Pensione di reversibilità, chi può averne diritto: non soltanto il coniuge

Chi ha diritto alla pensione di reversibilità, una prestazione che non riguarda soltanto in coniuge: i dettagli al riguardo a seguire

Sono tanti e diversi gli argomenti che possono esser oggetto di attenzione, e tra questi di certo vi è anche la pensione di reversibilità. Di cosa si tratta e chi può averne diritto oltre al coniuge.

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Nel momento in cui sopraggiunge la morte per un soggetto pensionato, agli eredi spetta percepire quello che era il suo trattamento pensionistico, in particolar modo alla moglie. In talune casistiche, ai figli.

Quando si fa menzione della pensione di reversibilità, si fa riferimento a quella prestazione, il cui obiettivo si lega alla tutela, dal punto di vista economico, degli eredi. I quali, subiscono una perdita dal punto di vista affettivo, ma anche economico, per l’appunto. giacché avviene il decesso di colui che aveva la titolarità di un assegno previdenziale. 

Come viene spiegato nel relativo approfondimento da Proiezionidiborsa.it, è chiaro che il passaggio agli eredi non riguarda la pensione nella sua totalità, ciò accade soltanto in alcuni casi. Generalmente, invece, soltanto una parte della stessa va agli eredi. E, oltre a ciò, non spetta a tutti gli eredi.

Infatti gli importi inerenti la pensione di reversibilità riguardano una quota di quanto veniva percepito in vita dalla persona scomparsa, e la base da cui si parte si lega sempre alla pensione a lordo, dello stesso. Successivamente, in virtù della normativa vigente, si procede con i relativi calcoli. In merito alle quote che effettivamente spettano a ciascuno erede che ne ha diritto.

In base ai redditi di ogni soggetto beneficiario, possono anche esservi limiti ed eventualmente riduzioni. Quando si parla di pensione di reversibilità, al cui riguardo si tratta di una prestazione previdenziale, occorre non far confusione con quella ai superstiti. Visto che con tale definizione si fa riferimento tanto alla reversibilità, qualora la persona scomparsa fosse già pensionato. Quanto la pensione indiretta, qualora la persona scomparsa fosse lavoratore iscritto alla previdenza ma non ancora titolare di trattamento pensionistico.

Pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite: quando ne hanno diritto i figli

Quando si affronta un tema importante e di gran rilevanza come nel caso della pensione di reversibilità, sono tanti e diversi i possibili spunti che possono interessare: si pensi ad esempio alla questione cumulabilità con altri redditi e le relative modifiche agli importi spettanti, i dettagli.

Senza dimenticare che cos’è la domanda di pensione di reversibilità precompilata, aspetto che non tutti sanno. Oppure, ancora pensioni di reversibilità ed assegno di vedovanza: come funziona, requisiti e dettagli da conoscere.

Tornando invece al tema in oggetto, come detto approfondito da Proiezionidiborsa.it, anzitutto va detto che di tale trattamento ne hanno diritto i coniugi superstiti, un aspetto che vale anche in merito a coloro che sono separati in modo consensuale o con addebito. A patto che vi sia la titolarità dell’assegno di mantenimento.

Inoltre, ne hanno diritto anche i divorziati, sebbene in tal caso occorre che il superstite avesse la titolarità, alla data della sentenza. Circa il divorzio. Dell’assegno alimentare. Qualora vi fossero più coniugi, ovvero sia qualora vi fosse stato un altro matrimonio in seguito alla separazione. Oppure al divorzio. A ciascun coniuge spetta la reversibilità. Rispetto alla quota che spetta, ciò non viene deciso da INPS, oppure dalle leggi. Bensì dal giudice il quale lo determina a seconda della durata dei matrimoni. E in base alle condizioni dei redditi dei soggetti in questione.

In talune condizioni, tale prestazione spetta anche ai figli. E nel dettaglio il diritto può esser vantato da quelli naturali sino agli adottivi. E ancora, a partire dai legittimi sino agli equiparati. Tuttavia, vi è il vincolo circa il fatto che vanno rispettate specifiche condizioni. Occorre che quest’ultimi siano, alternativamente, minorenni. Oppure studenti minori di ventuno anni non lavoratori. O ancora studenti all’università minori di ventisei anni non lavoratori, oppure inabili. Per tutti conta poi un aspetto, ovvero che alla data della morte i figli fossero a carico della persona scomparsa.

Questi, alcuni dettagli al riguardo. Ad ogni modo è bene ed opportuno che ciascuno si informi e approfondisca temi ed elementi, al fine di saperne di più e affinché si chiariscano eventuali dubbi, anche attraverso dei confronti con soggetti competenti in materia, esperti del settore.

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