Cosa si intende per vendita allo scoperto e qual è la sua funzione nel trading

La vendita allo scoperto chiamata tecnicamente short selling è un’operazione finanziaria che consiste nella vendita di strumenti, che alcuni caso possono non essere posseduti dal venditore.

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A seconda del mercato e dello strumento finanziario è possibile effettuare vendite allo scoperto o aperture di operazioni short, diversamente è possibile andare short soltanto successivamente all’acquisto dell’asset.

La vendita allo scoperto si effettua se il trader ritiene che il prezzo al quale gli strumenti finanziari si riacquisteranno saranno inferiori al prezzo a cui sono stati venduti. Tendenzialmente il trader si aspetta l’inizio o la prosecuzione di una tendenza ribassista.

Come avviene una vendita allo scoperto?

La vendita allo scoperto avviene vendendo un asset con la promessa contrattuale di acquistarlo a un certo prezzo. Questo può risultare in un profitto qualora il mercato segua il trend ribassista o diversamente in una perdita, qualora il valore dell’asset salga oltre il prezzo di vendita iniziale. Nei mercati derivati questa pratica è la normale alternativa alle posizioni long ovvero rialziste.

Potrebbe sembrare un concetto confuso, ma in realtà è un approccio piuttosto semplice. Quando vendi un titolo allo scoperto il tuo broker o l’intermediario ti presterà il controvalore e venderà al tuo posto lo stesso quantitativo del titolo da lui stesso detenuto. In questo modo dovrà solo attendere che tu decida di chiudere l’operazione riacquistando l’asset.

Se il prezzo scende, puoi effettivamente riacquistare il titolo al prezzo più basso e ottenere un profitto sulla differenza. Diversamente se il prezzo è salito devi ricomprarlo a un prezzo più alto e il trade si concluderà con una perdita.

Sugli strumenti derivati gli acquisti si alternano alle vendite allo scoperto, in quanto l’asset è un astrazione rispetto al sottostante, a cui è legato soltanto in relazione al suo prezzo. Diversamente accade nei mercati come quello azionario, in cui il titolo è effettivamente un contratto di acquisto di una percentuale dell’azienda. In questo senso risulta più difficile la possibilità di vendere qualcosa di materiale che non si possiede.

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Per quale motivo le vendite allo scoperto vengono vietate?

Spesso in casi di crisi generalizzate dell’economia lo short selling viene sospeso in quanto diventa eccessivamente oneroso per le aziende. Queste devono sostenere una pressione ribassista derivante dalla svalutazione del titolo, ciò è dovuto alla liquidazione degli investimenti e allo stesso tempo di nuove aperture short in ottica speculativa.

La short seller scommette, come accaduto anche durante la crisi del 2019 2020, sul generale deprezzamento dei mercati causato sia dall’incertezza sul futuro dell’economia sia dal panico dovuto alle repentine e profonde variazioni negative del prezzo. In generale gli investimenti consistono e quindi sono intesi come l’acquisto di asset che nel caso dei mercati finanziari, viene tenuto in portafoglio in attesa che il suo valore aumenti. Lo short seller invece investe in modo speculare a questa logica. Esso mantiene in portafoglio titoli che perdono sempre più valore nell’ottica di essere riacquistati a un prezzo inferiore alla vendita.

Quali sono i rischi della vendita allo scoperto?

Le vendite allo scoperto comportano molti rischi e insidie. I meccanismi di una vendita allo scoperto sono infatti sostenuti dall’assenza di fiducia nel valore dell’asset su cui si ha investito. Il trader tuttavia non dovrebbe risultare particolarmente influenzato in quanto ogni tendenza è il risultato dello squilibrio tra domanda e offerta. È semmai utile considerare come tendenzialmente questo genere di operazioni siano sostenute da un ottica di breve termine e da una mentalità più orientata alla speculazione.

Questo in generale rende più rapido, volatile ed erratico il movimento ribassista. Statisticamente infatti il mercato sul lungo termine tende ad apprezzarsi e il valore delle quotazioni aumentare. Una vendita allo scoperto può comportare perdite potenzialmente infinite, se un crollo ha un limite che coincide con lo zero un apprezzamento non ha invece nessun limite assoluto di variazione.

In terzo luogo, la vendita allo scoperto implica l’uso di un prestito da parte dell’intermediario e quindi una negoziazione a margine. Questo può causare una perdita superiore al capitale depositato, proprio come avviene con l’apertura in acquisto in vendita utilizzando la leva finanziaria. Vendere in ottica speculativa espone a rischi di subire effetti come lo squeeze di prezzo o improvvise inversioni della price action, dovuti alla base emotiva che giustifica l’investimento.

Operazioni short di trader diventati celebri

Alcuni trader sono passati alla storia per le loro vendite short che hanno conferito loro prestigio e denaro. Tra questi si possono citare

  • Peter Schiff è un agente di borsa e opinionista finanziario, diventato famoso per il suo sentiment ribassista sul mercato USA. Questo trader è infatti riuscito a premonire con qualche anno di anticipo il crollo del mercato dovuto alla crisi del 2008.
  • George Soros oggi novantunenne, è noto per aver guadagnato circa 1 miliardo di dollari con una sola operazione. Questo è avvenuto aprendo una posizione short contro la sterlina britannica nel 1992. George Soros è oggi un magnate che ha gestito il suo fondo comune per oltre 40 anni. Il suo patrimonio ammonta oggi a circa 8,4 miliardi di dollari.
  • Jesse Livermore è stato un agente di borsa divenuto leggendario degli anni ’20.  Il suo trade più famoso è stato proprio una operazione short durante lo storico crollo del mercato azionario USA 1929. Questo frutto al suo tempo 100 milioni corrispondenti a 1,5 miliardi di dollari odierni. Livermore era trader che usava fondi propri e tecniche originali combinati con l’analisi volumetrica.
  • Simon Cawkwell, noto anche come ‘Evil Knievel’, è uno dei più popolari trader ribassisti, è specializzato nell’analizzare società su cui investire in ottica ribassista. È diventato famoso per aver ha guadagnato 1 milione di sterline andando short sul mercato azionario all’indomani dell’11 settembre.
  • Paul Tudor Jones ha triplicato il suo capitale iniziale andando short sul crollo del mercato azionario del 1987, noto anche come Lunedì Nero. Paul Tudor Jones aveva allora soltanto 33 anni e riusci con le sue vendite allo scoperto a guadagnare circa 100 milioni di dollari. Oggi la sua fortuna, secondo i dati Forbes, è intorno ai 7 miliardi di dollari.
  • John Paulson John Paulson ha fatto fortuna investendo con operazioni short sui mutui subprime al culmine della bolla del credito del 2007. La sua società di gestione Paulson & Co avviata nel 1994 è divenuta famosa proprio durante la crisi del 2008 raggiungendo un picco che nel 2018 ammontava a 36 miliardi di dollari.
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