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Come risparmiare per le emergenze, senza rinunciare a nulla

Come aumentare i propri risparmi al fine di creare un fondo per le emergenze, con i giusti accorgimenti e a zero costi, per affrontare senza preoccupazioni future difficoltà economiche.

Mettere da parte un fondo di emergenza è la soluzione più intuitiva per fare fronte alle situazioni impreviste. In futuro potremmo trovarci difronte all’incapacità di produrre reddito sufficiente o far fronte a una spesa imprevista.

È molto comune prendere in considerazione l’eventualità di avere prima o poi bisogno di attingere a delle risorse finanziarie per ammortizzare periodi di spese impreviste. È fondamentale in un ottica di lungo termine ridurre le proprie spese senza però rinunciare al benessere.

Le difficoltà che possono insorgere nel futuro non dovrebbero essere tali da influenzarci negativamente già nel presente. È naturale pensare infatti come tutte la spese per i beni o i servizi eccedenti l’affitto, gli alimenti, il costo dei trasporti o la rata del mutuo, possano essere destinati alla creazione di un fondo per le emergenze, ma se così fosse non sarebbe necessario porsi alla ricerca di una soluzione. La difficoltà nel risparmiare per avere un fondo di emergenza consiste infatti nel riuscire a raggiungere il giusto equilibrio e il giusto compromesso. I nostri risparmi dovrebbero essere gestiti in misura tale da evitare di rinunciare alle cose per le quali continuare ad avere un reddito o condurre uno certo stile di vita smette di avere senso.

La paura di non avere abbastanza soldi

Bisogna evitare di risparmiare per le motivazioni sbagliate, nutrendo con questo comportamento sentimenti di sfiducia e di fragilità finanziaria. L’eventuale incombenza alla quale ci stiamo preparando deve essere sostenuta da una visione, un elemento positivo che nutrendo il nostro entusiasmo accresca quotidianamente l’intento che ci siamo prefissati. La giusta motivazione al risparmio deve essere in grado di sottrarci dal senso di frustrazione che potremmo avere nel rinunciare alle cose a cui ci siamo abituati.

Molte persone nel tentare di trovare una soluzione cercano di aumentare le ore lavorative o incrementare in qualche modo la propria retribuzione, coltivare una piccola parte dei propri alimenti facendo un orto sul balcone o considerare l’idea di vendere alcuni oggetti per mezzo di e-commerce come Ebay.

Non esistono necessariamente delle soluzioni corrette, ma esistono soluzioni che al contrario di impegnarci attivamente su alcune aree del nostro quotidiano, possono essere messe in pratica risparmiando tutto il tempo necessario, riducendo i propri bisogni con alcune semplici regole psicologiche.

Risparmiare eliminando i bisogni illusori

Quando ci prefissiamo un obiettivo è facile cedere alle lusinghe che le nostre sensazioni ci presentano al momento decisivo, confermando proprio quel comportamento che eravamo determinati a cambiare. La nostra mente è abilissima a dimenticare strategicamente gli impegni, soprattutto quando occorre un certo sforzo, preferendo alimentarsi di momenti fugaci di soddisfazione.

Perciò per costruire questo fondo senza aggiungere ulteriori impegni alla nostra giornata, abbiamo bisogno di mantenere una disciplina costante, che consiste semplicemente nel fare attenzione ai momenti in cui decidi di effettuare delle spese superflue. Partendo dalla semplice quanto impegnativa auto osservazione, è possibile riuscire a notare come le motivazioni per la quale una spesa diventa superflua siano legate essenzialmente a dinamiche psicologiche:

  • Reazione indiretta a un senso di frustrazione: tendiamo spesso a compensare le nostre sensazioni emotive rifacendoci con l’acquisto di un oggetto, con il quale cerchiamo di prendere il controllo del nostro ambiente sia domestico che sociale.
  • Immaginare un beneficio futuro che non è in relazione all’oggetto che stiamo acquistando: è un sistema di marketing piuttosto frequente, associare un prodotto a un vantaggio sociale. Si pensi per esempio a un profumo, un paio di scarpe, un orologio o uno smartphone.
  • Influenza sociale: nel caso specifico avviene quando facciamo degli acquisti aderendo, anche inconsapevolmente, all’immagine e alle aspettative che gli altri si sono fatti di noi.

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Di quanto tempo ho bisogno?

Per capire quanti soldi ho necessità di conservare per poter affrontare un’emergenza o un imprevisto, non potendo sapere in anticipo quale sarà l’evento che lo costituirà, bisogna sommare le nostre spese fisse a quelle eventuali legate agli oggetti o ai servizi che utilizziamo e reputiamo indispensabili per continuare nel breve termine, a produrre reddito e mantenere un grado minimo di benessere.

Con un esempio pratico, se le nostre spese fisse sono gli alimentari, l’affitto, le bollette e la connessione a internet, a queste bisogna sommare quelle che rendono possibile fare fronte a questi pagamenti: per esempio il nostro smartphone se lo utilizziamo per la connessione internet, oppure l’automobile se è l’unico mezzo con il quale possiamo arrivare a lavoro. Una volta fatte queste considerazioni e ottenuta una cifra congrua, bisogna moltiplicarli per la terza variabile costituita dalla nostra occupazione, o meglio dal tempo che eventualmente ci occorrerebbe per trovare un nuovo lavoro, o fare ripartire la nostra attività imprenditoriale.

Se sei un lavoratore dipendente il tempo necessario a trovare una nuova occupazione dipende da quali condizioni sono presenti nel mercato del lavoro e da quali sono le tue competenze, ma a prescindere da queste considerazioni, considera almeno prudenzialmente un tempo che può variare da un minimo di due fino a quattro mesi, più un mese aggiuntivo per poter ricevere il primo stipendio una volta assunti.

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Massimizzare il proprio risparmio

È possibile infine, per massimizzare il risultato del tuo impegno una volta riuscito a conservare la cifra necessaria al tuo fondo di emergenza, accantonare questi soldi in un fondo pensione.

Grazie a questi fondi non solo è possibile ottenere un rendimento passivo sui risparmi che abbiamo deciso di destinare a una futura emergenza, ma anche ottenere benefici fiscali. I contributi versati nel fondo sia quelli aperti che quelli chiusi, sono deducibili per un importo massimo annuo di 5.164,57,euro, abbattendo in questo modo il reddito imponibile e amplificando l’effetto del risparmio.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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