La tutela dell’ambiente è in Costituzione, ma ha un costo: ecco quale

La tutela dell’ambiente è entrata nella Costituzione 8 di febbraio con 468 voti a favore. Quali sono le conseguenze economiche che incideranno sull’Italia?

L’ambiente diventa oggi l’orizzonte di senso entro il quale sarà permesso fare impresa orientando limiti e obbiettivi delle attività economiche.

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Questo concetto è in parte sintetizzato nei tre fattori ESG, fondamento di ogni investimento sostenibile e responsabile. ESG è l’acronimo di “Environmental, Social and Governance”, ovvero ambientale, sociale e governo d’impresa. Si riferisce quindi ai tre fattori centrali nella valutazione della sostenibilità di un investimento.

Secondo questa visione oggi scontata anche nella nostra costituzione le imprese dovrebbero si puntare ai profitti, necessari per la loro crescita economica in armonia con l’ecosistema e le ricadute sociali della loro attività. Questi nuovi elementi confinano o indirizzano l’attività economica rivalutando l’importanza della loro validità sociale.

All’articolo 9 della nostra costituzione, è stato affiancato alla tutela del patrimonio storico e artistico italiano, la tutela dell’ambiente e degli animali anche nell’interesse delle future generazioni.

La tutela dell’ambienta è entrata in Costituzione. Gli effetti del cambiamento nelle politiche industriali

Allo stesso modo, è stato modificato anche l’articolo 41, che riguarda le iniziative economiche.

Articolo 41: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno ALLA SALUTE, ALL’AMBIENTE, ALLA SICUREZZA, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali E AMBIENTALI.”

Le prime a essere coinvolte nel cambiamento delle politiche industriali sono quindi quelle società maggiormente responsabili dell’emissioni inquinanti. La tecnologia e le conoscenze attuali offrono tutte le soluzioni necessarie per avviare misure di prevenzione della produzione di emissioni inquinanti, nonché di rifiuti e per la progettazione di materiali semplici da riciclare. L’Italia è oggi prima in Europa per l’economia circolare e potrà continuare a primeggiare quando riuscirà a raggiungere l’obbiettivo di riciclo pari almeno al 50% dei rifiuti urbani e il 70% dei rifiuti da costruzione e demolizione.

Le modifiche costituzionali non sono altro che la formalizzazione di una tendenza che sta già muovendo il mercato e le imprese. Non solo in Italia ma nel resto del mondo le imprese oggi hanno maggiori probabilità di avere successo sul lungo periodo, tanto maggiori sono i vantaggi per tutte le parti coinvolte. Questo include oltre investitori, anche clienti, fornitori e naturalmente l’ambiente, che interessa la salute generale.

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La tutela dell’ambienta è entrata in Costituzione. Si inasprisce la lotta alla corruzione

Nella stessa prospettiva la lotta alla corruzione è sempre più legata alla consapevolezza della violazione di almeno uno dei principi ESG. Le ricadute sociali negative e sulla gestione delle attività economiche sono infatti evidenti. La rilevanza dei fattori ESG non si limita agli impatti reputazionali. Ci sono anche agli effettivi benefici anche per gli investitori in termini di mitigazione dei rischi. La sostenibilità è ormai diventata un fattore determinante per la scelta degli investimenti. Chi non segue questo orientamento potrebbe rimanere indietro o trovarsi definitivamente fuori dai giochi.

Il 2022 è atteso come un anno cruciale per la lotta alla corruzione, che rimane altissima soprattutto nel nostro Paese. Con l’arrivo di circa 200 miliardi per il Recovery Plan e l’avvio degli appalti, si intensifica il rischio di attività corruttive. Questo governo ha cercato di semplificare e rendere più trasparente il processo per ottenere gli appalti pubblici, definendo regole più severe contro la corruzione. L’intenzione è quella di rendere più competitive le aziende avvinandole agli standard europei per esempio nel settore dell’energia, affiancando al cambiamento un sistema fiscale più efficiente.

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Tutela dell’ambienta, nuove norme e conseguenze a livello comunitario

L’attenzione è rivolta in particolare ai settori emergenti. L’ambizione non è solo portare l’Italia fuori dalla crisi economica, ma anche dare agli italiani un paese in grado di mantenere sul lungo periodo una robusta crescita economica. In termini di innovazione è recente il lancio in Borsa del MIB ESG il primo indice che mira a identificare i grandi emittenti italiani dotati delle migliori pratiche ESG, che conta circa 40 società.

Altri paesi come Francia e Germania stanno seguendo l’esempio italiano. Nuove leggi impongono alle aziende specifici obblighi di verifica e segnalazione rispetto ai rischi di illeciti ambientali e di violazioni di diritti umani, riscontrabili nella loro catena di produzione.

E ancora: la Svizzera, la Finlandia e la Norvegia, hanno tutte recentemente fatto dei passi in avanti per introdurre analoghi obblighi di due diligence o reporting riguardanti presunte violazioni di diritti umani. In questo contesto si inserisce il tanto atteso progetto di legge della Commissione Europea che dovrebbe introdurre analoghi obblighi a livello comunitario. L’obbiettivo è garantire l’effettiva adesione delle aziende ai principi ESG.

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