Piazza Affari, martedì 13 luglio: chiusura negativa, male Bper Banca

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata. 

chiusura borsa
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Gettyimages)

Giornata negativa per la Borsa di Milano, in un contesto caratterizzato, in generale, da performance nei pressi della parità da parte delle principali piazze europee, ad eccezione di Madrid e, appunto, di Piazza Affari (penalizzata dall’andamento negativo dei bancari: Ftse Italia Banche -1,60%) che chiudono la seduta odierna in territorio negativo. Crescono ulteriormente le preoccupazioni per la diffusione della variante Delta in Europa: in Francia, la notevole risalita del numero dei nuovi contagiati ha indotto il Presidente Macron ad un nuovo provvedimento, che presto potrebbe essere adottato anche dagli altri Stati del continente, qualora la variante Delta dovesse determinare una nuova ondata della pandemia. I cittadini francesi, infatti, dovranno mostrare il certificato di vaccinazione o di immunità per entrare nei bar, ristoranti, cinema e in altri luoghi aperti al pubblico, oltre che per salire su aerei e treni. Si tratta di una misura adottata anche con lo scopo di spingere, coloro che ancora non lo avessero fatto, a vaccinarsi. A riguardo di ciò, il Ministro della Sanità, Olivier Veran, ha annunciato che la vaccinazione sarà resa obbligatoria per gli operatori sanitari.

Ad alimentare ulteriormente il clima di prudenza diffuso nei mercati europei, hanno contribuito anche i dati sull’inflazione negli Stati Uniti, pubblicati nel pomeriggio con riferimento al mese di giugno, che hanno evidenziato un indice dei prezzi al consumo ancora in rialzo dopo i massimi degli ultimi 13 anni già toccati nel mese di maggio. Queste pressioni inflazionistiche originate negli USA continueranno, molto probabilmente, a spingere ulteriormente i prezzi verso l’alto anche nell’Eurozona, dove i dati sull’inflazione di giugno verranno rilasciati durante la giornata di venerdì, come indicato dettagliatamente nel calendario economico. Gli investitori temono che questo costante aumento dell’inflazione possa indurre le banche centrali ad anticipare il tapering, ovvero il ridimensionamento del programma di acquisto di titoli di Stato dalle banche (cosiddetto quantitative easing). Indubbiamente, la continuità e l’intensità di questo rialzo non potrà essere a lungo ignorata dai banchieri centrali.

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La chiusura dei mercati azionari europei: il peggiore è Madrid

Di seguito, l’andamento evidenziato, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • DAX (Francoforte): -0,01%
  • CAC 40 (Parigi): -0,01%
  • FTSE 100 (Londra): -0,01%
  • SMI (Zurigo): -0,09%
  • FTSE MIB (Milano): -0,50% a quota 25.156, 65 punti indice
  • IBEX 35 (Madrid): -1,38%

L’Euro Stoxx 50, sempre ottimo termometro del clima prevalente nella generalità delle borse europee, chiude la seduta con una performance di +0,03%, a quota 4.094,56 punti indice, ovvero sui livelli della vigilia. Ciò dimostra che le borse europee hanno vissuto una giornata caratterizzata da pochi movimenti e che la negatività di Milano e Madrid rappresenta uno scostamento rispetto all’andamento medio degli altri mercati europei.

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Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli azionari più acquistati di giornata, tra quelli inclusi nel listino principale della Borsa di Milano, sono stati i seguenti:

  • Inwit: +1,45%
  • A2a: +1,28%
  • Moncler: +0,84%
  • Buzzi Unicem: +0,77%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: +0,74%
  • Snam: +0,64%
  • Exor: +0,51%
  • Unipol: +0,50%
  • Italgas: +0,43%
  • Campari: +0,22%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli più venduti, invece, sono stati:

  • Bper Banca: -3,41%
  • Leonardo: -2,69%
  • Finecobank: -2,26%
  • Tenaris: -2,14%
  • Unicredit: -1,70%
  • Recordati: -1,56%
  • Intesa San Paolo: -1,54%
  • Stellantis: -1,44%
  • Atlantia: -1,36%
  • Saipem: -1,24%

Stati Uniti: Wall Street più forte anche dell’inflazione

I mercati azionari statunitensi continuano ad aggiornare i massimi, come nel caso di Dow Jones e Nasdaq, o, male che vada, restano poco al di sotto del massimo storico, come nel caso del Dow Jones, nonostante un’inflazione ai massimi degli ultimi trent’anni (per quanto riguarda l’IPC core) e alcuni esponenti della Federal Reserve che si dichiarano favorevoli alla riduzione delle misure emergenziali adottate dalla banca centrale. Durante un’intervista al “The Wall Street Journal”, Bullard, presidente della Fed di Saint Louis, ha affermato di ritenere opportuno il ritiro degli stimoli monetari, considerando il ritmo di crescita dell’economia e dell’inflazione. Anche Mary Daly, altro esponente di spicco della Fed, ha ribadito che sarebbe appropriato cominciare a ridurre la portata del quantitative easing entro fine anno.

I mercati azionari sembrano, però, sembrano non subire particolarmente l’influenza di queste potenziali correnti avverse e, dopo un rapido movimento al ribasso dei futures, successivo al rilascio dei dati sull’inflazione, hanno recuperato le perdite, come accade sempre negli ultimi mesi dopo tentativi di ribasso. Queste le performance evidenziate, su base giornaliera, dai principali indici azionari di Wall Street, alle 19 ora italiana:

  • Nasdaq 100: +0,76%
  • S&P 500: +0,09%
  • Dow Jones: -0,12%

I dati rilasciati alle 14:30 hanno evidenziato un’accelerazione dell’indice dei prezzi al consumo che, su base annuale, ha raggiunto il +5,4% nel mese di giugno, in rialzo rispetto al +5% di maggio. E’ stato così toccato un un nuovo massimo dall’agosto del 2008. Superate ampiamente le stime degli analisti, pari a +4,9%. Ma non finisce qui, senza considerare beni dal prezzo molto volatile come quelli del settore alimentare ed energetico, l’IPC core è salito del 4,5%, sempre su base annuale: livelli mai toccati dal settembre 1991 e ben al di sopra del 3,8% atteso dagli analisti.

Altre notizie dai principali mercati finanziari: l’inflazione in aumento rafforza il dollaro statunitense

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bundovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende leggermente a quota 105 punti base, in calo di 3 punti rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp scende a quota +0,71%, mentre il rendimento del Bund rimane stabile a -0,34%. Sale leggermente, invece, il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA), attestandosi a +1,38%, in aumento di un solo punto rispetto al valore di chiusura della scorsa seduta.

In leggero calo il prezzo del Bitcoin, che evidenzia una sempre maggiore compressione di volatilità e movimenti laterali, con i prezzi che, ormai da quasi due mesi, oscillano nell’area di trading range delimitata dal livello di supporto dei 30.000 dollari e dal livello di resistenza dei 40.800 dollari. Sono questi due i livelli da monitorare per ottenere segnali operativi nel mercato del Bitcoin: sarà possibile esporsi al rialzo in caso di rottura rialzista della resistenza, o al ribasso in caso di rottura ribassista del supporto. In entrambi i casi, la rottura deve avvenire in chiusura di una candela giornaliera. Attualmente, la criptovaluta più famosa quota 32.890 dollari circa, corrispondenti ad una performance di -0,65% su base giornaliera.

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Nel mercato valutario, risulta in ribasso il cambio Euro/Dollaro USA, che ha intensificato la discesa nel pomeriggio, dopo i dati sull’inflazione, che rendono sempre più probabile un inasprimento della politica monetaria da parte delle Federal Reserve. Attualmente, il cambio più utilizzato dai traders del Forex viene scambiato ad un tasso di 1,1800, corrispondente ad una variazione su base giornaliera di -0,50%.

Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in moderato rialzo il prezzo dell’oro, pari attualmente a 1.810 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +0,22%. Torna a salire il prezzo del petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 75,45 dollari al barile, con una performance di +1,59% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 76,50 dollari al barile, con una variazione di +1,78% rispetto all’ultimo valore di chiusura.

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