Il confronto tra i rendimenti dei BTP mette in evidenza le variazioni dei due titoli alla luce dei mutamenti del mercato e dei nuovi dati macroeconomici.
È l’Italia a trascinare verso l’altro il dato europeo dell’inflazione con un record a giugno che porta il dato dei prezzi al consumo passare dal 6,8 di maggio all’8%.
Il dato ufficializzato dall’ISTAT ha quindi rimesso al centro l’inflazione, destinata ad arrivare secondo la Consob a livelli ancora più elevati stimati alle condizioni attuali al 10%. Questo significa anche un’influenza sui rendimenti dei Titoli di Stato. La BCE è costretta a intervenire sui tassi di interesse e cercare di mitigare il rischio per i debiti sovrani.
Il mercato obbligazionario può essere scosso in questi mesi anche dalla guerra commerciale con la Russia. La quota di gas destinata all’Italia dalla Russia si è ridotta progressivamente e potrebbe essere interrotta definitivamente, incidendo non poco sull’economia del nostro Paese.
Tenendo conto di questi fattori è chiaro come tutto possa scontarsi sul nostro mercato obbligazionario. La redditività dei titoli può crescere in considerazione di cedole sempre più generose a cui bisogna però associare la variazione del prezzo e l’effetto sul rendimento dell’inflazione.
Nei giorni scorsi, c’è stata per la prima volta la quotazione del BTp Italia 2030. Il titolo ha una cedola minima del 1,6% a cui si aggiunge la ponderazione dell’inflazione in base all’indice FOI aggiornata semestralmente. Un titolo simile per la possibilità di ottenere rendimenti crescenti previsti dalla tipologia del contratto è il BTP Futura. Questa obbligazione offre cedole crescenti fisse prestabilite.
Entrambi i titoli offrono un premio fedeltà agli obbligazionisti che lo hanno sottoscritto in fase di collocamento e lo detengono fino a scadenza. Il premio fedeltà del BTP Italia può essere per certi versi più interessante; esso è pari all’1% ma è corrisposto per una parte in anticipo rispetto alla scadenza finale. Il premio fedeltà del BTP Futura è variabile tra l’1-3% del capitale, in quanto dipende dall’andamento del PIL nominale dell’Italia durante il periodo d’investimento.
Acquistato oggi il BTP Futura, sembra essere più remunerativo; tuttavia, c’è da mettere in conto la prova dell’inflazione. Se il BTP Italia offre una cedola minima reale dell’1,60%, quella del BTp Futura arriva a poco più dell’1,30%. Rapportando l’interesse alla quotazione di quest’ultimo pari a 88,40 centesimi otteniamo a scadenza un rendimento di almeno circa 1,50%. Tutto sommato il BTP Italia, a cui si aggiunge il peso della rivalutazione dovuta all’inflazione si trova ancora in vantaggio rispetto al secondo titolo.
L’inflazione rimarrà alta e potrà aumentare nei prossimi mesi. In questo contesto il BTP Italia sarà sicuramente più attraente considerata la sua struttura cedolare e l’interesse degli investitori a proteggere i rendimenti almeno in parte dall’inflazione.
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