Reddito di cittadinanza: se dici no all’offerta di lavoro di un privato, rischi di perderlo. La novità

Una recente modifica al meccanismo del reddito di cittadinanza consente la chiamata diretta da parte del datore di lavoro privato, saltando l'”intermediazione” dei centri per l’impiego. I dettagli.

Ulteriori novità per il reddito di cittadinanza e per il meccanismo che intende favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro. D’altronde la misura è sempre stata in discussione e molte finora le richieste di modifica e correzione del sussidio contro la povertà e la disoccupazione. Anzi fin dalla sua introduzione il RdC ha spaccato formazioni politiche e opinione pubblica tra favorevoli e contrari.

reddito di cittadinanza
pixabay

Ebbene, tenendo conto del meccanismo della ‘congruità”, anche le offerte di lavoro presentate in via diretta dalle aziende e datori di lavoro privati saranno da conteggiare nel numero dei rifiuti che – com’è noto – conducono alla perdita della mensilità del reddito di cittadinanza.

Vediamo allora un po’ più da vicino questo aggiornamento normativo in tema di reddito di cittadinanza, il quale certamente intende rendere più fluido un meccanismo che finora ha mostrato diversi ‘punti deboli’.

Reddito di cittadinanza: il fondamento normativo dell’ultima novità

Come anticipato poco sopra, le offerte effettuate su iniziativa dei datori di lavoro privati saranno equivalenti a quelle avanzate per il tramite dei centri per l’impiego. In particolare:

  • fermo restando il vincolo della congruità dell’offerta, anche queste offerte saranno contate ai fini dei rifiuti (due) che portano alla perdita del beneficio del reddito di cittadinanza;
  • la novità è inclusa nell’34-bis del della legge n. 91 del 2022 di conversione del decreto Aiuti.

Si tratta dell’aggiornamento di cui si trova traccia nell’emendamento approvato nell’ambito della conversione del decreto Aiuti.

Ricordiamo che per individuare un’offerta di lavoro come congrua, occorre considerare fattori quali: la coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate; la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento con mezzi di trasporto pubblico; la durata del godimento del RdC.

Anche la retribuzione offerta ha rilievo con riferimento al requisito della congruità. Essa infatti deve maggiore almeno del 10% rispetto al reddito di cittadinanza incassato.

Inoltre, le offerte di lavoro posteriori alla prima o ricevute dopo il rinnovo sono congrue al di là della sede di lavoro, tranne che per i nuclei familiari in cui si trovano disabili o minori, per cui sono indicate condizioni ad hoc.

Reddito di cittadinanza, Patto per il lavoro e congruità dell’offerta: ulteriori precisazioni

Come spiegato anche nei siti governativi, dal 6 marzo 2019 è possibile richiedere il reddito di cittadinanza. E’ un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari non fine a se stesso, ma collegato ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale, del quale i fruitori del RdC sono protagonisti, firmando un Patto per il lavoro ed un Patto per l’inclusione sociale.

Tuttavia vi sono delle condizioni da rispettare per accedere al beneficio. Infatti il nucleo familiare deve avere specifici requisiti di cittadinanza, economici e non solo. Ora si somma anche l’ulteriore condizione sopra indicata e frutto delle ultime novità normative.

In particolare, proprio in tema di congruità dell’offerta, giova ricordare quanto segue. La disciplina che regola il reddito di cittadinanza dispone che i componenti maggiorenni del nucleo familiare beneficiario del reddito di cittadinanza non già occupati, salvo i casi di esonero (ad es. disabilità) sono tenuti a firmare presso i Cpi un Patto per il lavoro. Quest’ultimo:

  • li obbliga ad effettuare una ricerca attiva del lavoro;
  • e ad accettare almeno una di due offerte congrue ricevute.

Mentre in ipotesi di rinnovo del beneficio dopo i primi 18 mesi, il percettore deve accettare la prima offerta utile di lavoro congrua.

I soggetti che possono formulare le offerte di lavoro congrue

Ricapitolando, la novità derivante dagli ultimi aggiornamenti normativi indica che ora le offerte di lavoro congrue possano essere proposte ai fruitori del reddito di cittadinanza:

  • da parte dei centri per l’impiego, come già nel meccanismo del RdC,
  • da parte dei datori di lavoro privati.

Interessante notare anche questo dettaglio: l’eventuale mancata accettazione dell’offerta congrua è resa nota dal datore di lavoro privato al centro per l’impiego competente per territorio. Ciò al fine che siano adottati i provvedimenti che le norme sul funzionamento prevedono nei confronti di chi non si mostra sufficientemente ‘attivo’ e disponibile nella ricerca ed accettazione di una nuova occupazione.

In altre parole, l’iniziativa del datore di lavoro servirà ai fini della decadenza del sussidio in ipotesi:

  • di mancata accettazione di almeno una di due offerte congrue effettuate;
  • o della prima offerta congrua effettuata dopo aver beneficiato del reddito di cittadinanza per un periodo di 18 mesi.

Ecco perché si può concludere che l’emendamento approvato durante la conversione del dl n. 50 del 2022 abbia di fatto aperto alla chiamata diretta del datore di lavoro, sicuramente un’innovazione del meccanismo del reddito di cittadinanza che gioverà sul piano dell’incontro tra domanda ed offerta di lavoro.

Impostazioni privacy