Piazza Affari, venerdì 21 gennaio: chiusura in netto ribasso, tonfo di Tenaris

Seduta complicata per le borse europee, che registrano perdite vicine al 2%, in scia al sell-off avvenuto a Wall Street nelle ultime due ore della scorsa seduta. Prese di profitto su Tenaris. Intesa San Paolo resiste alle vendite, grazie ad un report di Morgan Stanley.

chiusura borsa
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Gettyimages)

Chiusura in profondo rosso per le borse europee, negative già dall’apertura in conseguenza del forte ribasso avvenuto ieri sera a Wall Street, nelle ultime due ore della sessione americana. Gli indici Usa, infatti, dopo aver raggiunto guadagni superiori al punto percentuale (come raccontato nell’articolo relativo alla chiusura della seduta precedente), hanno invertito la rotta dopo le ore 20, concludendo gli scambi con ribassi di entità simile ai guadagni conseguiti nella prima parte della seduta.

Si registra una volatilità molto elevata nei mercati azionari, sintomo di nervosismo degli investitori, preoccupati dalla stretta monetaria che la Federal Reserve effettuerà nel corso di quest’anno, in modo più aggressivo rispetto a quanto ci si aspettava fino a poche settimane fa, a causa di un’inflazione la cui persistenza ha sorpreso gran parte degli economisti e degli stessi membri della banca centrale statunitense. Il fatto che un cambiamento della politica monetaria di tale portata si inserisca in un contesto socio-economico ancora caratterizzato dalla pandemia peggiora il sentiment degli investitori, decisamente poco propensi al rischio nel corso di questa settimana.

La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Francoforte

Di seguito, le performance registrate dai principali indici azionari europei, su base giornaliera:

  • DAX (Francoforte): -1,94%
  • FTSE MIB (Milano): -1,84% a quota 27.061,40 punti indice
  • CAC 40 (Parigi): -1,75%
  • SMI (Zurigo): -1,63%
  • IBEX 35 (Madrid): -1,36%
  • FTSE 100 (Londra): -1,20%

L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta in ribasso dell’1,63%, a quota 12.355,54 punti.

Piazza Affari: male Tenaris e Stellantis, regge Intesa San Paolo

Il Ftse Mib chiude la seduta in calo dell’1,93%. L’indice principale della Borsa di Milano, dopo aver raggiunto un picco di ribasso del 2,70% circa, al di sotto della soglia dei 27.000 punti, ha rimbalzato nel corso dell’ultima ora di negoziazione, grazie ai segnali di ripresa provenienti da Wall Street. Su base settimanale, invece, il Ftse Mib perde l’1,84%, peggior performance degli ultimi due mesi.

Non ci sono titoli in rialzo, tra quelli inclusi nel listino principale: nessun settore è stato esente dal sell-off che ha colpito oggi i mercati del vecchio continente. Peggior titolo di giornata è Tenaris, in calo di oltre il 4% su prese di profitto degli investitori esposti al rialzo, che cominciano a chiudere posizioni per incassare i profitti conseguiti durante il rally dell’ultimo mese, innescato dalla salita del petrolio e che ha portato le quotazioni a salire di circa il 20%. Perdite importanti anche per Stellantis e, in generale, per tutto il settore automobilistico.

Resta nei pressi dei livelli della vigilia, resistendo alle pressioni ribassiste, il titolo Intesa San Paolo (chiusura a 2,55 euro per azione), dopo che Morgan Stanley ha alzato il prezzo obiettivo a 3,3 euro, inserendolo tra i titoli più interessanti del panorama europeo, in ottica degli aumenti di redditività attesi grazie alla crescita del comparto assicurativo “Vita”.

Questi i dieci titoli più colpiti dalle vendite, durante la seduta odierna, considerando soltanto quelli ad elevata capitalizzazione:

  • Tenaris: -4,18%
  • Prysmian: -4,10%
  • Stellantis: -3,99%
  • Amplifon: -3,91%
  • Generali Assicurazioni: -3,39%
  • Ferrari: -3,18%
  • Cnh Industrial: -3,15%
  • Unicredit: -3,02%
  • Exor: -2,82%
  • Diasorin: -2,69%

Wall Street: ancora vendite sui titoli tech

Impostazione decisamente ribassista per Wall Street, soprattutto per il Nasdaq 100, anche oggi. Il comparto tecnologico, in questi primi 20 giorni dell’anno, è stato sicuramente quello più penalizzato dal rialzo dei tassi annunciato dalla Federal Reserve. Stretta monetaria che sarà più rapida del previsto: fino a qualche settimana fa ci aspettava non più di due rialzi nel 2022, mentre adesso la base di partenza è di almeno tre rialzi.

L’indice di riferimento del settore tecnologico ha già perso oltre il 12% dal massimo storico toccato lo scorso 2 novembre, mentre l’S&P 500 ha effettuato una correzione dell’8% circa.

Questo l’andamento evidenziato, alle 18:15 ora italiana, dai principali indici azionari di Wall Street:

  • Nasdaq 100: -1,18%
  • S&P 500: -0,75%
  • Dow Jones: -0,30%

Ha pesato sull’andamento del Nasdaq 100, nella precedente seduta, il crollo di Netflix, in calo di oltre il 20%, dopo la pubblicazione della trimestrale, da cui è emerso un peggioramento dell’outlook per la società leader nel settore dei servizi di streaming. Netflix si attende, infatti, un incremento degli abbonati, nel primo trimestre 2022, pari a soltanto 2,5 milioni, ben al di sotto dei 3,98 milioni di nuovi abbonati registrati nel primo trimestre del 2021.

Rendimenti obbligazionari in calo, tonfo del Bitcoin

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a 139 punti base, in aumento di due punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta: il rendimento del Btp è pari a +1,29%, mentre il rendimento del Bund è di -0,10%. In calo, invece, il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari +1,76%, in ribasso di sette punti base, a causa del sentiment di risk-off che ha generato un aumento della domanda di asset “safe-heaven” come i bond.

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In ripresa, dopo i ribassi di inizio seduta, il prezzo del petrolio. Il Wti quota 85,80 dollari al barile, in rialzo dello 0,75% rispetto alla chiusura della precedente seduta, mentre il Brent ha un prezzo di 87,87 dollari al barile, in calo dello 0,58% su base giornaliera.

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