Pensione, potrebbe ritornare l’incubo della Legge Fornero: le soluzioni sono pochissime

Ritorna l’incubo della Legge Fornero per milioni di cittadini che abbandonano il mondo del lavoro per accedere alla pensione. Scopriamo insieme di cosa si tratta e facciamo un po’ di luce in merito alla questione. 

Negli ultimi tempi sentiamo spesso parlare della necessità di una riforma del sistema pensionistico italiano: infatti, sono molti i Governi che hanno spesso parlato di tale necessita senza però apportare alcuna modifica concreta al sistema. Nonostante ciò, anche con la situazione attuale, una attenta analisi e modifica del sistema pensionistico appare agli esperti del settore necessaria.

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Il nuovo Governo, infatti, dovrà  fare i conti con una riforma del sistema pensionistico: le soluzioni a disposizione del nuovo esecutivo sono davvero poche. Infatti, se da un lato è necessario adeguare le pensioni all’aumento del tasso di inflazione, dall’altro è necessario dare una risposta su alcune misure pensionistiche in scadenza come: Quota 102, Opzione Donna o Ape Sociale. Scopriamo insieme di cosa si tratta e facciamo un po’ di luce in merito alla questione.

Pensione, l’incubo della Legge Fornero potrebbe ritornare: ecco le soluzioni

Il nuovo Governo di centrodestra, non ancora insediato, si trova già alle prese con numerosi adempimenti che non sono più a carico del dimissionario Governo Draghi. Infatti, oltre a dare una risposta rapida sui vertiginosi aumenti di luce e gas, il Governo dovrà mettere mano anche alle pensioni. I problemi sul tavolo del nuovo Governo sul tema pensioni sono sostanzialment  due: uno è l’aumento del 7,9% della spesa pensionistica nel 2023 rispetto al 2022, l’altra su cui il Governo dovrà lavorare riguarda la scadenza di alcune misure come Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale. 

Infatti, nonostante i numerosi passi avanti fatti sul tema pensioni dall’inizio degli anni 2000, il sistema previdenziale italiano sta ritornando ad essere pesantissimo per le casse dello Stato: ciò si evince anche dalla nota di aggiornamento del DEF approvata dal Governo dimissionario il 28 settembre: “dal 2019 e fino al 2022, il rapporto tra spesa pensionistica e PIL aumenta, prima repentinamente, raggiungendo un picco pari al 16,9% nel 2020, e poi si riduce nei due anni seguenti, attestandosi al 2022 su un livello pari al 15,7%, mezzo punto percentuale di PIL al di sopra del dato del 2018″. 

La spesa pubblica per le pensioni, infatti, per il 2022 ammonta a 297,4 miliardi di euro, destinata a salire per il 2023 a 320,8 miliardi di euro. Con questa situazione, il margine di manovra del nuovo Governo è davvero limitato, rischiando così un ritorno integrale alla Legge Fornero.

I sindacati lanciano l’allarme: ecco di cosa si tratta

Come abbiamo visto, l’aumento della spesa per le pensioni nel nostro Paese riduce lo spazio di manovra del nuovo esecutivo. Infatti, numerose misure di pensionamento anticipato sono in scadenza al 31 dicembre 2022  come: Quota 102, Ape Sociale e Opzione Donna. Questa particolare situazione ha visto anche l’intervento dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che si dicono preoccupati poiché si provocherà un aumento netto dell’età di pensionamento.

Tuttavia, bisognerà attendere l’insediamento del nuovo Governo per avere maggiori informazioni in merito a queste misure e per cercare delle soluzioni che non permettano nuovamente l’integrale applicazione della Legge Fornero. Nonostante ciò, occorrerà prendere delle decisioni che tengano bene a mente anche la situazione delicata delle finanze pubbliche italiane e dall’impatto che potrebbe avere sulla spesa pubblica, un eventuale aumento della spesa pensionistica.

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