Gli Italiani continuano a contare sulle agevolazioni economiche del Governo; tra quelle che più hanno saputo far breccia il Superbonus 110%, che oggi rischia di esaurire i fondi con cui è stato stanziato.
Una misura criticata da molti sin da prima della sua applicazione, ma che ha rimesso al centro l’interessa per una fetta importante del patrimonio delle famiglie italiane; la casa.
Il Superbonus 110% ha rivelato tuttavia un costo molto più alto rispetto alle aspettative iniziali. I costi per avviare i lavori necessari per le ristrutturazioni, più che triplicati perché il 110% toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo. Lo stesso Mario Draghi ha criticato la misura, frutto della volontà ma anche del compromesso tra le forze politiche.
Nonostante le polemiche, il Superbonus 110% pare aver continuato a fare colpo nella mente degli italiani. Gli ultimi dati pubblicati da Enea l’ente pubblico di ricerca italiano, controllato dal ministero della Transizione ecologica, rivelano tuttavia come i fondi stanziati durante questa legislatura sarebbero esauriti.
A oggi, i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi, di cui circa 4 si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura. L’ultimo rapporto dell’istituto mostra che alla fine di maggio erano in corso ancora 172.450 interventi edilizi incentivati. Il valore complessivo di queste detrazioni ammonta a 33,7 miliardi di euro con coperture pari a soli 33,3 miliardi.
Tra gli interventi più onerosi che possono probabilmente portare alla fine del finanziamento quelli più soggetti a speculazioni: il bonus facciate e il classico ecobonus, per i quali però erano previsti pochissimi controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Per il momento il quadro rimane complesso ma è molto probabile che il costo non sia sostenibile ancora a lungo. Questo anche in quanto le coperture messe in campo non tenevano conto delle vicende internazionali e quindi dell’inflazione fuori controllo.
Non è possibile additare a una sola tipologia di intervento la spesa principale dei fondi; milioni di cittadini hanno aderito all’agevolazione e le abitazioni coinvolte rientrano in tutte le categorie. Quasi la metà dei lavori e degli investimenti avviati riguarda i lavori condominiali, mentre il resto è diviso tra edifici unifamiliari e immobiliari funzionalmente indipendenti.
Il quadro cambia per chi attende il via libera per avviare i cantieri, il rischio è infatti che le regioni possano vedere sospendere l’autorizzazione e quindi le detrazioni. Tra quelle maggiormente interessate dai lavori c’è la Lombardia, quasi 26 milioni e mezzo di edifici per un totale di oltre 5 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione. Un provvedimento che ha avuto il successo di contribuire in maniera decisiva a quel 6,6% di crescita del Pil, con ricadute positive a lungo termine sulla riduzione dei consumi energetici e a breve sull’occupazione, ma che ora rischia di incidere troppo sui conti pubblici.
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