Piazza Affari, venerdì 14 gennaio: chiusura in ribasso, si salvano Tenaris e Leonardo

Borse europee deboli, sulla scia delle vendite avvenute ieri a Wall Street. Gli investitori sono tornati, dopo due sedute positive, ad incassare profitti, preoccupati dalle intenzioni della Federal Reserve circa l’aumento dei tassi. Sfuggono ai ribassi i titoli petroliferi, tenuti a galla dal rialzo del petrolio.

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Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Le borse europee chiudono l’ultima seduta della settimana in perdita, con il Ftse Mib maglia nera di giornata. La Borsa di Milano scende, infatti, di oltre l’1%, su base giornaliera, mentre su base settimanale il calo è soltanto dello 0,27%. A frenare i mercati azionari europei è stato il sell-off avvenuto ieri a Wall Street, che ha colpito particolarmente il comparto tecnologico, nel quale si è registrato un calo del 2,6% del Nasdaq 100. Si sono intensificati, dopo le parole di alcuni membri della Federal Reserve, i timori legati all’attuazione di una politica monetaria più severa del previsto da parte della banca centrale statunitense.

Christopher Waller ha affermato che tre rialzi, nel 2022, rappresentano una buona base di partenza, ma, a seconda dell’andamento dei dati, potrebbe esserci un numero inferiore di rialzi così come un numero superiore, fino a cinque. Altri membri, come Brainard, Harker ed Evans hanno manifestato la necessità di inasprire la politica monetaria per porre un freno ad un’inflazione in aumento ormai da tanti mesi e che, nel mese di dicembre, ha raggiunto il 7%, ovvero livelli che non si vedevano da giugno 1982.

Non va dimenticato, inoltre, che la continua salita dei contagi da Covid-19 pone ulteriori incertezze in uno scenario macroeconomico già poco gradito ai mercati, dato che imprese, famiglie ed investitori dovranno sostenere un costo del denaro in graduale crescita (negli Usa più che in Europa, dato che l’inflazione viaggia a ritmi diversi), dopo tanti anni in cui le condizioni di finanziamento sono rimaste estremamente favorevoli.

A Piazza Affari, si afferma come miglior titolo di giornata Tenaris, in un contesto di rialzi per il settore petrolifero (Ftse Italia Energia: +0,76%), grazie al rally del petrolio, tornato sopra quota 80 dollari al barile. Bene anche Leonardo, in rialzo dopo la notizia dell’ottenimento di una commessa dal Ministero della Difesa austriaco per la fornitura di elicotteri: il controvalore previsto dal contratto è di ben 346 milioni di euro. In difficoltà, anche nei mercati europei, il settore tecnologico: l’indice settoriale Ftse Italia Tecnologia chiude in ribasso dell’1,95%.

La chiusura dei mercati azionari europei: il peggiore è Milano

Queste le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • FTSE MIB (Milano): -1,08% a quota 27.543,96 punti indice
  • DAX (Francoforte): -0,93%
  • CAC 40 (Parigi): -0,81%
  • SMI (Zurigo): -0,75%
  • FTSE 100 (Londra): -0,28%
  • IBEX 35 (Madrid): -0,12%

L’Euro Stoxx 50, indice di riferimento a livello europeo, chiude la seduta a quota 4.272,19 punti, in ribasso dell’1,01%.

Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli più acquistati di giornata, tra le blue chips, sono stati:

  • Tenaris: +1,99%
  • Leonardo: +1,90%
  • Eni: +1,04%
  • Atlantia: +0,75%
  • Telecom Italia: +0,69%
  • Italgas: +0,44%
  • Saipem: +0,40%
  • Intesa San Paolo: +0,06%
  • Hera: +0,03%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I maggiori ribassi, invece, sono stati registrati dai seguenti titoli azionari:

  • Ferrari: -3,87%
  • Moncler: -3,63%
  • Iveco Group: -3,43%
  • Interpump Group: -3,13%
  • Campari: -2,50%
  • Finecobank: -2,32%
  • Enel: -2,21%
  • STMicroelectronics: -2,13%
  • Banca Mediolanum: -1,96%
  • Prysmian: -1,94%

Stati Uniti: impostazione ribassista a Wall Street, dati macro poco incoraggianti

Oltre alle dichiarazioni dei membri Fed, l’attenzione degli investitori si è concentrata, ieri, sull’inizio della stagione delle trimestrali, inaugurata dalle grandi banche. E’ stato confermato il calo degli utili rispetto al precedente trimestre, già previsto dagli analisti. La notizia positiva è che, in tutti i casi, il calo è stato inferiore rispetto alle attese. JP Morgan ha registrato, nell’ultimo trimestre 2021, utili pari a 10,4 miliardi di dollari (-14%). Calo più marcato, invece, per Citigroup, che ha ottenuto profitti pari a 3,17 miliardi, in ribasso del 26% rispetto al terzo trimestre.

I principali indici azionari di Wall Street si muovono in territorio negativo anche oggi, dopo le vendite di ieri. La politica monetaria della Fed, per quest’anno, appare molto più aggressiva rispetto a quanto la banca centrale faceva intendere fino a qualche settimana fa e questo genera inquietudine nei mercati azionari, che si stanno allontanando dai massimi storici.

Oggi l’indice meno colpito dai ribassi è quello tecnologico, fermo nei pressi della parità, dopo essere stato, però, molto penalizzato nella seduta precedente. Questo l’andamento evidenziato, alle 19:10 ora italiana, dai tre indici statunitensi più importanti:

  • Dow Jones: -1,18%
  • S&P 500: -0,77%
  • Nasdaq 100: -0,25%

Sul fronte dei dati macro, netto calo delle vendite al dettaglio nel mese di dicembre, a causa della quarta ondata della pandemia, il cui effetto sui dati comincia a sentirsi. Rispetto al mese precedente, infatti, le vendite sono scese dell’1,9%: calo nettamente peggiore rispetto alle attese (-0,1%). In contrazione anche la produzione industriale, che scende dello 0,1% rispetto al mese di novembre, contro attese di un aumento dello 0,3%. Indicazioni negative anche dall’indice di fiducia dei consumatori, elaborato dall’università del Michigan, risultato pari a 68,8, a fronte del 70,6 registrato a dicembre.

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Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, risulta poco mosso e si attesta a 135 punti base: il rendimento del Btp è pari a +1,26%, mentre il rendimento del Bund è di -0,09%. In netto rialzo il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari +1,77%, in aumento di sei punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta e sui massimi da gennaio 2020.

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