Piazza Affari, venerdì 12 novembre: chiusura in verde, sale Pirelli dopo la trimestrale

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.

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Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

La Borsa di Milano chiude con una performance positiva l’ultima seduta di una settimana caratterizzata dal rallentamento della forte salita avvenuta nei mercati azionari, a partire dai primi di ottobre. Per le borse europee, quella odierna è stata una seduta caratterizzata dall’incertezza, viste le performance contrastanti evidenziate dagli indici in chiusura.

Le quotazioni molto elevate raggiunte dai principali listini, dunque non più particolarmente attraenti per gli investitori, in un contesto nel quale l’inflazione continua a salire (soprattutto negli Stati Uniti, ma anche nell’Eurozona e in Cina) e i contagi da Covid-19 tornano a generare preoccupazione in tutto il mondo, hanno determinato la peggior performance settimanale dall’ultima settimana di settembre, sia per il Ftse Mib che per Wall Street (da confermare in chiusura della sessione americana). Si tratta, va detto, soltanto di un moderato ribasso, definibile come fisiologico, dato il rally molto intenso che ha avuto luogo nei mercati azionari che, come un podista dopo un forte allungo, hanno bisogno di una pausa prima di tornare a correre al ritmo tenuto in precedenza. Il Ftse Mib chiude la settimana con una performance di -0,23%, rispetto alla chiusura di venerdì scorso.

A Piazza Affari, anche oggi l’attenzione è stata focalizzata sulle trimestrali. Pirelli si afferma come miglior titolo di giornata, raggiungendo i massimi da oltre due anni, dopo la pubblicazione di risultati del terzo trimestre migliori delle attese, che hanno consentito alla società di effettuare una nuova revisione al rialzo delle stime relative all’intero anno. In netto ribasso, invece, Telecom Italia, in seguito all’annuncio, da parte della stessa società, che smentisce le indiscrezioni di negoziazioni in corso per la realizzazione del progetto rete unica. “Non è in corso alcuna negoziazione relativa alla rete o altri asset strategici”, ha affermato il CdA di Telecom in una nota, spingendo molti investitori esposti al rialzo, per speculare sulla concretizzazione del progetto, a chiudere le proprie operazioni di acquisto.

La chiusura dei mercati azionari europei

Queste le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • SMI (Zurigo): +0,79%
  • CAC 40 (Parigi): +0,45%
  • FTSE MIB (Milano): +0,36% a quota 27.732,39 punti indice
  • DAX (Francoforte): +0,07%
  • IBEX 35 (Madrid): -0,13%
  • FTSE 100 (Londra): -0,49%

L’Euro Stoxx 50, indice in grado di evidenziare il clima prevalente nelle borse europee, chiude la seduta in rialzo dello 0,28%, a quota 4.370,33 punti.

Titoli migliori del Ftse Mib

I maggiori rialzi sono stati registrati, oggi, dai seguenti titoli, tra quelli inclusi nel listino principale della Borsa di Milano:

  • Pirelli: +3,52%
  • Azimut Holding: +3,28%
  • Ferrari: +2,06%
  • Nexi: +1,93%
  • Prysmian: +1,86%
  • Moncler: +1,81%
  • Atlantia: +1,65%
  • Diasorin: +1,62%
  • Cnh Industrial: +1,38%
  • Hera: +1,35%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli maggiormente colpiti da vendite, invece, sono stati:

  • Telecom Italia: -2,20%
  • Eni: -1,06%
  • Unicredit: -0,77%
  • Leonardo: -0,67%
  • Bper Banca: -0,65%
  • Unipol: -0,64%
  • Poste Italiane: -0,57%
  • Saipem: -0,51%
  • Italgas: -0,46%
  • Tenaris: -0,43%

Wall Street sale, nonostante l’elevata inflazione e il calo della fiducia dei consumatori

Tornano a salire gli indici azionari statunitensi, dopo tre sedute di correzione al ribasso, nonostante i dati macroeconomici pubblicati oggi abbiano evidenziato un peggioramento della fiducia dei consumatori nei confronti delle prospettive economiche della nazione. Sentiment positivo evidente già dall’apertura di Wall Street, in gap-up rispetto alla chiusura della scorsa seduta, grazie al quale anche gli indici europei hanno migliorato le proprie performance, rispetto a quanto osservato durante la prima parte della sessione europea.

Questo l’andamento registrato dai tre indici principali, alle 18:50 ora italiana:

  • Nasdaq 100: +1,00%
  • S&P 500: +0,65%
  • Dow Jones: +0,40%

Sui mercati continua, però, ad incombere lo spettro dell’inflazione, che ha raggiunto livelli che non si vedevano da oltre 30 anni e che potrebbe costringere la Federal Reserve ad intensificare il tapering e/o ad alzare i tassi di interesse già nei primi mesi del 2022, piuttosto che nella seconda metà dell’anno, come da previsioni elaborate nel corso dell’ultimo meeting. L’indice dei prezzi al consumo negli Usa, ad ottobre, è risultato in aumento del 6,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Considerando soltanto la componente core (che esclude il prezzo di beni energetici ed alimentari), l’indice è salito del 4,6%. Per trovare dati più elevati di quelli registrati ad ottobre 2021, bisogna tornare indietro addirittura al 1990.

Probabilmente anche a causa di queste pressioni inflazionistiche da record, la fiducia dei consumatori statunitensi sta calando. L’indice di fiducia, elaborato dall’Università del Michigan, ha registrato un dato pari a 66,8, per quanto riguarda il rilascio preliminare di novembre. Ad ottobre, l’indice aveva evidenziato un valore pari a 71,7 e gli analisti stimavano per novembre un dato di 72,4.

Notizie dagli altri mercati: petrolio in calo, Euro/Dollaro stabile sui livelli della vigilia

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a 120 punti base, in rialzo di tre punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta. Il rendimento del Btp rimane stabile a+0,91%; scende, invece il rendimento del Bund, che si attesta a -0,29%. In leggero rialzo, invece, il Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,58%, in aumento di due punti rispetto all’ultimo valore di chiusura.

In calo, seppur in ripresa rispetto ai minimi di giornata, il prezzo del Bitcoin, che rifiata dopo una notevole corsa al rialzo, cominciata da inizio ottobre e che ha portato la valuta digitale a registrare un nuovo massimo storico, in area 69.000 dollari. La criptovaluta più famosa quota attualmente 63.900 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -1,40%.

Nel mercato valutario, poco mosso il cambio Euro/Dollaro Usa, che quota 1,1450 dollari, invariato rispetto alla chiusura della scorsa seduta.

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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in leggero aumento il prezzo dell’oro, che quota 1.865 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,16% rispetto alla chiusura della seduta precedente. Scende, invece, il prezzo del petrolio, che resta comunque in prossimità dei massimi degli ultimi sette anni. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 81,00 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -0,40% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 82,08 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -0,95% rispetto all’ultimo valore di chiusura.

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