Conti correnti, stretta del Fisco contro illeciti ed evasione fiscale: attenti a questi movimenti

Il conto corrente di ogni italiano analizzato in ogni punto. Il Fisco fa sul serio e ambisce a stanare gli evasori e chi viola le regole.

Conto corrente
Conto corrente (Adobe)

L’occhio attento del Fisco sui conti correnti degli italiani. Iniziamo col dire che ormai il conto corrente è diventato strumento di fondamentale importanza per la quotidiana attività, se cosi si può dire di qualsiasi cittadino. Il conto corrente può rappresentare in qualche modo la scatola nera di tutte le nostre operazioni di natura economica, chiaramente questo succede se dello stesso conto si fa un utilizzo nella giusta modalità, e cioè far passare di li ogni cosa, entrate ed uscite quotidiane, settimanali, mensili e quindi dell’intero anno.

Fondamentale per l’accredito dello stipendio, il conto corrente può diventare un’arma a doppio taglio nel caso in cui si svolga un’attività da libero professionista, un’attività per la quale è previsto l’ottenimento di cifre di denaro non per forza tracciate, ipotesi più che concreta. Quello che succede in quel caso fa scattare l’allarme da parte del Fisco. Se un commerciante, ad esempio preleva troppo contante per l’acquisto di merci per la sua attività fa scattare una serie di controlli incrociati, se preleva poco, fa pensare che ci siano entrate in nero, in ogni modo, l’atteggiamento possibile può risultare sospetto.

Conti correnti: il Fisco stringe il suo raggio d’azione sulle mancate operazioni bancarie

In ogni caso è giusto considerare quanto in effetti sia opportuna una corretta interpretazione dell’utilizzo del conto corrente stesso per comprendere di conseguenza gli eventuali errori da non commettere. La possibilità da parte del Fisco di avere a disposizione più canali che attraverso controlli incrociati possono riuscire nell’intento di risalire a forme di illecito di gravità variabile, mette chiaramene il contribuente nelle condizioni di “pesare” ogni minima operazione e considerarla in base al potenziale rischio che da questa potrebbe scaturire.

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L’ipotesi di possedere un conto cointestato, ad esempio, può rappresentare un concreto rischio per il contribuente perchè potrebbe nascondere delle insidie nemmeno più di tanto considerate. Versare soldi che per l’altra persona potrebbero essere considerati non certificati, o anche prelevarli, andando ad alterare una dinamica che risponde ad altre logiche, quelle appunto della condivisione. Situazione che però non prevede l’interpretazione ovvia della possibile occupazione di uno solo dei due componenti.

Le varianti, dunque, esistono eccome. I moderni strumenti possono mettere il Fisco nelle condizioni di risalire a qualsiasi tipo di operazione. Ciò che spetta al contribuente è provare a non eludere volontariamente o meno quello che è il percorso tracciato stabilito dallo stesso Stato, il tutto, dopo, sarà molto più semplice.

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