Tracollo BTP a 7 anni: grande preoccupazione per i risparmiatori e non solo

A causa dell’inflazione si è assistito ad un tracollo BTP a 7 anni con scadenza ad agosto 2029. Il prezzo da inizio anno è crollato: ora si mette male.

Il crollo del valore dei BTP a 7 anni ha lanciato l’allarme per l’intero mercato. Ormai oi titoli di Stato italiani più redditizi offrono ai risparmiatori un rendimento netto pari al 3,5%.

Tracollo BTP a 7 anni: grande preoccupazione per i risparmiatori e non solo

Il superamento della soglia critica è stato confermato dall’esplosione dei rendimenti dei BTP a 7 anni, con scadenza primo agosto 2029 e cedola al 3%.

La preoccupazione nasce dal fatto che fino a ieri il BTP a 7 anni offriva un rendimento lordo del 2,7%, che tradotto equivale ad un rendimento netto del 2,36%.

Il Buono del tesoro con scadenza il 1°agosto 2029, ad inizio 2022, aveva un rendimento che non superava lo 0,7% netto.

Nel giro di soli 4 mesi ha registrato un deprezzamento superiore al 12%. Il valore del rendimento è esploso provocando il tracollo dei BTP a 7 anni.  Perché questo bond è così importante?

Tracollo BTP a 7 anni: cosa accadrà ora?

I BTP a 7 anni è un buono del tesoro particolarmente significativo, il cui andamento viene monitorato perché rappresenta uno strumento sentinella per il debito pubblico italiano.

Di fatto questo bond ha una durata di 7 anni e circa 3 mesi, che rappresenta anche la vita residua media del debito pubblico italiano. È dunque chiaro che il BTP 2029 è particolarmente osservato da esperti e investitori, per capire quale potrebbe essere l’andamento del mercato e del costo dei nostri bond.

La soglia critica era stata fissata ad un rendimento del 2,3%. Questo valore indica il costo del debito italiano nel 2021, ovvero il rapporto tra la spesa per gli interessi e lo stock del debito pubblico riferito all’anno scorso.

BTP 2029: c’è grande preoccupazione per la spesa interessi

Non è la prima volta la spesa per gli interessi sale fino a diventare troppo alta. Finora, il Tesoro è sempre stato capace di abbassare la suddetta spesa, in relazione al valore assoluto e al PIL.

Ad oggi quest’opportunità è stata resa possibile perché il costo medio di emissione dei nuovi titoli è sempre stato inferiore rispetto ai titoli arrivati in scadenza.

Purtroppo, ci troviamo in un periodo storico nuovo in cui il trend ha preso un’altra direzione.

Attualmente se lo Stato Italiano emettesse titoli di una durata media di 7 anni, rischierebbe di affrontare i costi, per il pagamento degli interessi, superiore a quelli spesi sui titoli in scadenza.

L’importanza del BTP 2029 è proprio quello di permettere, attraverso la sua analisi, di capire qual è la spesa per interessi in valore assoluto. In questo caso, tale bond ci sta indicando che dopo oltre 10 anni di cali, il valore assoluto per la spesa degli interessi inizia a crescere.

Le cause del fenomeno

Secondo alcuni analisti, i mercati stanno subendo una sovrastima dovuta alla svolta monetaria della BCE.

Nel caso, invece, dei mercati che stanno subendo una sottostima, le ragioni sono da ricercare nella svolta preparata dalla Fed.

Ci stiamo riferendo alla certezza che in America, nel 2022, avverranno 4 strette monetarie da €0,25 l’una. Secondo alcune stime potrebbe esserci anche una quinta stretta del 90%.

Ma non sarebbe finita qui, secondo gli investitori potrebbero arrivare almeno altre due svolte monetarie dalla BCE, anche nel 2023. Qualora queste previsioni dovessero essere confermate il tasso Fed salirebbe al 1,8%.

Quella appena descritta è la situazione dei mercati internazionali, che aggrava ulteriormente quelli dell’Eurozona, che sono particolarmente colpiti dall’aumento dei prezzi per il costo delle materie prime e del gas in particolare.

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