La pensione con 32 anni di contributi è possibile: occhio però all’età minima

Per tutelare la salute di tutti coloro che quotidianamente operano nell’edilizia, la scelta del Governo è stata quello di ridurre il requisito contributivo per l’Ape Sociale a 32 anni, in modo che i lavoratori possano usufruire della pensione senza però dover fare a meno di una buona condizione di salute.

Il mondo della previdenza, oltre ad essere caratterizzato da regole anche molto complesse e articolate e su cui in molti auspicano una riforma strutturale nei tempi brevi, presenta altresì innumerevoli situazioni concrete che meritano un chiarimento.

Pensione 32 anni contributi
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C’è infatti chi può andare in pensione in via agevolata, ovvero versando contributi per un numero di anni inferiore a quello previsto dalla legge Fornero.

Ebbene, tra i vari casi pratici che si possono presentare c’è quello dei lavoratori edili, i quali svolgono un’attività assai gravosa e dunque beneficiano di un’uscita agevolata dal mondo del lavoro, con l’ottenimento della pensione tramite requisiti più ‘morbidi’. Proprio così: questa categoria non deve rispettare i vincoli della legge Fornero ma può andare in pensione con 32 anni di contributi. Il punto che vogliamo affrontare di seguito attiene però al requisito anagrafico: a quale età ciò è possibile? Vediamolo insieme più avanti in questo articolo.

Legge di Bilancio 2022 e proroga Ape Sociale lavoratori edili

In tema di lavori gravosi, la legge di Bilancio 2022 ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 l’Ape sociale allargando il bacino dei beneficiari, con qualche correzione ai requisiti di accesso. Soprattutto spicca il requisito contributivo per i lavoratori edili.

In generale ricordiamo che i lavoratori che svolgono compiti gravosi possono accedere sia all’Ape Sociale fino al 31 dicembre 2022, che alla pensione Quota 41, vale a dire quella rivolta ai lavoratori precoci. In particolare per i lavoratori edili, inclusi nella categoria dei gravosi, c’è un requisito contributivo ridotto da 36 a 32 anni. Il riferimento va dunque agli operai elencati nel CCNL dei lavoratori subordinati delle imprese edili.

Anche l’Inps ha recepito quanto previsto nella legge di Bilancio, indicando che è possibile fare domanda di riconoscimento del beneficio consistente nell’Ape sociale. La domanda sarà presentabile da parte di tutti coloro che matureranno i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2022.

I requisiti dell’Ape sociale lavoratori edili

In ogni caso, le norme parlano chiaro poiché la possibilità di pensionamento è prevista per i lavoratori edili con:

  • 63 anni di età;
  • 32 anni di contributi.

L’agevolazione mira a rendere più brevi i tempi di accesso all’uscita dal mondo del lavoro, in considerazione della particolarità e della faticosità delle mansioni di chi è stato assunto come lavoratore del comparto edile.

D’altronde è ben noto che le problematiche fisiche, i possibili incidenti che si ripercuotono sulle condizioni di salute degli operai e le situazioni simili sono elementi caratterizzanti del settore edile. Essi perciò non potevano non convincere il Governo a ritenere che gli anni di contributi richiesti fossero eccessivi. Tenuto conto del fatto che un operaio edile, per ottenere questo tipo di agevolazione, deve ottenere almeno i 63 anni di età anagrafica, c’è chi ha opportunamente rimarcato che una persona di questa età non può di certo essere operativa come un operaio giovane. Conseguentemente, ha diritto di andare in pensione anche con un numero di annualità contributive inferiori.

Lavoratori edili e pensione con 32 anni di contributi: le 3 scadenze di cui tener conto

Soprattutto, il lavoratore edile interessato deve tener presente che occorre fare domanda all’Inps per il riconoscimento al diritto al pensionamento, sulla scorta delle scadenze costituite da 3 date differenti:

  • entro il 31 marzo di quest’anno per la prima porzione di domande (scaduta);
  • fino al 15 luglio 2022 per la seconda (scaduta);
  • entro il 30 novembre per la terza e ultima finestra prevista per quest’anno.

Non vi sono dubbi: si tratta di date che si ripropongono come negli anni passati e che costituiscono di fatto uno ‘spartiacque’ per chi intende fare domanda di riconoscimento pensione. Inoltre, per le domande di riconoscimento del beneficio fatte oltre il 30 novembre di quest’anno, l’essere effettivamente considerate sarà collegato all’esito della domande fatte entro il 30 novembre e che riceveranno accoglimento soltanto se le coperture disposte per la misure saranno ancora sussistenti.

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