Se il datore di lavoro non ha pagato i contributi previdenziali utili per la pensione, cosa si può fare? Ecco la risposta.
Un Lettore si rivolge agli Esperti di Trading.it perché ha scoperto che per molti anni in cui ha lavorato, il datore di lavoro non ha pagato i contributi previdenziali obbligatori. Chiede come può recuperare questo periodo.
Da precisare che i contributi obbligatori dei lavoratori dipendenti si prescrivono in cinque anni, data in cui doveva avvenire il versamento. Trascorso tale periodo, non è più possibile la regolarizzazione contributiva, questo significa che non si possono più versare. Tuttavia, se il lavoratore denuncia il mancato versamento dei contributi obbligatori non versati dal datore di lavoro, il termine si allunga a dieci anni. Possono presentare denuncia anche i superstiti.
Questo significa che se il lavoratore presenta denuncia all’INPS per il mancato versamento dei contributi, l’ente previdenziale ha tempo dieci anni per regolare l’omissione. Inoltre, grazie alla denuncia il tempo di prescrizione si allunga del doppio e lascia maggiore raggio di azione per effettuare la rivalsa.
Secondo la legge se è terminato il periodo di prescrizione, il datore di lavoro non può versare i contributi al lavoratore, ma può riconoscere la somma non versata attraverso la costituzione di una rendita vitalizia o come risarcimento danni. In pensione con contributi come dipendente e nella Gestione separata INPS: senza perdere niente
La Legge in questo caso ammette che il datore di lavoro costituisca a fare del lavoratore, presso l’INPS una rendita vitalizia reversibile. Il suo valore deve corrispondere alla quota di pensione che sarebbe spettata al lavoratore nel caso in cui i contributi fossero stati regolarmente pagati. Anche gli eredi possono chiedere la costituzione della rendita vitalizia. Nel caso non è possibile costituire la rendita vitalizia il datore di lavoro riconosce l’importo come risarcimento danni.
Per permette all’INPS di costituire la rendita vitalizia, il lavoratore deve dimostrare la prova dell’esistenza del rapporto di lavoro, inoltre, la documentazione che attesti il periodo di lavoro (inizio e fine). Nello specifico il lavoratore deve provare l’esistenza del rapporto di lavoro da un documento scritto, con testimoni o altri mezzi. Bisogna inoltre, provare il periodo lavorativo in tutta la sua durata. La circolare INPS n. 78 del 2019 indica in modo esaustivo i documenti che il lavoratore deve presentare per la costituzione della rendita vitalizia. Inoltre, l’ente previdenziale indica i vari casi e le soluzioni possibili per poter documentare la sussistenza del rapporto.
E possibile consultare qui la circolare INPS n. 78 del 29 maggio 2019
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