Piazza Affari, mercoledì 10 novembre: chiusura positiva, vola Mediaset dopo la trimestrale

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.

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Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Gettyimages)

Seduta positiva per le borse europee, con i principali indici che chiudono la seduta in rialzo, ma non molto distanti dalla parità. Il sentiment di fondo nei mercati azionari resta sicuramente positivo, ma è evidente, in questa prima parte di settimana, un rallentamento delle borse rispetto all’intenso rialzo avvenuto nelle settimane precedenti. Frenata legata, principalmente, ai timori legati ad un’inflazione che non dà ancora segnali di cedimento, a livello globale, e che scoraggia gli operatori dal continuare ad acquistare azioni con volumi importanti, a maggior ragione considerando le quotazioni record raggiunte dalle borse, dopo l’ultimo impulso rialzista partito a inizio ottobre, che ha dato seguito al rally osservato già da inizio anno. Quanto più i prezzi sono elevati, minore è l’interesse degli investitori nel continuare ad acquistare l’asset: questa, in breve, è la dinamica che determina un alternarsi di impulsi e correzioni nei mercati, fermo restando la tendenza fortemente rialzista osservata nell’ultimo anno e mezzo.

Da segnalare, a Piazza Affari, l’ottima performance di Mediaset, che chiude in rialzo del 6,86%, a quota 2,648 euro per azione. La salita del titolo è stata innescata dai risultati trimestrali superiori alle attese, pubblicati oggi. Mediaset ha ottenuto, nel trimestre luglio-settembre 2021, dei ricavi pari a 605,4 milioni di euro (+8,8% rispetto al trimestre precedente) e un utile netto di 47,1 milioni (in netto aumento rispetto ai 29,4 milioni del secondo trimestre). Come affermato dai dirigenti, questo 2021 si è rivelato per Mediaset un anno di deciso rafforzamento dei risultati finanziari.

La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Londra

Ecco le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • FTSE 100 (Londra): +0,91%
  • IBEX 35 (Madrid): +0,74%
  • FTSE MIB (Milano): +0,44% a quota 27.561,00 punti indice
  • SMI (Zurigo): +0,27%
  • DAX (Francoforte): +0,17%
  • CAC 40 (Parigi): +0,03%

L’Euro Stoxx 50, affidabile indicatore del sentiment prevalente nelle borse europee, evidenzia una performance di +0,10%, chiudendo a quota 4.348,82 punti.

Titoli migliori del Ftse Mib

Tra i titoli azionari appartenenti al listino principale della Borsa di Milano, i più acquistati di giornata sono stati:

  • Stellantis: +2,53%
  • Cnh  Industrial: +1,86%
  • Telecom Italia: +1,67%
  • A2a: +1,54%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: +1,51%
  • Unipol: +1,50%
  • Snam: +1,48%
  • Inwit: +1,46%
  • Unicredit: +1,30%
  • Nexi: +1,24%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli più colpiti dalle vendite, invece, sono stati:

  • Tenaris: -3,32%
  • Banca Generali: -2,15%
  • STMicroelectronics: -1,96%
  • Moncler: -1,09%
  • Amplifon: -1,01%
  • Interpump Group: -0,89%
  • Hera: -0,85%
  • Atlantia: -0,85%
  • Prysmian: -0,80%
  • Bper Banca: -0,49%

Stati Uniti: l’inflazione da record spaventa Wall Street

Segnali di debolezza più evidenti a Wall Street, rispetto alle borse europee. Dopo oltre un mese di salita ininterrotta, gli indici statunitensi si allontanano dai massimi storici e si avviano verso la seconda chiusura consecutiva in ribasso, evento che non si verificava dai primi di ottobre.

Queste le performance evidenziate dai tre principali indici Usa, alle 19:10 ora italiana:

  • Dow Jones: -0,34%
  • S&P 500: -0,46%
  • Nasdaq 100: -0,60%

Le vendite si sono intensificate, oggi, dopo il rilascio dei dati relativi all’indice dei prezzi al consumo (IPC), che hanno evidenziato un ulteriore aumento dell’inflazione, superiore anche alle stime degli analisti. Nel mese di ottobre, infatti, l’IPC è salito, rispetto al mese precedente, dello 0,9%: il dato di settembre era stato pari a +0,4% e le previsioni erano di +0,6%. L’IPC core (non considera il prezzo dei beni energetici ed alimentari), sempre su base mensile, è aumentato dello 0,6%, a fronte di una stima di +0,4% e di una lettura precedente di +0,2%. Su base annuale, invece, l’IPC core, dato monitorato con grande attenzione dalla Fed, è cresciuto del 4,6%: gli analisti si attendevano un dato di +4,3% e a settembre era stato rilevato un aumento del 4,0%. Per trovare una lettura superiore a questa dell’IPC core, su base annua, bisogna tornare indietro addirittura al 1990. A questo va aggiunto che anche in Cina e Germania sono stati rilevati incrementi dell’indice dei prezzi al consumo che non si vedevano da oltre 20 anni, rispettivamente dal 1996 e dal 1993.

Notizie dagli altri mercati: nuovo record del Bitcoin, Euro/Dollaro sotto la soglia di 1,15

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a 117 punti base, in rialzo di quattro punti rispetto alla chiusura della seduta precedente. Il rendimento del Btp sale a+0,88%; in aumento anche il rendimento del Bund, che si attesta a -0,29%. In netto rialzo anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,55%, in aumento di ben dodici punti base rispetto alla chiusura della scorsa seduta.

Spinge ancora al rialzo il prezzo del Bitcoin, che tocca un nuovo massimo storico, dopo il moderato ribasso di ieri. Il massimo storico è pari a 69.000 dollari, ma è molto probabile che venga aggiornato nuovamente nelle prossime ore. La criptovaluta più famosa quota attualmente 68.200 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +1,90%.

Nel mercato valutario, in netto calo il cambio Euro/Dollaro Usa, ai minimi da luglio 2020, dopo i dati che hanno evidenziato un’inflazione ancora in forte aumento e che potrebbero costringere la Fed ad anticipare il primo rialzo dei tassi di interesse post pandemia, attualmente previsto per la seconda metà del 2022. Il cambio più utilizzato dai traders del Forex quota 1,1490 dollari, corrispondenti ad una performance di -0,87% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.

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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, sale il prezzo dell’oro, che quota 1.842 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,55% rispetto alla chiusura della seduta precedente. In netto ribasso, invece, il prezzo del petrolio, nonostante il dato sulla variazione settimanale delle scorte di petrolio greggio, detenute in magazzino dalle aziende statunitensi, abbia evidenziato un aumento di soltanto 1.000.000 di barili, inferiore rispetto alle stime degli analisti, che prevedevano un incremento delle scorte pari a 2.125.000 barili. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 81,88 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -3,40% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 82,94 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -2,17% rispetto all’ultimo valore di chiusura.

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