Imposta di successione, attenzione a questo modulo: si rischia una sanzione del 240%

Quando si ricevere un’eredità bisogna presentare un modulo all’Agenzia delle Entrate, chi non lo fa rischia una sanzione fino al 240% dell’imposta di successione dovuta.

Quindi, il primo passo da fare è accettare l’eredità ed entro dodici mesi dal decesso bisogna presentare la dichiarazione di successione.

Imposta di successione: attenzione si rischia una sanzione del 240%
Imposta di successione: attenzione si rischia una sanzione del 240%

Poi, l’Agenzia delle Entrate determina le imposte sui crediti e beni ricevuti. Questo adempimento è necessario per poter disporre dei beni ereditati. Attenzione, perché chi omette di presentare la dichiarazione di successione, il Fisco non perdona, e applica una sanzione che va da un minimo del 120% ad un massimo del 240% sull’imposta liquidata. Invece, se la dichiarazione è presentata con un ritardo non superiore a trenta giorni, la sanzione amministrativa applicata va dal 60 al 120% dell’imposta liquidata.

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Imposta di successione: attenzione alla presentazione di questo modulo si rischia una sanzione del 240%

L’imposta di successione è determinata sull’attivo dell’asse ereditario e passivo ereditario, cioè tutti i beni  e i debiti ereditati dal defunto. In base al grado di parentela sono previste delle franchigie e aliquote diverse.

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In effetti, si applica l’aliquota al 4% sui beni ricevuti se l’erede è il coniuge o un parente in linea retta, ma rispettando la franchigia individuale di un milione di euro. L’aliquota sale al 6% quando l’erede è un parente in linea collaterale (ad esempio un fratello o una sorella), rispettando la franchigia nel limite di 100.000 euro.

Per tutti gli altri parenti e affini si applica l’aliquota al 6% senza franchigia, mentre in tutti gli altri casi si applica l’aliquota all’8% senza limite di franchigia. Per i soggetti portatori di handicap è prevista una franchigia di 1.500.000 euro a prescindere dal grado di parentela.

Aliquote e franchigie da rispettare

L’imposta di successione non è pagata contestualmente alla presentazione della dichiarazione di successione, ma in un momento successivo. Infatti, l’Agenzia delle Entrate dopo avere ricevuto la dichiarazione procede con i controlli e i calcoli, ed entro tre mesi procede all’emissione dell’avviso di liquidazione a carico degli eredi, senza sanzioni e interessi, nel quale indica l’importo dell’imposta da versare.

Il pagamento deve essere effettuato entro sessanta giorni dalla data di notifica dell’avviso di liquidazione. Se l’erede non provvede al pagamento entro tale termine, scattano le sanzioni e interessi di mora. Inoltre se l’erede ha ricevuto in eredità un immobile, prima di presentare la dichiarazione di successione, deve provvedere all’autoliquidazione dell’imposta ipotecaria e l’imposta catastale, rispettivamente del 2% del valore dell’immobile con un minimo di 200 euro e dell’1% del valore dell’immobile con un minimo di 200 euro. Le imposte ipotecarie e catastale, si pagano tramite modello F23.

Prescrizione e rateizzazione

L’imposta di successione è soggetta ad una prescrizione di tre anni, infatti, l’Agenzia delle Entrate ha tre anni di tempo per notificare l’avviso di liquidazione dell’imposta dovuta dalla data della domanda di successione, pena la decadenza. Precisiamo che l’imposta di successione è dovuta anche se il contribuente presenta la dichiarazione di successione, oltre il termine previsto di dodici mesi dalla data di decesso del soggetto che ha disposto il lascito.

È prevista anche la rateizzazione dell’imposta di successione, pagando almeno il 20% dell’importo dovuto entro sessanta giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione. Poi, la parte restante si può versare in otto rate trimestrali calcolando gli interessi dovuti. Inoltre, le rate da pagare possono arrivare fino a 12, se l’importo da versare supera i 20.000 euro. Non è consentita, invece, la rateizzazione per importi da pagare inferiori a 1.000 euro.

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