Superbonus 110%: la cessione dei crediti sul conto corrente è ancora possibile in queste 4 banche

Buone notizie per chi è alle prese con il Superbonus 110%, il meccanismo di cessione dei crediti rimane in vigore in diversi istituti bancari.

Nonostante lo stop a nuove risorse per prorogare la misura, sono almeno quattro le banche che accettano ancora la cessione del credito.

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Stock.Adobe

Il Superbonus 110% è stato introdotto con lo scopo di incentivare le ristrutturazioni volti a migliorare l’efficienza energetica degli immobili. Sono stati molti i cambiamenti che si sono succeduti nel corso del tempo in termini di accessibilità ai rimborsi, sia per le aziende che per i privati. In tale ambito è utile sapere che oggi ci sono ancora quattro banche che accettano la cessione del credito. Ecco di quali si tratta.

Consapevoli del potenziale della richiesta del servizio molte banche hanno predisposto un’offerta dedicata al SuperBonus 110%, consentendo così ai propri clienti di cedere loro i crediti di imposta.

Il beneficio per i clienti è quello di incassare subito il corrispettivo della cessione del bonus. La liquidazione del corrispettivo spettante può venire mediante accredito sul proprio conto corrente. In questo modo si evita di attendere il recupero delle detrazioni fiscali mediante le quote annuali, come previsto dalla normativa in vigore.

Supebonus; gli istituti che hanno interrotto l’erogazione dei crediti e quelli che li mantengono in vigore

Tra gli istituti che hanno interrotto l’erogazione dei crediti del Supebonus 110% con questo tipo di servizio sono: Banca Generali, Banca Sella, Bnl, Banco Bpm e Credem. Oltre queste anche Fineco, Intesa San Paolo e Unicredit.

Allo stesso tempo, l’opportunità della cessione del credito rimane invece disponibile in quattro istituti: Poste Italiane, Bper Banca, Banco Desio e Mps. Ogni istituto applicherà le proprie condizioni in base alla tipologia di lavori e alle garanzie richieste. Oggi il Fisco è diventato particolarmente severo nell’evitare la perpetuazione di truffe. Secondo una circolare diramata dall’Agenzia delle Entrate a farne le spese potranno essere non soltanto i diretti responsabili ma anche gli intermediari che hanno concorso per negligenza o inadempienza alla messa in opera delle stesse.

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