Pensione di invalidità: l’Inps medita l’incredibile stop all’erogazione

Una decisone davvero incedibile quella che potrebbe arrivare direttamente dall’Inps. Pensione di invalidità nel mirino.

Assegno di 522 euro al mese per invalidità

Le ultime disposizioni Inps in merito alla possibilità di perdere l’assegno di invalidità nel caso in cui il soggetto in questione si affacci ad una esperienza lavorativa hanno fatto molto discutere e continuano ad accendere la discussione politica e non. D’altra parte il discorso inverso vedrebbe un disabile costretto a casa dalla pensione ad accontentarsi di poco meno di 300 euro mensile. Bisogna comunque considerare che non sarebbe possibile superare il tetto di reddito annuale compatibile con questa tipologia di trattamento.

Il lavoro che un disabile con relativa pensione di invalidità non dovrebbe superare di retribuzione 400 euro al mese. In caso contrario si rischierebbe di perdere lo stesso assegno mensile. La dinamica andrebbe a colpire una fetta enorme di invalidi definiti non gradi che in questo modo perderebbero ogni possibilità di integrazione sociale oltre che chiaramente di avere diritto ad una minima retribuzione. Il tutto nasce dalla pubblicazione  di un messaggio firmato Inps in data 14 ottobre 2021.

Pensione di invalidità sottratto: le motivazioni dell’istituto di previdenza

“L’assegno mensile di assistenza di cui all’articolo 13 della legge n. 118/1971, sarà pertanto liquidato, fermi restando tutti i requisiti previsti dalla legge, solo nel caso in cui risulti l’inattività lavorativa del soggetto beneficiario”, questo il testo del messaggi in questione, che chiaramente ha spiazzato tutti i contribuenti coinvolti. Il messaggio, inoltre, in altre sue parti cita due sentenze della cassazione che giustificherebbero in qualche modo la posizione Inps. La pensione non ammette il lavoro insomma.

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Lo stesso istituto per la previdenza sociale, cosi come fanno notare molti osservatori negli anni precedenti sempre attraverso messaggi ufficiali aveva fatto veicolare l’informazione che “l’esiguità del reddito impedisce di ritenere che vi sia attività lavorativa rilevante“. Posizione assolutamente discordante con quella dichiarata ora. Numerose le proteste anche da parte del mondo politico. La sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra ha infatti dichiarato: “La grave invalidità di cui si parla non può comportare il confinamento nella solitudine della inattività; e nemmeno la condanna a una povertà, solo in parte alleviata dall’indennità che si riceve. Per non parlare della rinuncia ad ogni tipo di indipendenza economica“. Questione spigolosa insomma, la protesta è viva e si attendono eventuali nuove decisioni da parte di Inps in merito.

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