Pensioni, 3 possibilità per lasciare il lavoro: da non farsi scappare

Il sistema previdenziale italiano è complesso, ma ci sono 3 possibilità che permettono di lasciare il lavoro da non farsi scappare. Vediamo quali sono e i requisiti per presentare domanda. 

Pensioni e le 3 possibilità per lasciare il lavoro da non farsi scappare
Pensioni e le 3 possibilità per lasciare il lavoro da non farsi scappare

Tra i tanti dubbi sul pensionamento e qual è la misura più conveniente, un Lettore ci chiede spiegazioni sulla sua situazione. Rispondiamo al quesito considerando che può interessare molti lavoratori che si trovano vicino all’uscita dal lavoro per pensionamento. Illustreremo tre possibilità da non sottovalutare.

Pensioni e le 3 possibilità per lasciare il lavoro da non farsi scappare

Il quesito che esamineremo riguarda una lavoratrice nata nel 1959, e nell’anno 1983 ha iniziato a lavorare come dipendente presso un ente pubblico. Chiede quando può accedere alla pensione e con quale misura previdenziale. Inoltre, precisa che nello stesso anno in cui ha iniziato a lavorare ha avuto un figlio.

Prima di procedere alle varie strade possibili per il pensionamento, è opportuno chiarire che è possibile chiedere l’accredito di cinque mesi di astensione obbligatoria per la maternità avvenuta fuori al rapporto di lavoro. Presentando domanda all’INPS si ottenere l’accredito dei contributi figurativi utili ai fini pensionistici. La condizione per fare domanda è che bisogna avere almeno cinque anni di contribuzione versata con regolare rapporto di lavoro al momento della presentazione della domanda. L’accredito spetta alle madri per la maternità verificatosi fuori dal rapporto di lavoro e corrisponde allo stesso periodo di congedo di maternità.

La domanda deve essere presentata dall’interessato direttamente all’INPS, oppure, ci si può rivolgere ad un patronato o CAF abilitato.

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Le 3 possibilità

Con l’accredito dei contributi e continuando i versamenti, è possibile accedere alla pensione anticipata ordinaria nel 2025 con 41 anni e 10 mesi di contributi. Per gli uomini questa misura prevede un requisito di 42 anni e 10 mesi di contributi. Inoltre, non è richiesto il requisito anagrafico ma solo quello contributivo. Bisogna anche rispettare la finestra mobile di tre mesi dal perfezionamento dei requisiti. Ricordiamo infine, che il Decreto legge n. 4/2019 ha bloccato sulla pensione anticipata, l’adeguamento all’aspettativa di vita, fino al 2026.

Ancora fino al 31 dicembre 2021 è possibile la Quota 100 con 62 anni di età e 38 anni di contributi. Ma questa misura per i dipendenti del settore pubblico prevede una lettera di preavviso, inviata all’amministrazione, almeno sei mesi prima. Ricordiamo che la Quota 100 terminerà il suo triennio sperimentale in quest’anno e non sarà più prorogata, queste sono le ultime indiscrezioni sulla nuova riforma pensioni. Riforma pensioni: ultime novità su Quota 102, Quota 41 e nuove proroghe

Infine, è possibile accedere subito alla pensione Opzione Donna che prevede un requisito anagrafico per le lavoratrici dipendenti di 58 anni e per le lavoratrici autonome di 59 anni. Il requisito contributivo è di 35 anni, inoltre, sia il requisito anagrafico che contributivo devono essere maturati entro il 31 dicembre 2020.

Anche questa misura scade il 31 dicembre 2021, però, a differenza di Quota 100, già si prevede una proroga con nuovi requisiti.

Un altro aspetto della pensione Opzione Donna è il calcolo dell’assegno, infatti, in alcuni casi può essere molto penalizzante, circa il 25-30% di decurtazione dell’assegno pensione rispetto all’ultimo stipendio percepito. La decurtazione è maggiore quando la lavoratrice ha avuto una carriera lavorativa discontinua. Consigliamo sempre di effettuare una simulazione prima di accedere a qualsiasi forma pensionistica. È possibile effettuare una simulazione di calcolo attraverso l’applicazione INPS, oppure, rivolgersi ad un patronato.

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