Sono 3 i titoli da evitare nella settimana di Pasqua, meglio attendere tempi migliori

I risultati dei mercati azionari, soprattutto quelli USA, mostrano quanto gli investitori sono propensi a reagire in modo critico a ogni mutamento nell’attuale contesto operativo.

Anche se la crescita economica può riprendere vigore, i nuovi investimenti dovranno comunque tenere conto del mutato contesto internazionale.

Sono 3 i titoli da evitare in questa settimana di Pasqua, meglio attendere tempi migliori

Ci sono almeno tre titoli azionari da evitare almeno nel breve periodo in attesa di tempi migliori. Ansie e paure sono in grado di spingere l’investitore ad alterare in eccesso o in difetto la propria percezione del rischio. Nell’attuale contesto evitare di investire in certi settori è forse la migliore scelta per rimanere all’interno di parametri di rischio massimo.

Uno dei titoli da evitare in questa settimana è JetBlue Airways. La compagnia aerea quotata sul Nasdaq è una delle tante alle prese con i disservizi, che tra guerra in Ucraina e Covid stanno mettendo alla prova tutto il settore.

Tre titoli da evitare in questa settimana di Pasqua: JetBlue Airways

JetBlue Airways è una delle principali compagnie aeree low cost americane nonché la settima compagnia aerea più grande del Nord America per passeggeri trasportati. La compagnia ha cancellato più di 300 voli durante il fine settimana, con quasi il 20% di tutti i suoi voli cancellati sabato.

Per capire la situazione di questa compagnia area USA alle prese con la malattia di una larga fetta del suo personale, offre un bonus di 1.000 dollari agli assistenti di volo che rimangono operativi fino 31 maggio. A questo si aggiunge un extra di 100 dollari per viaggio per gli assistenti che accettano di lavorare nei giorni liberi. JetBlue ha ridotto a maggio la copertura dei suoi voli dell’8-10% con un calo sull’azionario che nell’ultimo mese è stata maggiore del 5,5%.

MicroStrategy

Quando si parla di MicroStrategy non si può non citare il Bitcoin, visto che il CEO del gruppo, Michael Saylor, è un fanatico della criptovaluta. Quando si investe su un asset particolarmente volatile, soprattutto quando il valore non è pienamente compreso e scontato nell’economia materiale, è necessario considerare tutte le variabili che possono incidere negativamente sul suo successo. Contrariamente Michael Saylor, che ha fatto della criptovaluta la propria bandiera, si muove in direzione esattamente opposta.

Nel corso degli anni ha investito un totale di quasi 4 miliardi di dollari, pari a più del 60% del valore complessivo dell’azienda, del tutto correlato oggi a quello del Bitcoin. Nell’ultimo mese le sue quotazioni sono aumentate di circa il 18% ma contestualmente hanno perso circa il 38% nell’ultimo anno. L’azienda guidata da Michael Saylor è una società specializzata nell’analisi dei dati e nell’analisi predittiva, che nel tempo è finita per esporsi sempre di più sul mercato delle criptovalute.

L’esposizione di Microstrategy sul Bitcoin

I ricavi di MicroStrategy sono diminuiti in sei degli ultimi sette anni e la società sembra in grado di perdere ancora più valore a causa del possibile nuovo trend short del Bitcoin. Nell’agosto del 2020 acquistò 250 milioni di dollari in Bitcoin ed ha accumulato attualmente più di 120.000 Bitcoin.

Gli investitori sulle criptovalute guardano con attenzione ai legislatori dell’Unione Europea che hanno deciso di adottare misure più rigorose per le transazioni di Bitcoin e altre criptovalute. La nuova proposta normativa richiede cambiamenti significativi nel modo in cui vengono effettuati gli attuali trasferimenti di criptovalute. L’iniziativa di legge finalizzata a combattere gli illeciti finanziari e il riciclaggio potrebbe essere una sfida enorme per le criptovalute decentralizzate che ritengono l’anonimato come una loro qualità fondamentale.

Tre titoli da evitare in questa settimana di Pasqua: Twitter

Elon Musk, numero uno di Tesla e SpaceX, ha annunciato all’inizio di aprile di aver acquisito una partecipazione del 9,2% di Twitter, diventando così il maggiore azionista. Se inizialmente aveva precisato che non intendeva influenzare le decisioni strategiche dell’azienda, ha in seguito lanciato dei sondaggi sulla stessa piattaforma per conoscere il parere dei circa 81 milioni di follower su eventuali modifiche al suo funzionamento.

Data l’ambiguità delle sue intenzioni Elon era stato invitato a unirsi al consiglio di amministrazione dell’azienda, ruolo che sarebbe divenuto effettivo dal 9 aprile. La società era particolarmente sicura che il miliardario avrebbe preso posto nel cda, tanto che era stata organizzata una sessione di domande e risposte con Musk e i dipendenti di Twitter per questa settimana. Le azioni di Twitter sono rimaste sostanzialmente invariate dall’offerta pubblica iniziale della società del settembre 2013.

Il contesto operativo di Twitter e gli effetti della rinuncia di Musk al CDA sul sentiment degli investitori

Questa azienda che ha un disperato bisogno di un manager che si faccia portavoce di iniziative per innovare Twitter ripensare al modo in cui monetizzare i contenuti della sua massiccia base di utenti. Musk poteva rappresentare la figura dell’innovatore e dato il suo vasto seguito anche un ottimo modo per attirare velocemente la curiosità degli investitori.

La domanda per gli azionisti è sempre stata cosa Twitter può fare per massimizzare il valore commerciale dei suoi utenti. Musk sembrerebbe non avere né il tempo né l’esperienza per esplorare una soluzione in grado di dare risposta a questa domanda.

Attraverso la partecipazione in Twitter Musk riesce a creare nuove tendenze e influenzare direttamente i titoli sui cui ha investito egli stesso. Nonostante questo, il social media sembra ancora in difficoltà nel trovare una soluzione per raggiungere un successo finanziario adeguato sulla sua rilevanza culturale.  

Annunci, abbonamenti, NFT, criptovalute e chat della comunità sono solo alcune opzioni di monetizzazione per l’azienda. Tuttavia, fino a quando qualcuno non troverà una soluzione in grande stile non ci sono motivazioni sufficienti per renderlo un titolo su cui investire.

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