Riforma delle pensioni: i pilastri su cui dovrebbe poggiare

Quali sono i principi fondamentali che dovrebbero ispirare una Riforma delle pensioni equa e flessibile? Di seguito alcuni suggerimenti per il Governo.

Il Dott. Claudio Maria Perfetto ha stilato un elenco di principi ispiratori della Riforma Fornero, per capire in che modo modificare l’attuale sistema previdenziale.

riforma delle pensioni
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Il punto di partenza per la modifica del Ddl 857/2013 è, infatti, l’analisi dei pilastri su cui si poggia la Riforma Fornero. Il Dott. Perfetto illustra i 5 Principi Generali, da cui partire per la futura Riforma delle pensioni. In tal modo, l’autore sottolinea come, per alcuni aspetti, il Ddl 857/2013 possa essere posto alla base della Riforma previdenziale.

Chiarisce, infine, come la Riforma delle pensioni sia strettamente connessa alla Riforma del lavoro. Analizziamo, dunque, l’elaborato del Dott. Perfetto, evidenziandone gli aspetti principali.

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Riforma delle pensioni: a cosa dovrebbe ispirarsi?

Perfetto afferma che “Qualsiasi Riforma Previdenziale il nuovo Governo vorrà attuare dovrebbe ispirarsi ai seguenti Principi generali”. In particolare, sono 5 i Principi individuati. Il primo Principio si basa sulla considerazione che il punto di partenza delle pensioni è il lavoro.

L’importo dell’assegno, infatti, dipende dai contributi da lavoro posseduti. Per questo motivo, non può essere presa in considerazione l’ipotesi di una decontribuzione, per favorire l’assunzione dei giovani da parte delle imprese. Si tratta, infatti, di una soluzione che li porta a dover lavorare di più per aumentare il montante contributivo. Per incrementare l’occupazione giovanile, dunque, andrebbero percorse altre strade, in primis quella del ricambio generazionale.

Per tale ragione, pensione e lavoro sono connessi tra di loro e la Riforma delle pensioni porterebbe dei vantaggi anche in ambito lavorativo.

Il secondo Principio è quello della convergenza contributiva. In poche parole, per accedere alla pensione con i propri contributi da lavoro, è fondamentale che la pensione sia versata grazie ai contributi da lavoro degli altri cittadini. Per questo motivo, Riforma delle pensioni e Riforma del lavoro devono andare di pari passo, per evitare un ulteriore restrizione dei requisiti per il pensionamento ed, al contrario, favorire l’occupazione giovanile e la crescita economica.

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Flessibilità, equità e crescita economica

Il terzo Principio consiste nella flessibilità nel pensionamento. È necessario, dunque, far decidere al lavoratore quando smettere di lavorare, entro un certo limite anagrafico e contributivo. A tal fine, vanno previsti dei requisiti adeguati ai cambiamenti della speranza di vita. Ma è fondamentale che i requisiti minimi siano flessibili; dunque, essi si alzeranno o abbasseranno in base a tale dato.

Il quarto Principio, invece, è quello dell’equità. Innanzitutto, c’è bisogno di equità tra le generazioni. Cosa vuol dire? Che bisogna adempiere agli impegni finanziari della generazione attuale senza causare conseguenze deleterie per le generazioni future.

Poi, si parla di equità entro la stessa generazione, cioè di omogeneità nella facoltà di scelta per coloro che hanno un requisito minore ed uno maggiore (ad esempio, meno anni di età e più contributi) rispetto a coloro che hanno gli stessi requisiti ma in modo inverso (dunque, più anni di età ma meno contributi).

Equità nel trattamento pensionistico, invece, indica la necessità di applicare gli stessi criteri a tutti i lavoratori, pubblici e privati. Infine, equità negli importi pensionistici, ossia un assegno adatto a condurre una vita dignitosa.

Il quinto Principio, infine, è costituito dalla crescita economica. Essa sussiste quando il PIL (Prodotto Interno Lordo) aumenta, cioè quando aumenta la produzione di beni e servizi in un certo periodo di tempo e, di conseguenza, anche la ricchezza dello Stato e dei suoi abitanti.

L’obiettivo, dunque, deve essere la lotta alle diseguaglianze sociali, attraverso l’allineamento di crescita e sviluppo e la cancellazione di ogni tipo di privilegio.

Riforma del lavoro e Riforma delle pensioni: obiettivi primari

Non può esserci Riforma delle pensioni senza Riforma del lavoro. In tal senso, lo scopo principale deve essere il favoreggiamento del ricambio generazionale. Lo strumento più adatto al raggiungimento di tale obiettivo è, senza dubbio, la flessibilità in uscita.

Sotto quest’aspetto, purtroppo, la Riforma Fornero è stata fallimentare perché, per arginare la spesa pubblica, ha aumentato l’invecchiamento della classe dei lavoratori. Oggi, infatti, bisogna fare i conti con un esercito di lavoratori anziani, che vorrebbero andare in pensione ma che non possono farlo perché non hanno i requisiti previsti dall’attuale sistema previdenziale.

La Riforma delle pensioni, infine, dovrà occuparsi, inevitabilmente, anche di lavoro digitale e robotico, equiparando quest’ultimo al lavoro umano. Quest’operazione, infatti, consentirà di finanziare nuove pensioni e di promuovere il ricambio generazionale.

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