
  • Stellantis: -2,98%
  • Moncler: -2,90%
  • Finecobank: -2,74%
  • Banco Bpm: -2,65%

Wall Street frenata da previsioni di rialzo dei tassi di interesse

In forte calo anche i principali indici azionari statunitensi, in ribasso, oltre che per la situazione legata alla Cina e descritta in apertura, anche a causa delle aspettative di rialzo dell’inflazione e dei tassi di interesse, previsti in aumento già dal 2022. Queste aspettative hanno generato un’impennata dei rendimenti obbligazionari, nonostante il governatore della Fed, Jerome Powell, abbia rassicurato ripetutamente gli investitori sulla natura transitoria delle pressioni inflazionistiche registrate in questo 2021: secondo la banca centrale, infatti, l’inflazione, già dal prossimo anno, rallenterà attestandosi attorno al 2%.

Queste le performance evidenziate, alle 19:00 ora italiana, dai principali indici di Wall Street:

  • Nasdaq 100: -2,80%
  • S&P 500: -2,15%
  • Dow Jones: -1,71%

Segnali poco incoraggianti dal rapporto sulla fiducia dei consumatori, da cui è emerso un dato pari 109,3, inferiore rispetto al precedente 115,2 e al valore stimato dagli analisti, pari a 114,5. Per informazioni sugli eventi e sui dati macroeconomici più attesi della settimana in corso, è possibile consultare il calendario economico.

Altre notizie dai principali mercati finanziari: in forte rialzo i rendimenti obbligazionari

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a quota 106 punti base, in rialzo di quattro punti rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp sale a +0,86%, mentre il rendimento del Bund si attesa a -0,20%. In forte rialzo, come già anticipato, anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), che raggiunge livelli toccati l’ultima volta lo scorso mese di giugno. Il rendimento del T-Note risulta pari a +1,53%, in aumento di 5 punti base rispetto all’ultimo valore di chiusura.

Ancora impostazione ribassista nel mercato del Bitcoin, che si avvicina “pericolosamente” al cruciale livello di supporto posizionato tra i 40.000 e i 41.000 dollari. La tenuta di questa area è fondamentale al fine di scongiurare nuovi affondi ribassisti della criptovaluta più famosa, per la quale, invece, un segnale di forza sarebbe rappresentato dal recupero di area 48.500 dollari. Il Bitcoin quota 41.180 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -2,40%.

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Nel mercato valutario, scende ancora il cambio Euro/Dollaro Usa, a causa delle aspettative di rialzo dei tassi di interesse Usa, previsto in abbondante anticipo rispetto ai tassi dell’area euro. Questo fa sì che la valuta statunitense si rafforzi rispetto a quella europea, trascinando al ribasso il tasso di cambio, pari attualmente a 1,1683 dollari, corrispondenti ad una performance di -0,10% rispetto al livello di chiusura dell’ultima seduta.

Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, scende il prezzo dell’oro, proprio a causa dell’apprezzamento del dollaro. L’oro quota 1.736 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -0,78% rispetto all’ultimo valore di chiusura. In leggero ribasso, imputabile a prese di profitto degli operatori, il prezzo del petrolio, reduce da un forte rally, partito a fine agosto, ed innescato dalle previsioni di eccesso di domanda, cui il mercato del petrolio va incontro, in quanto gli analisti ritengono che gli attuali livelli di offerta non saranno sufficienti a soddisfare una domanda di petrolio che, nei prossimi anni, è prevista in costante crescita. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 75,38 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -0,29% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 78,33 dollari al barile, con una variazione di -0,50% rispetto al prezzo di chiusura di ieri.

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