Piazza Affari, lunedì 21 giugno: chiusura positiva, sale Stellantis

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata. 

chiusura borsa
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Gettyimages)

Nonostante una partenza poco brillante, la Borsa di Milano chiude la prima seduta della settimana in rialzo, così come tutte le altre principali piazze europee. Questa mattina Piazza Affari aveva aperto gli scambi con il Ftse Mib che evidenziava una perdita pari a circa l’1,20%, rispetto alla chiusura di venerdì. Buona parte di questo iniziale ribasso è stata determinata dallo stacco dividendi, previsto per oggi, da parte di 14 società quotate, delle quali 7 appartenenti al paniere azionario utilizzato per il calcolo del Ftse Mib: Telecom Italia, Poste Italiane, Exor, Snam, Terna, STM e Pirelli (il pagamento dei dividendi avverrà mercoledì 23). Bisogna ricordare, infatti, che essendo le azioni quote del patrimonio netto di una società, di cui fanno parte anche i dividendi, la distribuzione di un dividendo contabilizzato nel patrimonio sociale ne determina, inevitabilmente, una riduzione. Di conseguenza, il valore delle azioni deve rispecchiare questa diminuzione: ecco perché la giornata in cui viene effettuato lo stacco dei dividendi si assiste a dei ribassi in borsa.

La perdita subita in avvio dall’indice principale di Piazza Affari è stata riassorbita molto rapidamente, nel giro di soli 45 minuti, dopodiché il Ftse Mib ha continuato a salire ed ha accelerato nel pomeriggio sulla spinta degli acquisti osservati a Wall Street nelle prime ore della seduta statunitense. Il sentiment positivo, che emerge dalla seduta borsistica odierna, evidenzia come i mercati azionari abbiano, almeno per il momento, superato i timori legati ad un inasprimento della politica monetaria della Federal Reserve e soprattutto, il recupero, seppur parziale, del forte ribasso osservato nella seduta di venerdì è un segnale di forza da non trascurare. Venerdì, infatti, tutti i più importanti mercati azionari hanno chiuso vicino ai minimi di seduta e questo, in una giornata a forte connotazione ribassista, spesso anticipa una continuazione della discesa anche nella seduta successiva: questo, però, non è accaduto, per cui ci sono ottime possibilità che il ribasso di venerdì rimanga un episodio isolato, legato alle scadenze tecniche e al nervosismo generato dalla Fed.

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La chiusura dei principali mercati azionari europei: il migliore è Francoforte

Ecco le performance evidenziate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari del vecchio continente:

  • DAX (Francoforte): +1,00%
  • FTSE MIB (Milano): +0,71% a quota 25.397, 72
  • FTSE 100 (Londra): +0,64%
  • CAC 40 (Parigi): +0,51%
  • SMI (Zurigo): +0,46%
  • IBEX 35 (Madrid): +0,23%

L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta con una performance di +0,71% a quota 4.112,33 punti indice.

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Titoli migliori del Ftse Mib

Tra i titoli inclusi nel listino principale della Borsa di Milano, i più acquistati di giornata sono stati:

  • Stellantis: +3,38%
  • Prysmian: +2,79%
  • Buzzi Unicem: +1,98%
  • Unicredit: +1,86%
  • Pirelli: +1,59%
  • Banco Bpm: +1,44%
  • Finecobank: +1,43%
  • Atlantia: +1,36%
  • Nexi: +1,31%
  • Leonardo: +1,12%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli azionari più colpiti dalle vendite, invece, sono stati i seguenti:

  • Snam: -3,70%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: -3,13%
  • Poste Italiane: -1,54%
  • STMicroelectronics: -0,87%
  • Hera: -0,60%
  • Italgas: -0,46%
  • Azimut Holding: -0,44%
  • DiaSorin: -0,32%
  • A2a: -0,17%
  • Telecom Italia: -0,11%

Stati Uniti: Wall Street recupera le perdite di venerdì

Seduta all’insegna degli acquisti anche nei mercati azionari statunitensi. Il Dow Jones, reduce dalla peggior performance settimanale da ottobre 2020, ha annullato le perdite subite durante la seduta di venerdì 18, mentre Nasdaq e S&P 500 ne hanno recuperato una parte consistente. Queste le performance evidenziate, su base giornaliera, alle 19:30 ora italiana:

  • Dow Jones: +1,66%
  • S&P 500: +1,22%
  • Nasdaq: +0,71%

L’azionario statunitense sembra, dunque, aver definitivamente superato i timori derivanti dalle risultanze dei “dot plot”, da cui era emerso, mercoledì scorso, che è sempre più probabile il primo rialzo dei tassi nel 2023 e che i rialzi potrebbero anche essere due nel corso dello stesso anno. Bullard, presidente della Fed di Saint Louis, aveva gettato ulteriore benzina sul fuoco, affermando che, a suo parere, sarebbe opportuno aumentare i tassi già a fine 2022 e cominciare a breve a discutere del tapering, ovvero di ridurre l’ammontare degli acquisti di titoli obbligazionari dalle banche. Ancora una volta, i mercati dimostrano quanto sappiano essere imprevedibili e, almeno per il momento e giunti ormai a fine giugno, smentiscono ancora una volta le aspettative di una più profonda correzione ribassista, attesa già dai primi di maggio, in considerazione della stagionalità negativa che caratterizza il bimestre maggio-giugno.

Altre notizie dai principali mercati finanziari: la Cina vieta il “mining” di criptovalute, sprofonda il Bitcoin

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bundovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende a quota 104 punti base (-3 rispetto al valore di chiusura di ieri): il rendimento del Btp risulta pari a +0,82%, mentre il rendimento del Bund è di -0,22%. Rimbalza leggermente il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA), dopo i ribassi osservati nelle precedenti due sedute: risulta pari a +1,48%, in aumento di 3 punti base rispetto all’1,45% registrato venerdì in chiusura.

Profonda discesa del Bitcoin, spinto al ribasso dalla decisione della Cina di vietare il “mining”, ovvero il processo di estrazione di Bitcoin, e di allontanare dal Paese tutti i “minatori”, ovvero coloro che gestiscono le strumentazioni informatiche necessarie per l’estrazione delle criptovalute e che comportano un elevatissimo consumo di energia, incompatibile con gli obiettivi di sostenibilità ambientale perseguiti dal governo cinese. Attualmente il Bitcoin quota 32.230 dollari circa, in ribasso del 9,30% su base giornaliera. La criptovaluta più famosa si avvicina sempre più, dunque, alla parte bassa dell’area di trading range, che racchiude le quotazioni da ormai un mese, ovvero il cruciale livello di supporto dei 30.000 dollari. Se tale livello dovesse essere rotto al ribasso, in chiusura di giornata, diventerebbe molto probabile un movimento di continuazione ribassista.

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Nel mercato valutario, torna salire il cambio Euro/Dollaro USA, dopo i forti ribassi osservati nelle sedute post-Fed. Il cambio più utilizzato dai traders del Forex viene scambiato attualmente ad un tasso di 1,1917, corrispondente ad una variazione su base giornaliera di +0,48%.

Per quanto riguarda le materie prime, si segnala il rialzo del prezzo dell’oro, dopo i forti ribassi dei giorni scorsi, provocati dall’apprezzamento del dollaro: attualmente quota 1.783 dollari l’oncia, con una performance su base giornaliera di +1,06%. In deciso rialzo anche il prezzo del petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 73,49 dollari al barile, con una performance di +2,94% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 74,85 dollari al barile, con una variazione di +1,82% rispetto al valore di chiusura di venerdì.

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