La forza del dollaro contribuisce ad affossare le quotazioni dell’oro, ma la domanda può presto ripartire

L’oro sovraperforma la maggior parte delle materie prime ed è in recupero contro il rame. Il contesto macroeconomico è favorevole per nuovo trend rialzista.

Il metallo giallo considerato un bene rifugio per eccellenza sembra anticipare una nuova corsa a titoli sicuri.

prezzi dell'Oro nel 2022
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Il crollo dell’euro e la contestuale forza del dollaro sembrano avere per il momento un impatto minimo sulle prospettive economiche del continente. Il dollaro si è rafforzato rispetto a tutte le valute; il dollaro è stato giudicato sul breve termine l’unica valida alternativa ai beni rifugio come l’oro o il Franco svizzero. La scarsa performance dell’oro delle ultime settimane è coincisa con il raggiungimento di valori record su cui è difficile investire data l’incertezza dei margini di guadagno.

Per l’Ue l’apprezzamento del dollaro comporta un aumento del costo delle importazioni e una crescita dell’inflazione. Dall’altro migliora la competitività dei prodotti esportati dall’eurozona verso gli Stati Uniti. L’Ue è oggi il partner commerciale più importante e le economie dei due paesi rischiano di influenzarsi fortemente a vicenda.

L’effetto della forza del dollaro sull’eurozona può far riemergere l’oro come bene rifugio

Un euro basso rende più appetibili le transazioni fuori Europa sostenendo le esportazioni. Fattore che potrebbe fare quasi da cuscinetto su quello che potrebbe essere l’impatto dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Tuttavia, per le famiglie si traduce in un aumento dei costi legati dall’inflazione traducendosi in un rallentamento dei consumi.

Il più importante rischio che oggi corre l’Ue è la totale interruzione delle forniture di gas russo. Anche per questo il dollaro ha potuto riprendere forza con un deprezzamento che l’ha portato oggi alla parità. La valuta Usa sta condizionando il mercato del forex e anche le commodity quotate in dollari e in particolare le alternative utilizzate come bene rifugio.

Ma è proprio l’oro che potrà beneficiare di una recessione globale che sembra ormai alle porte proprio a causa dei costi energetici e dalle politiche monetarie restrittive di Unione europea e Stati Uniti. Oggi l’oro rimane nettamente sotto i massimi storici di inizio marzo, quando ha superato i 2.040 dollari.

Quotazioni dell’oro oltre i 1800 dollari entro settembre

L’oro si presta bene anche per un investimento a lungo termine. Pochi sanno che negli ultimi 30 anni il prezzo dell’oro è cresciuto tendenzialmente; dal 1990 a oggi è salito di oltre il 360%.

Al momento il prezzo dell’oro non è lontano dal livello di resistenza principale di 1800 dollari l’oncia. Da qui può fare seguito un test della resistenza a cui può fare seguito una rottura a rialzo. Le quotazioni potrebbero risalire in direzione della resistenza arrivando oltre questo livello in area 1850 – 1860 dollari.

I dati macroeconomici di Stati Uniti e Ue che possono contribuire al mutamento o alla conferma del sentiment ribassista a partire almeno da inizio settembre. L’aumento della volatilità sull’oro indica con ogni probabilità una maggior sensibilità del metallo ai dati sull’inflazione che saranno oggetto di discussione proprio in questi giorni al simposio di Jackson Hole.

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