Piazza Affari, venerdì 7 gennaio: chiusura in leggero ribasso, sale STMicroelectronics

Mercati azionari preoccupati dall’inflazione, ancora in rialzo nell’Eurozona, e dalle conseguenti mosse in senso restrittivo delle banche centrali, ormai pronte a rimuovere quegli stimoli che nell’ultimo decennio hanno alimentato la salita delle borse, soprattutto per quanto riguarda Wall Street. Il dato NFP delude le attese.

immagine borsa italiana
Ingresso di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Prevalgono nuovamente i ribassi nelle borse europee, reduci da un calo significativo nella seduta precedente a causa dei verbali pubblicati mercoledì 5, negli Stati Uniti, i quali hanno evidenziato una politica monetaria più restrittiva del previsto da parte della Federal Reserve, ovvero un piano di rimozione degli stimoli monetari più rapido di quanto il mercato si aspettasse. In aggiunta a questo, i dati pubblicati oggi hanno segnalato un ulteriore incremento dell’inflazione nell’area euro. Già nei giorni scorsi i dati relativi ai singoli Paesi del blocco avevano messo in evidenza un ulteriore allungo del livello generale dei prezzi.

Ottima performance, a Piazza Affari, del titolo STMicroelectronics, che ha attirato l’attenzione degli investitori dopo aver comunicato l’ottenimento, nel quarto trimestre, di ricavi pari 3,56 miliardi di dollari, superiori rispetto alle stime diffuse dalla stessa società lo scorso mese di ottobre.

Eurozona: l’inflazione sale ancora, BCE pronta ad alzare i tassi?

A dicembre, l’inflazione dell’Eurozona è salita al 5,0% su base annua, mentre gli analisti prevedevano un dato pari a +4,7%, ovvero un’inflazione in calo rispetto al +4,9% registrato a novembre. In realtà, l’indice dei prezzi al consumo (IPC) è cresciuto nuovamente. E’ rimasta stabile al 2,6%, invece, la componente core dell’IPC, che non considera i prezzi di beni alimentari ed energetici. A contribuire maggiormente all’aumento del dato generale dell’IPC è stato proprio il prezzo dell’energia, salito del 26% rispetto a dicembre 2020.

Alla luce di questi numeri, alcuni esperti ritengono che anche la Banca Centrale Europea possa accelerare le tempistiche dell’inasprimento della politica monetaria, con un primo rialzo dei tassi che potrebbe avvenire già nel 2022, invece che nel 2023, ipotesi ritenuta improbabile fino a poche settimane fa. La maggior aggressività delle banche centrali non piace ai mercati azionari, preoccupati dalla repentina rimozione degli stimoli monetari in un contesto socio-economico ancora incerto a causa della pandemia.

La chiusura delle borse europee

Di seguito, le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • FTSE 100 (Londra): +0,47%
  • SMI (Zurigo): +0,04%
  • FTSE MIB (Milano): -0,13% a quota 27.618,47 punti indice
  • CAC 40 (Parigi): -0,42%
  • IBEX 35 (Madrid): -0,43%
  • DAX (Francoforte): -0,65%

L’Euro Stoxx 50, indice in grado di sintetizzare l’andamento delle borse europee, scende dello 0,44%, a quota 4.305,83 punti indice, evidenziando la prevalenza delle vendite nella seduta odierna.

Titoli migliori del Ftse Mib

Tra i titoli appartenenti al listino principale della Borsa di Milano, i più acquistati di giornata sono stati:

  • STMicroelectronics: +3,12%
  • Banco Bpm: +2,17%
  • Banca Mediolanum: +1,54%
  • Azimut: +1,10%
  • Eni: +0,81%
  • Recordati: +0,74%
  • Intesa San Paolo: +0,70%
  • Saipem: +0,67%
  • Finecobank: +0,55%
  • Telecom Italia: +0,51%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I maggiori ribassi, invece, sono stati registrati dai seguenti titoli azionari:

  • Nexi: -3,49%
  • Moncler: -3,09%
  • Campari: -2,94%
  • Iveco Group: -2,28%
  • Amplifon: -1,92%
  • Ferrari: -1,79%
  • Atlantia: -1,79%
  • Inwit: -1,72%
  • Exor: -1,64%
  • Stellantis: -1,50%

Stati Uniti: dati sul mercato del lavoro con luci ed ombre, incertezza a Wall Street

Debole anche Wall Street, dove si mantiene al di sopra della parità soltanto il Dow Jones, mentre si osservano ancora vendite sui titoli tecnologici, con gli investitori ancora delusi dalla volontà della Fed di alleggerire il proprio bilancio, cominciando a vendere i titoli accumulati negli ultimi anni (per un controvalore complessivo di 8.800 miliardi di dollari), per iniettare liquidità in un sistema economico messo in difficoltà dalla pandemia.

Questo l’andamento evidenziato, alle 18:20 ora italiana, dai principali indici azionari di Wall Street:

  • Nasdaq 100: -0,80%
  • S&P 500: -0,20%
  • Dow Jones: +0,20%

Era previsto, alle 14:30 ora italiana, il rilascio dei dati sull’andamento dell’occupazione statunitense, tradizionale appuntamento del primo venerdì del mese. I Non Farm Payrolls, ovvero le nuove buste paga create nel mese di dicembre, sono risultati inferiori alle attese: nel mese scorso, infatti, l’economia statunitense ha creato 199.000 nuovi posti di lavoro, mentre gli analisti avevano stimato un dato pari a 400.000 nuove buste paga e a novembre la lettura del dato era stata pari a 249.000 unità. Arrivano, però, indicazioni positive dal tasso di disoccupazione, sceso al 3,9% dal precedente 4,2% e sempre più vicino al valore registrato a febbraio 2020, prima dello scoppio della pandemia, pari al 3,5%. In crescita la retribuzione oraria media che, su base mensile, è salita dello 0,6%, rispetto al +0,4% del mese precedente.

Notizie dagli altri mercati: sale il cambio Euro/Dollaro Usa, deboli Bitcoin e petrolio

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, risulta nuovamente in rialzo e si attesta a 140 punti base, in aumento di due punti rispetto alla chiusura della seduta precedente. Il rendimento del Btp sale a +1,32%; in rialzo anche il rendimento del Bund, pari a -0,08%. Accelera il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari +1,78%, in aumento di cinque punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta, su livelli che non venivano toccati da gennaio 2020.

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