Lo scostamento di bilancio per fisco e pensioni sembra inevitabile: 4 ostacoli per la crescita italiana nel Governo.

Il Governo Meloni si trova a gestire l’eredità lasciata da Draghi. Maggiori costi per energia, alimentari e prestiti erodono le riserve accumulate durante la pandemia.

Il dato si evince dalla propensione al risparmio delle famiglie italiane, diminuita a fronte di consumi invariati, così come anche nel resto dell’area euro.

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Se Meloni ha lanciato alcuni messaggi rassicuranti durante il discorso programmatico in Parlamento, tra cui il rispetto delle regole fiscali e il continuo sostegno all’Ucraina, Bruxelles non sa bene cosa attendersi su gran parte delle politiche del nostro governo. Il pericolo è di una deriva isolazionista dovuta alla progressione delle difficoltà economiche.

Oltre l’inflazione sono quattro le cause imputabili del rallentamento della crescita stimato per ultimo dal FMI. La diminuzione della spesa per i consumi, insieme ai problemi di approvvigionamento energetico e il loro impatto sulla produzione industriale. La minore domanda internazionale; le politiche monetarie restrittive influiscono sui principali partner commerciali dell’Eurozona.

I bilanci delle famiglie italiane e i risparmi sono messi a dura prova dai rincari dei prezzi energetici e dei beni alimentari. A colpire maggiormente il dato sulla propensione al risparmio, diminuisce infatti a 2,3% rispetto al 9,3% registrato nel trimestre precedente. A questo non sembrano affiancarsi maggiori consumi ma è piuttosto un effetto dovuto alla riduzione delle riserve finanziarie.

Così in tutta Europa le famiglie riducono i consumi per acquisti non essenziali

Lo stesso accade in Europa; nell’area euro le famiglie hanno accumulato mezzo miliardo di euro di risparmi accumulato durante la pandemia. Il tasso di risparmio dopo aver raggiunto un picco del 25% nel secondo trimestre del 2020 è sceso a circa il 13,7% nel periodo tra aprile e giugno 2022. Il dato rimane attualmente sopra del livello pre-pandemia pari al 12%.

Sebbene l’importo complessivo speso dai consumatori sia continuato a crescere negli ultimi mesi, la quantità di beni acquistati sta diminuendo a causa dell’inflazione. I consumatori si preparano all’inverno conservando i risparmi per il riscaldamento e altre necessità di base. Secondo il Financial Times le intenzioni di spesa dei consumatori europei per i beni più importanti, come automobili e case, escludendo i primi mesi della pandemia, sono ai livelli più bassi degli ultimi vent’anni. Gli acquisti non essenziali sono quelli che si tagliano più facilmente. A settembre e ottobre, la spesa nei cinema di Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito è scesa del 59% rispetto al periodo pre-pandemico.

L’aiuto del Governo per sostenere la crescita economica darà spazio allo scostamento di bilancio?

Se nell’eurozona il dato è rientrato nella norma; tuttavia, con la fine delle restrizioni causate dai lockdown le famiglie ora si trovano costrette a intaccare queste riserve per affrontare il costo della vita in aumento. A sopperire in parte alle spese c’è comunque l’aiuto dei Governi nazionali.

Il governo italiano dovrebbe destinare il 75% delle risorse a disposizione per aiuti contro il caro bollette. Il restante 25% sarà invece destinato alle riforme fiscali nonché alle pensioni. Per contrastare il caro bollette, il nostro Paese è forse il primo, considerando numero di abitanti e impatto del clima invernale, in termini di aiuti erogati pari a 62,6 miliardi di euro.

Le risorse stanziate per mitigare il costo delle bollette di luce e gas in rapporto al Pil

Se analizziamo le risorse stanziate per mitigare il costo delle bollette di luce e gas in rapporto al Pil, primeggia Malta con il 7,7% seguito da Germania, Lituania, Grecia e Paesi Bassi. In termini complessivi, in questo ultimo anno i paesi dell’Ue hanno messo a disposizione di famiglie e imprese più di 566 miliardi di euro, pari al 3,9 per cento del Pil europeo.

Tenendo presente che quasi il 90 per cento della spesa complessiva è pressoché incomprimibile: pensioni, prestazioni sociali, sanità, interessi passivi, retribuzioni dei dipendenti pubblici, investimenti, etc. Non sarà per nulla facile con la prossima legge di bilancio recuperare le risorse da destinare al contenimento dei costi delle bollette per il 2023.

Per questo motivo potrebbe avere luogo uno scostamento di bilancio che può arrivare fino a 21 miliardi di euro, immaginando una crescita dello 0,6% del Pil si avrà uno scostamento dell’1,1% rispetto al 3,4% tendenziale.

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