Arriva sul mercato l’automobile elettrica per creare criptovalute

L’azienda canadese di veicoli elettrici leggeri Daymak, produttrice di bici e scooter elettrici, ha progettato un’auto in grado di minare le criptovalute

Auto Hi TECH

L’auto dell’azienda canadese, ha tutto per essere giudicata un prodotto tecnologico, non solo il suo design particolarmente futuristico, l’originalità delle tre ruote motrici, ma anche per il legame con il mercato delle criptovalute.

L’azienda, sul mercato dei veicoli elettrici da vent’anni, produrrà per la prima volta le sue auto elettriche in due versioni, delux model e ultimate. Progettate per due fasce di pubblico differenti sono in grado di minare tre diverse criptovalute. Con prezzi che vanno da circa 18.000 a 120.000 euro per il secondo modello, hanno tutte le caratteristiche per attirare un pubblico giovane, che ama la tecnologia, è vicino alle idee ecologiste e ai progetti per una finanza decentralizzata e naturalmente, ama le auto con una guida particolarmente sportiva.

Quali sono le caratteristiche che rendono speciale l’auto elettrica di Daymak?

Daymak sta attualmente lanciando il suo progetto per mezzo di un crowdfunding, attraverso il quale i due modelli potranno essere preordinati. Il progetto vedrà la luce se si raggiungeranno almeno 50.000 ordini prima del 23 luglio di quest’anno.

L’idea di inserire  le criptovalute come variante rispetto agli altri modelli elettrici sul mercato, pone qualche dubbio dal punto di vista tecnico e non solo, dal momento che per minare con profitto le criptovalute è necessario avere una potenza di calcolo che difficilmente può essere supportata dall’hardware di un’auto. A ogni modo la promessa è che si potranno ottenere degli introiti passivi, lasciando che il sistema Nebular mining processi le transazioni di criptovalute quali Bitcoin, Ethereum, Dogecoin, Cardano.

Quest’auto diversamente da tutte quelle in circolazione oggi, potrà riuscire a bilanciare la sua svalutazione con gli introiti delle criptovalute. Questo ammesso che il processore non si riveli un’arma a doppio taglio, rendendo i consumi energetici dell’auto antiecologici, a dispetto delle sue premesse e dell’immagine dell’azienda, che similmente a quanto è avvenuto con la ben più nota Tesla, si sono rivelate controproducenti con un supporto al Bitcoin molto più indiretto.

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Bisogna dunque rimanere guardinghi al di là dei facili entusiasmi e attendere di osservare come si sarà evoluto il mutevole mercato delle criptovalute, ma sopratutto la sua legislazione da qui al 2023, quando dovrebbero essere consegnati i primi modelli.

Come funziona una miniera di criptovalute?

Le miniere di criptovalute che funzionano seguendo un vero proprio modello di business, sono enormi capannoni o centri, dentro il quale migliaia di processori elaborano i dati crittografici della blockchain, al fine di validare le transazioni e i processi a sostegno del funzionamento del loro funzionamento.

Questi sistemi di cui ad esempio la Cina ha fatto una vera e propria industria, sono responsabili del consumo energetico dietro le valute digitali, tale che di alcune di esse sono degli asset altamente energivori e antiecologici. Esse sono sostenute da sistemi elettrici, che in alcuni casi come nello Xinjiang, per riuscire a tagliare i costi di produzione vengono alimentati con il carbone.

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