In che modo Moncler è arrivata al successo sotto la guida di Remo Ruffini

Remo Ruffini è nato a Como il 27 agosto 1961 ed è un imprenditore italiano, presidente e amministratore delegato di Moncler. Detiene il 25,4% dell’azienda tessile

cucito tricolore

Remo Ruffini è cresciuto nell’ambiente della moda e dell’abbigliamento. Suo padre già negli anni Settanta gestiva l’omonimo marchio. La Moncler del figlio è tuttavia frutto degli sforzi dell’impresa personale che ha reso nuovamente l’azienda di famiglia una realtà popolare e redditizia. Ruffini è stato in grado di portare al successo se stesso e la Moncler, riconoscendo problemi e opportunità. È stato in grado di discernere tra le idee migliori e affrontare le preoccupazioni in modo costruttivo.

Ha iniziato la sua carriera negli Stati Uniti, lavorando presso l’azienda del padre. A soli 23 anni è tornato in Italia, dove ha fondato la New England. Questa società è stata venduta dopo 16 anni di gestione per assumere il ruolo di consulente creativo per la holding che controlla Moncler.

Rimarrà nel ruolo per tre anni fino a quando nel 2003 rileva Moncler, storico marchio franco italiano specializzato nella produzione di piumini. Ruffini si avvia a intraprendere una strategia imprenditoriale con la quel ridare slancio internazionale al suo marchio. Con un’ottica che combina la sua creatività con una visione del mercato globale, Ruffini riesce a dare un’identità e una collocazione sul mercato all’azienda. Dal punto di vista imprenditoriale la sua idea è quella di creare un brend a cui associare il piumino come capo di abbigliamento perfetto in tutte occasioni.

La quotazione in Borsa di Moncler è la consacrazione del suo successo

L’impresa riesce tanto che solo dieci anni dopo, a dicembre del 2013, Ruffini riesce a quotare in borsa Moncler. Le quotazioni già nel primo pomeriggio sono scambiate dai numerosissimi investitori interessati. Le azioni registrarono un aumento del 47%, portando il valore dell’azienda da 3,5 a 4 miliardi di dollari soltanto nel primo giorno di contrattazioni.

Il presidente di Moncler ha portato al successo la sua azienda controllando in particolare le variabili alla base del controllo qualità e del rapporto con il consumatore. Ha inoltre optato per una pubblicizzazione con un approccio multicanale. Ruffini ha deciso di dare inizio a una fase di sperimentazione in cui i capi di abbigliamento sono sottoposti agli approcci di diversi creativi, tendendo in costante considerazione il dialogo con il consumatore.

Per fare questo il marchio deve approfondire il rapporto con le piattaforme digitali e all’occorrenza osservare quello che avviene in oriente e sopratutto in Cina. La pandemia ha accentuato il processo di cambiamento del concetto di lusso e di esclusività a cui questi prodotti sono associati. Secondo Ruffini il lusso non è più possedere qualcosa, ma appartenere a una community e saper vivere un’esperienza.

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Le opportunità derivanti dalla crisi economica

Nel 2020 Moncler approfitta della crisi e acquisisce Sportswear Company, società che detiene il marchio Stone Island. L’opportunità di crescere affiancando un marchio con una sua importante quota di mercato è stata colta con coraggio in un momento particolarmente incerto per l’economia internazionale. Stone Island è stata acquistata con un accordo per 1,15 miliardi di dollari. I due gruppi della moda collaborano inseme sfruttando le sinergie per “sviluppare insieme una nuova visione del lusso e rafforzare la loro capacità di essere interpreti delle evoluzioni dei codici culturali delle nuove generazioni.”

Nel maggio 2018, Remo Ruffini è stato eletto membro del Consiglio Direttivo Camera Nazionale della Moda Italiana. Nello stesso anno è stato insignito dallo Stato italiano del titolo di Cavaliere del Lavoro. A maggio 2019, Ruffini è stato insignito con una cerimonia a Palazzo Madama, del prestigioso premio “Guido Carli”.

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