Monete rare, la vecchia lira che fa sognare i collezionisti: il valore? Impensabile

Alcune monete possono arrivare a valere cifre che generalmente nemmeno riusciamo ad immaginare. Un esempio su tutti.

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Collezionare monete rappresenta da sempre una sorta di nobile arte, catalogare esemplari rari, considerane aspetti a data di conio. Andare con la mente alle dinamiche vissute dalla stessa moneta, esplorare i vari aspetti, i fatti, i quel periodo storico, andare ad evidenziare quali potrebbero essere i caratteri determinanti della moneta in questione, tali da farle acquisire negli anni un valore assolutamente di elevato prestigio. Passione, hobby, qualunque sia il livello del nostro legame con il collezionare monete, il risultato, in quanto a tipologia di approccio potrebbe quasi essere lo stesso.

In ogni caso è giusto considerare la possibilità che chiaramente tutte le dinamiche elencata siano assolutamente concrete per quel che riguarda la valutazione finale di una moneta. L’epoca in qualche modo rappresentata e vissuta, la data quindi di conio. La rappresentazione che di fatto la moneta stessa contiene, parliamo di immagine, la possibilità, dunque che questa in qualche modo possa essere portatrice di una particolare celebrazione. Lo stato di conservazione della stessa. Elementi che più di tutti vanno alla fine ad incidere su un ipotetico valore maggiorato. Numerosi, nel caso, possono essere gli esempi.

Monete rare, la vecchia lira che fa sognare i collezionisti: gli esemplari italiani di maggior successo

10 lire impero
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Se consideriamo la storia italiana del novecento non possiamo prescindere dalla parentesi riguardante il ventennio fascista. In quella fase, numerose furono le monete coniate in senso celebrativo, in base alle varie situazioni ed agli eventi che man mano andavano a verificarsi. Il caso emblematico è del 1936, quando in seguito alla temporanea conquista dell’Etiopia, il paese, il Regno, insomma, sentì la necessità di celebrare il tutto con una nuova serie di monete. La cosiddetta “serie imperiale” nasce infatti in questo contesto storico. L’impero, viene quindi raccontato, in un certo senso, attraverso il conio delle seguenti monete:

  • 100 lire e 50 lire in oro
  • 20 lire, 10 lire e 5 lire coniate in argento
  • 2 lire, 1 lira, 50 centesimi e 20 centesimi coniati prima in nichelio, successivamente in acmonital
  • 10 centesimi e 5 centesimi realizzati prima in bronzo, poi in bronzital.

Tra queste, un occhio di riguardo va alla versione da 50 centesimi che in alcuni casi, in base ad altrettanti fattori abbastanza caratteristici, può arrivare a valere la bellezza di circa 20mila euro.

Monete, la 2 euro più preziosa: attenzione a non confonderla con le altre

Tra le più prestigiose monete di quel particolare momento storico possiamo poi trovare quelle da 5 lire della serie “Italia feconda”. Coniate in argento 835 dal 1937 al 1941. Da un lato il profilo di re Vittorio Emanuele III, lo stemma sabaudo  e decorazioni varie dall’altro. 1.116.080 di esemplari della moneta in questione furono coniati nei vari anni, escludendo da questi il 1940 per il quale non si hanno dati certi. Gli esemplari datati 1936 e 1937 possono valere oggi in ottime condizioni di conservazione tra i 70 ed i 150 euro.  Le versioni successive, invece, furono coniate in numero decisamente ridotto.  Le valutazioni, pertanto dei singoli esemplari, anno per anno, è la seguente:

  • 1938 XVII venduta a poco più di 6.000 euro
  • 1939 XVIII piazzata a circa 12.000 euro
  • 1940 XIX battuta all’asta per 7.000 euro
  • 1941 XX fu venduta in cambio di circa 10.000 euro.

Monete che insomma hanno caratterizzato la storia recente del nostro paese e che da essa traggono linfa vitale per le future valutazioni. Gli attenti collezionisti ed appassionati del settore sono ben attenti a considerare gli aspetti citati.  Alcune monete, possono valere una vera e propria fortuna, questo lo sanno tutti. Cercarle, trovarle, acquistarle al miglior prezzo possibile è la missione principale per tutti, o quasi.

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