Tredicesima senza tasse: così la mensilità aggiuntiva sarà più alta

In occasione della conferenza stampa di presentazione del Decreto Aiuti quater, la Meloni ha parlato di una tredicesima senza tasse.

La maggior parte dei lavoratori con contratto di lavoro subordinato, in occasione del mese di dicembre, percepisce una mensilità aggiuntiva che prende il nome di tredicesima. In sostanza, si tratta di un contributo aggiuntivo previsto dalla normativa italiana che ha lo scopo di offrire un sostegno economico alle famiglie.

Tredicesima senza tasse
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Oggi, più che mai, la tredicesima mensilità di dicembre rappresenta una vera e propria boccata d’aria per milioni di famiglie e cittadini italiani. Ad ogni modo, la tredicesima spetta solo ai lavoratori dipendenti del settore pubblico che del settore privato.

L’importo relativo alla mensilità aggiuntiva di dicembre viene definita retribuzione differita, perché matura ogni mese. Dunque, la somma di denaro che il lavoratore percepisce corrisponde alla propria retribuzione media mensile.

In base a quanto previsto dalle leggi attualmente in vigore, l’importo della tredicesima è sottoposto a tassazione.

Ma, stando alle dichiarazioni della Premier Meloni, l’intenzione del Governo è quello di detassare la mensilità aggiuntiva. Ma è davvero così?

In che modo, la tredicesima sarà è tassata? La tredicesima senza tasse riguarderà tutti i lavoratori o solo una categoria?

Tredicesima senza tasse: facciamo chiarezza

La tredicesima è una mensilità extra che spetta al lavoratore dipendente, sia del settore pubblico che del settore privato, e chi viene erogata nel mese di dicembre.

Al pari della quattordicesima, anche la tredicesima rappresenta una retribuzione differita. Infatti, l’importo matura mensilmente per poi essere erogato a dicembre come mensilità addizionale

Alcuni contratti collettivi nazionali prevedono la possibilità che la tredicesima mensilità venga pagata a rate. Generalmente questa soluzione è prediletta dalle imprese di piccole dimensioni che, in questo modo, riescono ad ammortizzare il pagamento di una mensilità.

La tredicesima, dunque, spetta a tutti lavoratori con contratto subordinato e anche ai pensionati, a prescindere dalla natura dell’assegno pensionistico. L’importo della tredicesima si calcola in base allo stipendio annuo lordo.  Fermo restando che le modalità di calcolo possono variare a seconda del CCNL, ma la formula è la stessa per tutti i lavoratori.

In sostanza per sapere qual è la tredicesima che il lavoratore andrà a percepire e basta conoscere lo stipendio lordo mensile e moltiplicarlo per i mesi lavorati. Il risultato andrà poi diviso per 12.

Nel calcolo della tredicesima netta non sono applicate le detrazioni da lavoro dipendente e carico familiare, per questo motivo l’importo della mensilità aggiuntiva è generalmente più basso rispetto allo stipendio. Attualmente anche sulla tredicesima mensilità è previsto il pagamento dei contributi.

Per quanto, invece, riguarda il versamento dell’IRPEF vengono applicate le stesse regole previste per la retribuzione. Dunque, occorre prendere in considerazione gli scaglioni IRPEF che partono da un minimo del 23% fino a €15.000. Occorre, poi, aggiungere la quota di contributi previdenziali a carico del lavoratore pari al 9,19%. E, dal calcolo della tredicesima, occorre detrarre anche i contributi sociali e le anticipazioni di rate per l’INAIL.

Cosa hai intenzione di fare il Governo

Ora che sappiamo cos’è la tredicesima e in che modo è tassata, proviamo a capire cosa ha intenzione di fare il governo Meloni.

Intervenuto nel corso di una conferenza stampa per la presentazione del Decreto aiuti quater, il presidente Giorgia Meloni ha parlato della volontà di detassare la tredicesima mensilità.

La notizia ha destato l’interesse di milioni di lavoratori dipendenti che ora sono curiosi di conoscere i dettagli relativi alla questione.

Prima della Premier, l’argomento era già stato introdotto dal Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. Intervenuto nel corso dell’Audizione sulla nota di aggiornamento al Def, Giorgetti ha chiarito che la misura di detassazione della tredicesima rientra nel progetto dell’innalzamento del tetto del fringe benefit.

Ci stiamo riferendo dunque la possibilità che le imprese possano erogare ai propri dipendenti una sorta di bonus in busta paga. In particolare, la soglia esentasse passa da 600 a 3000 euro e può essere inserita direttamente dal datore di lavoro in busta paga.

L’agevolazione è stata, poi, battezzata come una tredicesima senza tasse.

In sostanza, la tredicesima mensilità, così come la conosciamo oggi, non subirà alcuna variazione.

Tuttavia, innalzando il tetto di esenzione al pagamento delle tasse per i fringe, è come se i lavoratori percepissero un’altra mensilità nell’arco di un anno.

Panoramica sui Fringe benefit

Con l’approvazione del Decreto legge aiuti quater avverrà l’innalzamento del tetto per i fringe benefit da 600 a 3000 euro. Ovviamente, i fringe benefit che superano i suddetti limiti saranno sottoposti a tassazione, perché concorreranno alla formazione del reddito imponibile.

Nel presentare tale novità, il Ministro del lavoro, Marina Calderone, si è espressa in questi termini:

“È un intervento importante che in questo momento, poi, consente in prossimità della fine dell’anno di sostenere anche quelle che sono le integrazioni alle tredicesime mensilità che possono aiutare le famiglie. L’innalzamento del tetto consentirà entro il 31 di dicembre alle imprese, a tutti i datori di lavoro, di poter intervenire per sostenere ulteriormente i lavoratori e le lavoratrici attribuendo loro a titolo di fringe benefit o a titolo di somme a ristoro delle spese fatte per l’energia e per le altre utenze domestiche un importo superiore.”

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