Piazza Affari, mercoledì 29 settembre: chiusura positiva, sale Unicredit

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.

chiusura borsa
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Gettyimages)

La Borsa di Milano conclude la sessione odierna in territorio positivo, così come tutte le altre principali piazze europee. Torna la tranquillità, dunque, nel mercato azionario, con gli investitori che hanno ricominciato ad effettuare acquisti, dopo che la scorsa seduta era stata caratterizzata da forti vendite, causate da timori legati a diversi fattori, elencati di seguito, che potrebbero tornare a spaventare i mercati anche in futuro:

  •  la crescita dell’inflazione, che ha indotto sia la Federal Reserve che la BCE ad annunciare un taglio (comunque moderato) ai rispettivi programmi di stimolo monetario. Durante il meeting della scorsa settimana della Fed, inoltre, è emerso che il primo rialzo dei tassi è previsto già nel 2022, piuttosto che nel 2023. Misure di politica monetaria a sostegno dell’economia, come tassi di interesse che restano bassi e acquisto di titoli obbligazionari per iniettare liquidità nel sistema (quantitative easing), generano fiducia negli investitori, al contrario la loro rimozione, o semplice allentamento, è sempre fonte di preoccupazione;
  • la crisi energetica cinese. In Cina, le industrie stanno affrontando una situazione di carenza di materie prime, legata principalmente alla pandemia, che rende incerta la fornitura di beni di consumo in tutto il mondo, da parte del principale Paese esportatore. I limiti, introdotti dal governo centrale, alle emissioni di gas inquinanti stanno rendendo la situazione ancora più complicata per i produttori cinesi;
  • la severa crisi di liquidità in cui versa Evergrande, colosso immobiliare cinese indebitato per circa 260 miliardi di euro, che spaventa i mercati perché si teme che un possibile default del colosso cinese possa mettere in crisi anche il settore immobiliare e il settore finanziario europeo, eventualità comunque ritenuta poco probabile dalla stessa Christine Lagarde, in un discorso tenuto dinanzi al Parlamento Europeo pochi giorni fa. La società, secondo quanto emerso in giornata, ha venduto asset per circa 1,5 miliardi di dollari, allo scopo di rimborsare parte dei propri debiti: questo ha generato ottimismo negli investitori asiatici, che hanno spinto il titolo al rialzo del 12% nella Borsa di Hong K0ng. D’altro canto, però, l’agenzia Fitch Ratings ha ridotto ulteriormente il rating di Evergrande da “CC” a “C”, portandolo così soltanto di un gradino al di sopra del livello default.

La chiusura delle borse europee

Queste le performance registrate dai principali indici azionari europei, in chiusura di seduta:

  • IBEX 35 (Madrid): +1,25%
  • SMI (Zurigo): +1,24%
  • FTSE 100 (Londra): +1,14%
  • CAC 40 (Parigi): +0,84%
  • DAX (Francoforte): +0,77%
  • FTSE MIB (Milano): +0,64% a quota 25.736,85 punti indice

L’Euro Stoxx 50 termina la seduta con una performance di +0,53%, a quota 4.080,22 punti.

Titoli migliori del Ftse Mib

  • Unicredit: +3,73%
  • Leonardo: +2,85%
  • Mediobanca: +2,73%
  • Bper Banca: +2,56%
  • Exor: +1,81%
  • Unipol: +1,65%
  • Atlantia: +1,42%
  • Stellantis: +1,39%
  • Hera: +1,34%
  • Moncler: +1,30%

Titoli peggiori del Ftse Mib

  • Telecom Italia: -2,78%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: -0,92%
  • Azimut Holding: -0,72%
  • Pirelli: -0,70%
  • Enel: -0,64%
  • Nexi: -0,63%
  • Diasorin: -0,52%
  • Finecobank: -0,51%
  • Prysmian: -0,48%
  • Buzzi Unicem: -0,35%

Wall Street: ancora incertezza, preoccupa la situazione del debito pubblico Usa

Situazione meno rosea a Wall Street, rispetto alla sessione europea, in questa prima parte della seduta americana. Gli indici evidenziano, infatti, un andamento contrastante e ciò rappresenta un sintomo di incertezza nel mercato azionario. Dopo un’apertura positiva, infatti, stanno ricominciando a muoversi al ribasso, tagliando i guadagni (seppur modesti) conseguiti nei primi minuti successivi all’apertura.

Queste le performance registrate alle 18:30 ora italiana:

  • Dow Jones: +0,34%
  • Nasdaq 100: +0,10%
  • S&P 500: +0,24%

Oltre ai fattori già elencati in apertura, pesa sul sentiment degli investitori, generando incertezza nell’azionario, la situazione legata al debito pubblico statunitense. Il Congresso, infatti, non ha ancora trovato un accordo che consenta al Paese di estendere il limite, attualmente previsto dalla legge, al debito federale. Molto preoccupata la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, che ha già da tempo lanciato l’allarme: se non vi sarà un accordo in questa direzione, gli Stati Uniti dispongono di risorse per far fronte ai propri impegni soltanto fino al 18 ottobre, data oltre la quale “è incerto se potremo continuare a rispettare tutti gli impegni presi dalla nazione”, scrive la Yellen in una lettera indirizzata alla speaker della Camera, Nancy Pelosi.

Altre notizie dai principali mercati finanziari: Bitcoin poggiato sul supporto dei 41.000 dollari

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende a quota 103 punti base, in ribasso di tre punti rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp scende a +0,81%, mentre il rendimento del Bund si attesta a -0,22%. Stabile il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,53%, invariato rispetto all’ultimo valore di chiusura.

In leggero rialzo il prezzo del Bitcoin, con la volatilità che torna ampiamente al di sotto della media storica dello strumento. La tenuta dell’area di supporto posizionata tra i 40.000 e i 41.000 dollari è fondamentale al fine di scongiurare nuovi affondi ribassisti della criptovaluta più famosa, per la quale, invece, un segnale di forza sarebbe rappresentato dal recupero di area 48.500 dollari. Il Bitcoin quota attualmente 41.530 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +1,30%.

Nel mercato valutario, in netto ribasso il cambio Euro/Dollaro Usa, a causa delle aspettative di rialzo dei tassi di interesse Usa, previsto in abbondante anticipo rispetto ai tassi dell’area euro. Questo fa sì che la valuta statunitense si rafforzi rispetto a quella europea, trascinando al ribasso il tasso di cambio, pari attualmente a 1,1604 dollari, corrispondenti ad una performance di -0,66% rispetto al livello di chiusura dell’ultima seduta. Si tratta dei minimi da novembre 2020.

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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, scende il prezzo dell’oro, penalizzato dall’apprezzamento del dollaro. L’oro quota 1.725 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -0,50% rispetto all’ultimo valore di chiusura. Torna a salire, invece, dopo il moderato ribasso da prese di profitto osservato ieri, il prezzo del petrolio, nonostante il dato sulla variazione delle scorte di petrolio greggio, in giacenza presso le aziende statunitensi, abbia evidenziato un inaspettato aumento, nell’ultima settimana: le scorte sono cresciute, infatti, di 4.578.000 barili, mentre gli analisti stimavano una ulteriore riduzione, dopo quella registrata mercoledì scorso, di 1.652.00 barili. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 75,20 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +0,90% su base giornaliera.

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