Investimenti: è ora di preferire le obbligazioni rispetto alle Azioni? Ecco cosa accade in Germania

Obbligazioni sulle energie rinnovabili garantite dallo Stato. La Germania sta esaminando l’introduzione di garanzie statali per gli investimenti nelle energie rinnovabili; ad affermarlo il ministro dell’Economia Robert Habeck.

La più grande economia europea mira a produrre l’80% dell’elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030.

obbligazioni ESG
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Il trend è sostenuto dallo Stato con il fine di garantirsi l’afflusso di liquidità necessario a conseguire la tabella di marcia che porterà il Paese alla sicurezza energetica e alla maggiore indipendenza. Rimane al momento un solo ostacolo, quello dell’approvvigionamento delle materie prime necessarie alla produzione delle infrastrutture, provenienti dalla Cina e in particolare da Taiwan.

Il sostegno statale potrebbe includere garanzie di acquisto per la produzione di energia rinnovabile. Berlino può anticipare così l’afflusso di capitale prendendo anche in considerazione l’introduzione di uno strumento azionario ibrido per finanziare gli investimenti nel settore.

Dal punto di vista finanziario se l’inflazione Usa ha già raggiunto il proprio picco, questo significa un dollaro più forte in grado di ridurre il differenziale dei tassi d’interesse tra gli Stati Uniti e il resto del mondo. Una liquidità che con minori rendimenti può spostarsi su altri tipi di obbligazioni, come quelle dei paesi emergenti o dell’eurozona. L’elevata inflazione in Europa e la scarsa prevedibilità della politica della Bce suggeriscono di procedere con cautela negli investimenti azionari; le obbligazioni possono emergere come asset favoriti e in particolare quelle con criteri ESG, compromesso perfetto tra rischio e sostenibilità finanziaria a lungo termine.

Gli investimenti ESG sono tra i più remunerativi e stabili sul lungo periodo. Riflettori puntati sulle obbligazioni

A livello europeo, la Germania sta anche discutendo l’introduzione di criteri di sostenibilità, come l’impronta sulla CO2 delle componenti necessarie alle energie rinnovabili. Il motivo è semplice, sostenere la concorrenzialità dei prezzi delle materie prime provenienti dall’oriente con la qualità normata di quelle prodotte in Ue.

Ciò significherebbe che ad esempio per le turbine eoliche o i pannelli solari verrà compresa oltre a quella della loro produzione, anche l’impronta ecologica derivante dalla loro esportazione. La concorrenza aumenta anche per l’iniziativa degli Stati Uniti che finanziano la loro produzione attraverso l’Inflation Reduction Act.

La legge prevede un credito d’imposta del 30% per gli aggiornamenti di impianti vecchi e la costruzione di nuovi, relativi alla produzione di componenti di energia rinnovabile. Concede inoltre un credito d’imposta per ogni componente prodotto in una fabbrica statunitense e poi venduto.

Se sostenere la produzione di energia rinnovabile in Europa è diventato una priorità ancora maggiore si affacciano sul mercato finanziamenti obbligazionari tutti incentrati sull’ecologia. Gli investimenti ESG sono tra i più remunerativi e stabili sul lungo periodo; a emettere nuove obbligazioni green ci sono diverse aziende private e istituti finanziari.

Le obbligazioni verdi di Banca Mediolanum e Banco BPM

Tra questi ci sono: EnBW Energie Baden-Württemberg che ha emesso due green bond, a tasso fisso, destinate ad investitori istituzionali con ordini che hanno superato i 2.5miliardi. Le due obbligazioni hanno un rendimento cedolare del 3.65 e 4,04%.

Per quanto riguarda gli istituti finanziari ci sono Banca Mediolanum e Banco BPM. Il primo ha emesso un’obbligazione verde per 300 milioni che ha avuto ordini per 740 milioni di euro. Il rendimento del titolo che scade a gennaio 2027 al 5,04%.

Banco Bpm ha collocato infine con successo una nuova emissione green senior non preferred, con scadenza cinque anni e due mesi con possibilità di rimborso anticipato a gennaio 2027. L’ammontare dell’obbligazione verde è pari a 500 milioni di euro. Gli ordini hanno raggiunto 1,2 miliardi. Il titolo paga una cedola fissa del 6%.

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