Inflazione: la tempesta perfetta che lentamente erode i risparmi, tutti i numeri e i beni in aumento

Accelera ancora ad agosto l’aumento dei prezzi con il dato sull’inflazione che sale all’8,4% dal precedente 7,9%.

Il record dell’inflazione di agosto è il dato più elevato su base annua degli ultimi 37 anni quando nel dicembre 1985, quando fu pari al +8,8%.

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Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice dei prezzi al consumo variato a rialzo dell’0,8% è stato spinto soprattutto dalla componente energetica. Energia elettrica e gas si riflettono in modo spiccato sulla filiera alimentare e sui beni durevoli.

Nello specifico il carrello della spesa aumenta in particolare per le categorie: alimentari, cura della casa e della persona. Incrementi che superano il 9% e stanno rallentando consumi e limitando i margini di profitto. Senza un’inversione di tendenza, l’aumento di prezzi e utenze porterà nei prossimi due anni a una minore spesa di 34 miliardi, oltre 1.300 euro in meno a famiglia.

Una tempesta perfetta che lentamente erode i risparmi

A incidere sui costi non solo il prezzo dell’energia ma in questi mesi l’impatto del cambiamento climatico che sta mettendo in ginocchio le produzioni agricole a causa della siccità. Una tempesta perfetta che lentamente erode i risparmi e limita sempre di più la capacità di spesa che non dovrebbe incontrare eccezioni neanche per il prossimo anno.

Alle pressioni inflazionistiche si aggiungono infatti gli interventi correttivi della BCE nonché la carenza di alcune importanti materie prime provenienti da Ucraina e Cina. L’elemento più evidente che si unisce al cambiamento climatico è quello politico.

Oltre all’esclusione dal commercio con l’Ue di attori importanti quelli su cui si basa il commercio subiscono riduzioni importanti della produzione. È il caso del Canada, il nostro bacino più importante, per l’approvvigionamento del grano ha dimezzato l’impatto produttivo dovuto a un problema di siccità.

Così ai prezzi dei Beni energetici cresciuti dal +42,9% di luglio al +44,9% di agosto si sommano i Beni alimentaria lavorati (da +9,5% a +10,5%) e dei Beni durevoli (da +3,3% a +3,9%). Su Base mensile oltre che in Italia i prezzi al consumo dovrebbero salire anche in Europa. La stima flash dell’Eurostat vede una crescita in Germania all’8,8%, in Francia al 6,5%, in Spagna al 10,3% e in Grecia all’11,1%.

Oltre a consumatori e famiglie il rischio del proseguimento dell’inflazione è carico delle aziende

Oltre a consumatori e famiglie il rischio è produrre un pesante effetto domino sulle aziende. Sono a rischio chiusura 120 mila imprese del terziario da qui al primo semestre 2023 e 370 mila posti di lavoro.

Secondo Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, dal 2019 al 2023 solo per la moderna distribuzione, il costo dell’energia passa da 1,5 miliardi a quasi sei miliardi, una crescita maggiore del 300%. In termini di proporzione con le vendite, l’energia pesava un punto e mezzo sulle vendite mentre quest’anno arriverà a pesare fino a 5 punti.

La conseguenza è un ulteriore aumento dei prezzi o la chiusura delle attività con minori margini e minore capacità di sopportare a lungo i costi. Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, descrive una situazione altrettanto grave: il 30% del totale dei costi di un punto vendita sono assorbiti dall’energia. La struttura della grande distribuzione Conad caratterizzata da imprese con una bassa patrimonializzazione: sarà una delle prime ad andare in grave difficoltà.

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