La nuova strategia europea: accettare le sofferenze economiche per fermare la Russia

Il vertice informale di Versailles non sarà ricordato nella storia per i suoi risultati eccezionali. Il rischio per l’Unione Europea e per l’Italia è tanto alto quanto il potenziale di cambiamento.

I capi di stato e di governo si sono accontentati di una dichiarazione sull’Ucraina in guerra e una tabella di marcia su energia, difesa ed economia.

Stategia europea

La reggia teatro dell’incontro conclusosi venerdì, ha messo a confronto i leader europei sulla direzione che economia, difesa e industria dovranno prendere nei prossimi mesi. Sebbene questi debbano nel concreto essere ancora avviati, il momento è in chiave storica un passo decisivo per costruire quell’ideale di nazione mancato sostanzialmente fino a oggi. Questi primi 20 giorni di guerra hanno palesemente modificato la strategia europea e chiarito sicuramente meglio la sua politica estera.

Anche l’Italia che aveva in passato mostrato un’intesa con la Russia di Putin mostra oggi una posizione senza compromessi. È evidente per i capi di Stato e di Governo dell’UE che Putin non vuole la pace, la riunione in videoconferenza di sabato tra Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Putin non ha portato a nulla. “Siamo davanti a un muro. Il peggio è davanti a noi”, ha detto ieri il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian.

La nuova strategia europea: seguire la strada degli USA per fermare la Russia

A questo punto l’Europa esce dal vertice di Versailles coinvolta più che mai nelle decisioni che riguarderanno le reazioni al conflitto con la Russia. A questo proposito nelle carte da giocare dell’Unione Europea restano fuori solo le sanzioni che riguardano l’importo di gas e petrolio. Questo costringerà l’UE a seguire la scelta degli Stati Uniti e può portare il continente a quello che, dati gli effetti, potrebbe essere davvero un Recovery di guerra.

Nella Reggia di Versailles i leader Ue si sono trovati quindi davanti a un punto di non Se Bruxelles si prepara a voltare le spalle a Mosca, per farlo servono le risorse. Il piano proposta da Emmanuel Macron comincia a farsi spazio, a convincere non solo Francia, Italia e Spagna. E c’è già una stima che avrebbe messo sul tavolo l’Ue: duemila miliardi per i prossimi 5-7 anni per coprire il fabbisogno di investimenti del Vecchio Continente.

Il Consiglio europeo di fine marzo potrebbe dare seguito all’inizio dei provvedimenti che saranno definiti nel corso di ulteriori incontri fino a maggio. La Commissione si è mossa con il piano RepowerEu, preparando misure di breve e lungo periodo. La separazione dei prezzi dell’elettricità dal gas, proposto da mesi dalla Spagna, non è più un tabù e con esso un limite all’incremento ai prezzi del gas.

La nuova strategia europea: fine dei finanziamenti miliardari al mercato russo

Dall’inizio della guerra il 24 febbraio, gli stati membri dell’Ue hanno versato quasi 5 miliardi di euro nelle casse russe per gas, 3,5 miliardi circa per il petrolio e 500 milioni per il carbone. Il finanziando indiretto alla guerra di Putin non può essere sostenuto a lungo, tuttavia l’uscita graduale negli anni dal commercio di queste materie prime con la Russia non è una soluzione adatta alle tempistiche necessarie oggi. “In periodo di guerra bisogna accettare di farsi male, il che significa tagliare immediatamente le forniture di gas e petrolio all’Europa”, ha detto ieri l’ex ministro degli Esteri francese, Dominique de Villepin.

Gli effetti sul made in Italy e il comparto tessile e calzaturiero

L’Ue, come gli altri partner del G7, introdurrà per primo un mini embargo sulle importazioni di beni essenziali nel settore del ferro e dell’acciaio. Saranno vietati i nuovi investimenti europei per l’esplorazione e la produzione dell’energia. Infine, dopo la resistenza superata dall’Italia l’Ue vieterà le esportazioni dei beni di lusso. Le ultime sanzioni per la Russia rischiano infatti di pesare per il made in Italy: Borse, calzature, accessori, come cinte e portafogli, abbigliamento di lusso e gioielli italiani non potranno più raggiungere i ricchi consumatori di Mosca e dintorni. A soffrire non sarà soltanto l’alta moda italiana come Gucci, Prada, Fendi, Bottega Veneta, Armani, Bulgari o Salvatore Ferragamo. Sarà infatti tutto comparto del tessile e del calzaturiero che lavora anche per altre case europee esposte verso la Russia, a essere coinvolto.

Le sanzioni andranno dunque a colpire due settori molto rilevanti, soprattutto per Italia e Francia. Il comparto del tessile e abbigliamento italiano, vende in Russia circa 1,5 miliardi di euro l’anno e rappresenta circa il 3% delle esportazioni complessive italiane del settore nel mondo. Mosca ha reagito annunciando il blocco delle esportazioni di zucchero bianco e grezzo fino al 31 agosto e di grano, segale, orzo e mais fino al 30 giugno. Autorizzerà l’esportazione di grano con singole licenze.

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