Dario Scannapieco, l’identikit di una figura chiave per l’economia italiana

Dario Scannapieco è nato a Maiori un paese sulla Costiera amalfitana nel 1967. La vita professionale dell’economista e manager italiano è segnata da incarichi di grande rilievo, che ha ricoperto sia per aziende private sia per istituzioni nazionali ed europee.

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Dario Scannapieco inizia la sua vita professionale dopo essersi laureato con profitto nel 1992 alla Luiss, in Economia e commercio. Consapevole delle sue capacità critiche e ambizioso, lavora inizialmente alla Sip. La Società Italiana per l’Esercizio delle Telecomunicazioni, è stata la principale azienda italiana del settore, diventata in seguito Telecom Italia. In questo ambiente a contatto con il dipartimento Pianificazione e controllo strategico, matura l’esigenza di un ulteriore ciclo di studi.

Volenteroso di approfondire l’attività manageriale in ambito economico, nel 1997 parte nel Regno Unito, frequentando il Master in business administration di Harvard. Al termine degli intensi due anni di corso torna in Italia. Il suo obiettivo è  entrare a lavorare per le istituzioni. Non avendo contatti nell’ambiente scrive lettere di presentazione di presentazione al presidente del Consiglio Romano Prodi, al ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, all’allora governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. Scrive anche a quello che allora era il direttore generale del Tesoro, Mario Draghi.

L’inizio della carriera istituzionale di Dario Scannapieco

Dario Scannapieco allora trent’enne richiamò l’attenzione di Draghi. Ricoprì con sorpresa un incarico come consulente del Ministero del Tesoro. Il ministero sotto la guida di Draghi era allora impegnato in un processo di privatizzazioni che avrebbero snellito il peso della pubblica amministrazione e reso più efficiente il paese.

Quell’anno costituisce la svolta della sua carriera. Le sue competenze gli valsero la fiducia di Mario Draghi che ne valorizza la figura come esperto di privatizzazioni e cartolarizzazioni. Ne pprezza la riservatezza più assoluta e l’indipendenza. Indifferente verso le influenze esterne, Scannapieco porta avanti i compiti assegnatigli partecipando a quelle che furono le attività correttive, di amministrazione e cartolarizzazione in aziende partecipate dallo Stato. Tra queste Finmeccanica, Ente tabacchi italiani e la prima vendita di Alitalia, nonché di immobili pubblici.

In diversi anni entra nel consiglio di amministrazione di Spencer Stuart, società privata di consulenza aziendale, specializzata nel reclutamento di figure dirigenziali da collocare in posti di responsabilità e di potere. Entra anche nel comitato di gestione dell’Agenzia del Demanio. Nel 2002, a soli 35 anni, viene  nominato Direttore Generale al Ministero dell’Economia nel servizio per la Finanza e le Privatizzazioni.

Il merito di Dario Scannapieco: da via XX Settembre alla BEI

Dal 2002 fino al 2007 Dario Scannapieco si occupa oltre che di gestire le privatizzazioni, anche di monitoraggio e sorveglianza delle società statali, nonchè la gestione delle sue partecipazioni. In Via XX Settembre il suo lavoro prosegue occupandosi della trasformazione di organismi di diritto pubblico in società per azioni. Per i suoi incarichi, intrattiene rapporti con la comunità finanziaria in relazione alle società quotate controllate dallo Stato. Saranno proprio queste ultime mansioni a dare nuovo prestigio alla sua figura, questa volta in ambito internazionale. L’Unione Europea lo conosce per il ruolo nella negoziazione con la Commmissione su questioni chiave relative alle società controllate dallo Stato.

Nel 2007 sarà un ministro di alto profilo economico, come Tommaso Padoa Schioppa, ad apprezzarne le competenze maturate negli anni, la discrezione e la diplomazia, indicandolo come vicepresidente italiano della BEI, la Banca europea degli investimenti.

Nell’istituzione finanziaria dell’Unione europea creata al fine di finanziarne i progetti, Scannapieco guidato la realizzazione del Piano Juncker. Il piano economico per il rilancio degli investimenti in Europa, ha un valore di 316 miliardi di euro, che vengono gestiti anche con la guida del vicepresidente italiano, dando centralità in Europa al nostro Paese.

Cosa fa oggi Dario Scannapieco? Il suo ruolo nell’economia italiana

Dario Scannapieco ricopre il suo ruolo fino al 2019, assumendo nel frattempo anche la carica di presidente del Fei. Il Fondo europeo degli investimenti è controllato in veste di azionista di maggioranza dalla stessa Banca, ma dedicato alle piccole e medie imprese.

Dal Lussemburgo Scannapieco è tornato in Italia, dove ha una moglie e due figli. Il Ministero dell’economia e delle finanze lo ha designato amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti con il delicato compito di gestire la mobilitazione del patrimonio di 44 miliardi di euro finalizzati a realizzare una parte fondamentale del PNRR. Cassa Depositi e Prestiti controllata dal Ministero dell’Economia non è una realtà certamente nuova per Scannapieco, che ne conosce potenzialità e punti di forza. Scannapieco amministratore delegato e direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti dal 1 giugno 2021, dovrà ora dare attuazione all’impiego dei fondi europei per il progetto finanziario di rilancio, trasformazione e crescita strutturale del nostro paese.

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