Se soffri di cefalea hai diritto ad un assegno mensile, non tutti lo sanno e non fanno richiesta

Sono tantissimi gli italiani che soffrono di cefalea e per questo motivo la loro vita quotidiana è limitata: costoro, però, non sanno che hanno diritto a ricevere un’indennità. Ecco di cosa si tratta e a quanto ammonta.

Gli italiani soffrono frequentemente di cefalea: è questo quanto emerso dalle recenti statistiche. Tale disturbo non è solo un comune mal di testa, ma si presenta come una vera e propria patologia che colpisce, tra tutti, i giovani. Il 40% ha frequenti attacchi e non sono risparmiati neanche i bambini, la cui percentuale colpita ammonta al 10%.

cefalea indennità

Forse non tutti lo sanno, ma costoro hanno diritto a ricevere dallo Stato un’indennità. Scopriamo insieme di cosa si tratta, come richiederla e a quanto ammonta: ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.

Cefalea e indennità: ecco cosa bisogna fare per riceverla

Secondo le recenti statistiche, il tipo di cefalea più diffusa è quella primaria. Essa non è legata ad altre malattie ed è caratterizzata da attacchi molto violenti che possono anche invalidare l’individuo che ne soffre per alcuni giorni. La cefalea secondaria, invece, è legata alla presenza di altri disturbi quali quelli vascolari, l’ipertensione, l’ipotensione e lo sviluppo di alcune forme tumorali.

Tra le cefalee di tipo primario sono comprese l’emicrania, la cefalea di tipo tensivo che provoca il classico “cerchio alla testa” e quella a grappolo. Quest’ultima è la più dolorosa e invalidante di tutte: essa, in particolare, colpisce soprattutto gli uomini.

Da questa panoramica ne emerge un chiaro scenario: siamo di fronte ad una vera e propria patologia invalidante. Come tutte le altre, dunque, anche chi ne soffre ha diritto a ricevere un’indennità civile in una percentuale stabilita dal Ministero secondo le apposite tabelle. Questo perchè, tale disturbo può avere anche gravi conseguenze sulla quotidianità di chi ne soffre.

Le percentuali per l’invalidità civile

Prima ancora del Ministero, si sono mosse in direzione del riconoscimento alcune regioni quali, ad esempio, la Valle d’Aosta e la Lombardia. In Valle d’Aosta, ad esempio, viene riconosciuto il 43% d’invalidità civile al momento della diagnosi e presentando l’apposita documentazione. 

In Lombardia, invece, il riconoscimento prevede prima il passaggio attraverso 3 stadi: fino al 15% quando gli episodi sono sporadici e controllabili con il trattamento farmacologico. Si passa fino al 30% per attacchi di tipo medio-alto per arrivare, poi, fino al 46% qualora la patologia sia cronica e non ci sia risposta farmacologica.

Un altro sistema di valutazione, invece, è previsto in territori quali l’Emilia Romagna, la Campania, il Veneto e il Lazio. Qui c’è il riconoscimento della malattia invalidante ma con un criterio di valutazione analogico.

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