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Economia e Finanza

La strategia di investimento da adottare oggi per proteggere il capitale

I prezzi del petrolio e del gas continueranno a mantenere gli attuali record di prezzo per tutta la settimana. Almeno fino a dopo le elezioni francesi. Esiste una strategia di investimento funzionale all’attuale contesto?

La forte dipendenza dal gas russo si affianca alla prossima decisione dell’embargo dell’Ue e della volontà cinese di fermare le esportazioni delle due materie prime.

Le sanzioni finanziarie adottate hanno effetti immediati di deterrenza, ma si rivelano nel lungo periodo insostenibili per entrambe le parti. Esse ci hanno esposto a rischi energetici ed economici su cui siamo chiamati a intervenire strutturalmente. Quali dovrebbero essere le strategie degli investitori per proteggere il loro capitale?

In questo contesto la volatilità delle materie prime è un elemento centrale da considerare per proteggere il portafoglio dall’aumento dell’inflazione. I risparmiatori hanno a disposizione una gamma di investimenti difensivi. Tra questi le obbligazioni a breve termine come quelle cinesi, il Dollaro, lo Yuan, nonché le azioni ad alto dividendo.

Materie prime; un asset da evitare?

È difficile stabilire quanto ancora potrà salire il prezzo delle materie prime. È tuttavia sconsigliato pensare di impostare un ingresso long dati gli attuali massimi e la grande volatilità di questo settore oggi. Tra quelle più volatili ci sono oltre a gas e petrolio, palladio e nichel. Questo metallo fondamentale per la produzione di auto elettriche, ha toccato i massimi storici otto di marzo arrivando a quota 81.050 dollari alla tonnellata dopo una fiammata di quasi 70% in sole 24 ore.

Il palladio invece è un metallo prezioso particolarmente scarso, è la chiave per i dispositivi di controllo sull’inquinamento dei veicoli con motori a combustione. Le sue proprietà fisico chimiche che lo rendono un ottimo catalizzatore, trasformando una parte delle emissioni nocive in anidride carbonica e vapore acqueo. Esso è utilizzato per elementi di pannelli fotovoltaici e celle a combustibile, utilizzante anche nei veicoli elettrici, dato il loro elevato rendimento. La produzione del Palladio dipende dalla Russia che è la prima nazione, con una quota di mercato del 40%.

La strategia di investimento da adottare in vista delle ricadute economiche

Dal punto di vista delle ricadute economiche tutto ciò sta aumentando i rischi di instabilità politica e c’è di conseguenza una maggiore pressione sul debito pubblico. In particolare il deficit fiscale è alimentato dalle continue erogazioni di sussidi, necessari a limitare le perdite per famiglie e imprese e sostenere la crescita.

Un altro modo per diversificare il rischio è guardare alle economie dei mercati emergenti. Il 70% dei Paesi emergenti sono esportatori di materie prime. L’aumento dei prezzi delle materie prime darà probabilmente una spinta significativa alle eccedenze delle partite correnti di un certo numero di Paesi in questi mercati. Tra queste Medio Oriente con i Paesi Opec e l’America Latina con Paesi come il Brasile saranno probabilmente i principali beneficiari.

Il progetto dell’Egitto sulle energie rinnovabili

In medio oriente anche l’Egitto emerge tra gli altri per la sua volontà di diventare un centro internazionale per gli investimenti nelle energie rinnovabili. L’Egitto sta cercando di accelerare l’approvazione di progetti di idrogeno verde per attirare investimenti stranieri e fare della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina un modo per rinnovare il Paese.

In questo modo, l’Egitto secondo le direttive del presidente egiziano Abdelfatah al Sisi, sta lavorando per attivare i protocolli d’intesa che sono stati firmati sulla produzione e l’esportazione di idrogeno verde. Uno degli obbiettivi è la cooperazione dell’Unione europea con il Paese che fornirà gas verde e idrogeno sia all’Unione che al resto della regione.

Questi paesi possono offrire obbligazioni ad alto rendimento utili per proteggere il capitale dall’erosione dell’inflazione. Naturalmente l’inflazione accompagnata a una bassa crescita non rende possibile un’asset allocation ideale. Spesso, in tempi come questi, si tratta di scegliere la soluzione meno peggiore.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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