Prepensionamento, come fare? Ci pensa il datore di lavoro

Il datore di lavoro potrebbe favorire il prepensionamento? Come si potrebbe fare per coloro che per poco non raggiungono Quota 102: i dettagli

I temi del lavoro e della pensione, nonché quello del prepensionamento, sono sempre argomenti che destano grande attenzione e sono fonte di spunti, curiosità, interrogativi: quale potrebbe essere il ruolo del datore di lavoro per favorire il pensionamento anticipato, di cosa si tratta e cosa si potrebbe fare circa l’esodo per chi per poco non raggiunge quota 102? I dettagli al riguardo.

Prepensionamento, come fare? Il ruolo del datore di lavoro
fonte foto: Adobestock

A parlarne nel proprio approfondimento è Investireoggi.it che si sofferma proprio sulla questione incentivo all’esodo per coloro che per poco non raggiungono quota 102, circa cosa potrebbe fare per favorire il prepensionamento, il datore di lavoro.

L’accesso alla pensione con Quota 102 richiede 64 anni di età almeno e 38 di contributi maturati, requisiti questi che valgono soltanto per quest’anno, poiché si tratta di una misura temporanea, si legge; stando alle stime menzionate, solo poche migliaia di lavoratori in Italia possono avere accesso a quota 102, e sono soprattutto coloro che sono nati alla fine degli anni ’50. I requisiti contributivi devono essere pieni.

Ai fini dell’accesso a Quota 102, occorre che vi siano almeno 35 anni d contributi versati realmente e massimo 3 circa i contributi figurativi utili alla pensione, periodo di disoccupazione e malattia non indennizzata.

Ad esempio, chi avesse soltanto 34 anni di contributi realmente versati e 4 di contributi figurativi, non potrebbe avere accesso a quota 102 e andare in pensione. Ciò detto e posto che non vi siano altre strade per uscire prima dal mondo del lavoro, il soggetto in questione dovrà aspettare i 67 anni di età oppure maturare 42 anni e 10 mesi per quanto riguarda i versamenti (12 meno per le donne) spiega Investireoggi.it.

Aspetti che vincolano il lavoratore a compiere il proprio lavoro per almeno tre anni prima che possa avere i requisiti necessari per l’accesso alla pensione.

Prepensionamento per chi raggiunge quota 102: il ruolo del datore di lavoro

Tanti gli aspetti interessanti e da approfondire quando si parla di pensione, come ad esempio in relazione alla legge 104 e pensione anticipata, le strade che si potrebbero percorrere per avervi accesso.

Rispetto al tema in oggetto, come viene approfondito da Investireoggi.it, una possibilità potrebbe essere rappresentata dallo scivolo del datore di lavoro privato, ovvero questi potrebbe, si legge e viene spiegato, aiutare il proprio dipendente a lasciare il posto con Quota 102 anche in assenza del requisito contributivo.

Posto che l’azienda non abbia modo di accedere ai contratti di espansione oppure all’isopensione, e neanche trattasi una banca, come potrebbe fare? Investireoggi.it spiega che l’eventuale costo sarebbe a carico del datore di lavoro il quale pagherebbe per 3 anni il dipendente sino al raggiungimento dell’età della pensione. Sarebbe come corrispondere, viene spiegato, una somma che sarebbe minore di quello dello stipendio, poiché simulata sull’aspettativa della pensione.

Così come avviene per i contratti di espansione ma senza la stipula di un contratto con lo Stato, chiarisce Investireoggi.it. Il datore corrisponderebbe una somma equivalente a quella della pensione futura per 3 anni, una sorta di incentivo all’esodo per chi è prossimo a quota 102 o per pochi contributi non ha modo di ottenere la pensione entro l’anno.

Ad ogni modo, è bene ed opportuno che ciascuno approfondisca questi ed altri temi inerenti, confrontandosi con esperti del campo e professionisti del settore, così da informarsi e chiarire tutti i dubbi e gli aspetti importanti da sapere.

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