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Comunione dei beni, cosa significa realmente: ecco quanto conviene

Un concetto non noto a tutti nello specifico. Pochi lo utilizzano analizzando le varie realtà. Cosa significa la comunione dei beni.

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Un percorso comune un discorso di convenienza secondo alcuni, ben altro secondo la parte restante della platea. Ciò che è vero è che in pochi realmente hanno compreso cosa voglia dire attuare un regime di comunione dei beni al momento del matrimonio. Non che il concetto sia complicato, anzi. In realtà ciò che manca è proprio la certezza di comprenderne determinati meccanismi e le relative applicazioni nel fare quotidiano, tutto sommato. Comunione o separazione dei beni, il nodo cruciale che tutte le coppie prima o poi devono sciogliere prima di arrivare al fatidico si, ma cosa significa realmente, in fin dei conti.

Secondo ciò che specifica la legge del 2021 che regola di fatto la questione, ciò che rientra nel concetto di comunione dei beni tra moglie e marito riguarda i beni, mobili ed immobili che acquisiti successivamente al matrimonio. L’esempio principe è rappresentato, ad esempio dall’acquisto di una casa, magari acquistata successivamente per investimento o per godere di qualche giorno di vacanza altrove. Stesso discorso per un terreno, o qualsiasi altro bene. Generalmente la scelta riguardante la comunione dei beni o meno è tutta dettata dall’impostazione che si vuole dare all’unione stessa.

Comunione dei beni, cosa significa realmente: ecco cosa rientra nel concetto prestabilito dall’unione

Viene da se immaginare che tutto ciò che moglie e marito possedevano prima del matrimonio non cambierà di proprietà ma resterà esclusivamente in possesso dell’una o dell’altro. Rientrano invece tra i beni interessati al concetto di comunione dei beni quelli che rientrano nel seguente elenco:

  • acquisti effettuati dai insieme dai due coniugi oppure separatamente durante il matrimonio, escludendo quelli relativi ai beni personali
  • utili provenienti dall’attività separata di ognuno dei due coniugi nel momento in cui, allo scioglimento della comunione, risultano non essere stati utilizzati
  • aziende costituite dopo il matrimonio gestite da entrambi i coniugi.  Nel caso specifico, qualora no dei due coniugi fosse già proprietario dell’attività prima del matrimonio, all’altro che da quel momento la gestisce andranno soltanto determinati utili.

LEGGI ANCHE >>> Coniugi separati, chi paga il mutuo? La risposta non è scontata

In ultimo è giusto ricordare che lo stipendio derivante dal lavoro di uno dei coniugi anche in regime di comunione dei beni non è da considerare da entrambi, anche se chiaramente in una famiglia il concetto di cassa è chiaramente, per forza di cose, comune.

Paolo Marsico

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