Superbonus, la cessione del credito non funziona nei condomini: le imprese fermano i lavori

Superbonus 110%, problemi con la cessione del credito e i lavori nei condomini. Le imprese si fermano in attesa che la conversione in legge del Decreto Aiuti cambi la situazione.

Le banche bloccano l’acquisto dei crediti fiscali, le imprese fermano i lavori e i condomini rimangono cantieri abbandonati. I Bonus edilizi faticano ad andare avanti.

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Due anni e mezzo fa circa il Governo ha attivato il Superbonus 110% oltre ad altri Bonus edilizi per le facciate e le ristrutturazioni. L’obiettivo era far ripartire un settore in fase di stallo spronando i cittadini a rivolgersi alle imprese per ammodernare condomini e villette in un’ottica di riqualificazione energetica. Un progetto teoricamente ottimo che, però, sul piano pratico ha incontrato delle difficoltà. Basti pensare alle sedici modifiche normative attuate nel corso di trenta mesi per cercare di strutturare la misura nel migliore dei modi. Integrazioni, cambiamenti, correzioni degli articoli che non hanno fatto desistere i cittadini dall’idea di risparmiare ristrutturando la propria abitazione. Le imprese, poi, fiduciose nello Stato hanno accettato i lavori pensando di avere accesso ad un plafond sufficiente per portare a termine gli interventi. La cessione del quinto e lo sconto in fattura, invece, stanno riservando brutte sorprese sia alle imprese stesse che ai contribuenti.

Superbonus e cessione del credito, siamo davanti ad un grande problema

Quattro modifiche apportate a cinque provvedimenti hanno provocato la riduzione del plafond disponibile per la compensazione. Ciò significa una sola cosa, difficoltà nel reperire soggetti disposti ad acquistare il credito. Le conseguenze si notano prevalentemente a livello di interventi sui condomini dato che la situazione con riferimento alle villette unifamiliari è più gestibile per il minore investimento medio.

Ad oggi, dunque, i condomini con ponteggi e impalcature montate da mesi sono numerosi ma nessuno vi sta lavorando. Le imprese si sono fermate dato che, pur avendo a carico cospicue detrazioni fiscali, si ritrovano senza liquidità per poter sopravvivere e poter terminare ciò che avevano iniziato. Causa del disagio il cambio in corsa della normativa che ha creato una condizione paradossale. La mancanza di soldi comporta per l’azienda il licenziamento obbligato di molti operai con la conseguenza di non avere più la manodopera necessaria per continuare gli interventi. Inoltre i fornitori continuano a chiedere maggiori garanzie e minori crediti e non inviano più materiali al cantiere prima di vedere il denaro.

Quali sono le previsioni per il prossimo futuro

La speranza è che la conversione in Legge del Decreto Aiuti possa risultare la mossa vincente per sbloccare banche, imprese e lavori. L’obiettivo è dare maggiori certezze a chi acquisterà crediti garantendo continuità e mantenimento delle promesse evitando ulteriori cadute dall’altalena normativa. Gli istituti di credito stanno uno ad uno esaurendo il plafond – è notizia di ieri il blocco dei crediti da parte di una nota banca – e le prospettive sono nere. Urge un intervento tempestivo di tutte le forze chiamate in causa – Governo, Camera, Senato – che possa al più presto rassicurare banche, imprese e contribuenti e rilanciare senza passi falsi il Superbonus 110% e gli altri Bonus edilizi.

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