Tassi di interesse: cosa sono e come si calcolano, la verità che non ti aspetti

I tassi di interesse sono di assoluta importanza perché in pratica da essi dipende il costo del denaro. Vediamo come si calcolano e quanti tipologie ne esistono.

Avere una panoramica chiara ed esaustiva sui tassi di interesse è quantomai utile per capire la propria situazione finanziaria, visto che essi rappresentano il costo del denaro. Chi intende migliorare le proprie finanze e si trova a fare i conti con carte di credito, risparmi, investimenti e mutui deve necessariamente conoscerli per poter seguire il loro andamento e muoversi di conseguenza.

tassi di interesse
Foto Trading.it

Il tasso di interesse è a tutti gli effetti il costo del denaro, costo che si manifesta in maniera diversa a seconda della parte in cui ci si trova: se si chiede un finanziamento alla banca gli interessi applicati saranno il corrispettivo da versare all’istituto di credito per avercelo “prestato”. Al contrario se si investono soldi ad esempio in titoli o in un conto deposito l’istituto di credito applicherà un tasso di interesse che è la ricompensa per l’investitore.

Come si calcola il tasso di interesse

Il tasso di interesse esiste per proteggersi dall’eventuale rischio di insolvenza cui banche e creditori si espongono concedendo un prestito. La maggiorazione della cifra da restituire mette così al riparo da eventuali perdite e il tasso di interesse viene stabilito a seconda di vari fattori di rischio che ricordiamo sale più è elevato il rischio. I principali fattori di rischio sono:

  • Garanzia: quando è presente una garanzia il calcolo del tasso di interesse viene calcolato sulla base di questa. Ci sono contratti in cui si mette un’ipoteca su un bene reale, come un’immobile o una garanzia personale per cui il tasso è meno elevato;
  • Rischio del debitore: è quel tipo di rischio che corre il debitore che potrebbe non riuscire a rimborsare la somma e nel caso dei mutui è definito rischio del mutuatario;
  • Durata contrattuale: in caso di contratto molto lungo i rischi sono maggiori ed anche i tassi di interesse si alzano;
  • Inflazione: è un fattore che incide molto sui tassi di interesse tanto che quando è molto elevata il tasso di interesse su debitore e creditore ha meno incidenza.

Tasso di interesse semplice e composto

I tassi di interesse si possono differenziare in diverse tipologie ma forse la distinzione da cui dobbiamo partire per conoscerli è tra tasso semplice e tasso composto. Il tasso di interesse semplice è quello che riguarda in genere finanziamenti a breve termine e si calcola sulla cifra originaria data in prestito. Calcolarlo non è difficile in quanto è sufficiente moltiplicare la somma per il tasso giornaliero applicato e i giorni di durata del finanziamento.

Il tasso di interesse composto si calcola invece sulla cifra originaria alla quale si aggiungono degli interessi maturati in un preciso periodo di tempo. E’ facile intuire che la somma iniziale cresca più velocemente per l’effetto degli interessi. In genere si applica nel settore degli investimenti in quanto consente di aumentare rapidamente il capitale perché gli interessi già maturati si possono subito reinvestire.

Tasso nominale e tasso effettivo

Un’altra distinzione è quella che riguarda il tasso nominale e il tasso effettivo. Il primo conosciuto come Tasso Annuo Nominale, TAN, è il cosiddetto tasso puro che si applica ad un prodotto finanziario. Non considera gli oneri accessori e i costi di gestione e si manifesta in percentuale.

Il tasso di interesse effettivo, riconoscibile con la sigla TAEG che sta per Tasso di Interesse Effettivo Globale è quello che considera i costi di gestione e le commissioni per cui chi richiede un finanziamento dovrà valutare attentamente la spesa che dovrà poi accollarsi.

I tipi di tassi della Banca Centrale Europea

Gli istituti di credito italiani, come quelli di altri Paesi, ricevono denaro dalla BCE ed anche loro si vedono applicare un tasso di interesse, in base al quale poi le stesse banche determinano il tasso di interesse per concedere finanziamenti e mutui ai propri correntisti. La Banca Centrale Europea applica diverse tipologie di tassi: vediamo quelli più diffusi:

  • Euribor: è il tasso di interesse medio che interessa le transazioni tra le diverse banche europee, quando avvengono scambi di denaro tra di loro. L’Euro Inter Bank Offered Rate è quindi il tasso relativo ai prestiti fra istituti di credito;
  • Tasso BCE: il più famoso è il BCE, il tasso di riferimento del sistema economico dell’Europa. E’ l’indicatore più seguito che regola le politiche creditizie tra Stati e clienti. Spesso sentiamo parlare di abbassamento dei tassi: ciò avviene quando occorre favorire nuovi investimenti e l’economia è in sofferenza. La BCE alza i tassi quando le cose vanno meglio e l’economia corre;
  • IRS (o EURIRS): L’IRS viene usato per stabilire i tassi dei mutui a tasso fisso. L’Interest Rate Swap è il tasso medio che gli istituti di credito applicano per stipulare swap a copertura del rischio;
  • LIBOR: Il Libor è in pratica l’Euribor inglese, ovvero il tasso medio che serve alle banche londinesi per scambiarsi il denaro;
  • EONIA: la sigla che sta per Euro OverNight Index Average è il tasso medio che le banche utilizzano per dare o chiedere prestiti brevi, della durata di un giorno o una notte.

Tasso fisso e tasso variabile

Molto più conosciuta la differenza tra tasso fisso e tasso variabile. Chi sta per accendere un mutuo avrà a che fare con questa distinzione dei tassi di interesse. Come suggerisce il nome il tasso fisso non cambia per tutta la durata del prestito mentre quello variabile cresce o diminuisce in base all’andamento del tasso Euribor. Quindi conviene scegliere il tasso fisso o quello variabile? La risposta non è semplice perché tutto dipende dall’andamento dell’economia.

Ad esempio scegliendo il tasso fisso si è certi che anche in caso di aumento dei tassi non si è soggetti alla loro crescita ma allo stesso modo se i tassi scendono dopo aver firmato il contratto non si potrà beneficiarne. Stesso discorso per il tasso variabile: se l’Euribor diminuisce il debitore può risparmiare sui tassi di interesse mentre se il paramento si alza anche le rate da versare subiranno un rialzo.

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