Come le grandi aziende USA dominano il mercato pubbliciatario

Amazon rappresenta globalmente il 13,7% dei prodotti venduti online e negli Stati Uniti incide per più del 54%. Oggi l’azienda sta diventando in grado di imporre il suo peso economico nel settore pubblicitario.

Amazon (AdobeStock)
Amazon (AdobeStock)

Amazon espande sempre più la sua influenza nel settore correlato all’e-commerce, con una crescita esponenziale che ha portato l’azienda a raggiungere nel 2020 un profitto medio di 1 miliardo di dollari al giorno. Amazon è in grado da sola di concorrere oggi nel settore pubblicitario, data l’accumulazione di informazioni relative alle preferenze di acquisto sul suo e-commerce, tramite il quale gestisce una parte considerevole del traffico online divenendo un diretto competitore di Facebook e persino Google.

Amazon.com si espande nel settore degli spazi pubblicitari sottraendo gradualmente quote di mercato a Google in quanto è da tempo in grado di generare un traffico diretto sulla sua piattaforma, senza che la richiesta sia effettuata usando il più noto motore di ricerca. Ultimamente la tendenza sta prendendo piede influendo anche sul rendimento di Facebook. Per anni il social network secondo negli Stati Uniti nel settore per quota di mercato, è riuscito a rimanere fuori dalle dinamiche competitive che coinvolgono i siti tradizionali, dato il diverso processo per il quale l’utente di un social network visualizza e viene indirizzato verso un prodotto, rispetto al modo in cui le informazioni vengono messe in evidenza per mezzo della digitazione su Google o direttamente su Amazon.

LEGGI ANCHE>>Crollano le azioni di Amazon: mai così male da oltre un anno

La privacy di Apple e la competizione tra i giganti del settore digitale

Tuttavia le modifiche sulle privacy di Apple avvenute a giugno, hanno ridato il controllo ai possessori di iPhone sulla gestione delle informazioni che vengono rilasciate durante l’utilizzo dei prodotti e le applicazioni della mela. Molti utenti hanno deciso di proteggere la propria privacy lasciando alle aziende un ridotto margine per pubblicizzare prodotti e servizi.

Amazon, che ha attualmente solo negli Stati Uniti circa 153 milioni di iscritti al suo servizio Prime, è stata per molte aziende la scelta più ovvia. La diversificazione che vede il passaggio da Facebook ad Amazon è ai suoi primordi, ma costituisce una importante premessa affinché il comparto possa trovare e provare un sistema diverso da Facebook, per riconsiderare costi e benefici e osservare gli effetti sul rendimento che l’e-commerce può avere rispetto a un social network.

Facebook consente alle aziende di avere il vantaggio di intrattenere rapporti diretti con i clienti e i consumatori e ottenere eventualmente un feedback diretto rispetto alle strategie commerciali. Nell’ultimo mese questo non sembra essere stato sufficiente per trattenere sul social network il settore pubblicitario, che ha visto diminuire i suoi introiti del 40%.

LEGGI ANCHE>>Le tre big-tech USA svelano le loro strategie per il futuro

La competizione nel social media marketing

Il mondo del marketing ha consolidato da tempo il suo business al pervasivo fenomeno dei social network. Le aziende in competizione per portare la loro presenza nei luoghi in cui gli utenti condividono opinioni e contenuti, hanno trovato il modo di promuovere scelte di consumo in modo molto più diretto ed efficace del tradizionale messaggio pubblicitario, basandolo sugli influencer o sugli opinion leader a cui viene affidata la campagna pubblicitaria. Gli utenti Apple che hanno deciso di revocare i permessi che permettono alle applicazioni di tracciare le proprie informazioni, hanno ridotto questo genere di funzioni del 75%, rendendo molto più difficile per le aziende nel settore digitale ottimizzare e indirizzare in modo efficace i messaggi pubblicitari.

Se fino a qualche anno fa Amazon temeva che le inserzioni pubblicitarie sul suo sito potessero complicare l’esperienza di navigazione e alienare il consumatore, oggi l’azienda di Jeff Bezos ha attualmente il 10,7% di tutta la pubblicità nel comparto digitale degli Stati Uniti. Mentre Facebook rimane seconda con il 25,4% subito dietro Google, con appena il 28,8%. Tuttavia in questo caso la quantità diventa secondaria al rendimento ottenuto dall’efficacia delle campagne. Gli investitori stanno attenti a cogliere segnali concreti per un inversione di tendenza ancora ai suoi primordi, che potrebbe premiare Amazon quando saranno stati accumulati dati statisticamente più significativi.

Impostazioni privacy