New space economy: ecco perché l’Italia è in prima linea

Con la recente inaugurazione di quello che può essere definito il settore dell’economia extraterrestre, dovuto in primo luogo ai pionieri del turismo spaziale Richard Branson, Jeff Bezos e Elon Musk, anche il nostro Paese per quanto piccolo rispetto all’economia degli Stati Uniti, si dice pronto a partecipare alla new space economy.

Europe e Italia dallo Spazio

Il progresso tecnologico del settore aerospaziale, dato dall’aumento delle agenzie private e dei rispettivi investimenti in ricerca e sviluppo, sono stati tali da avere ricevuto gli appalti come nel caso di SpaceX, che prima erano destinati solamente alla NASA.

L’accelerazione nel settore, dall’elettronica ai nuovi materiali, fino alla robotica, è in grado con la diffusione e il perfezionamento dei lanci, di abbattere in maniera progressiva il costo delle tecnologie e della filiera produttiva. In quest’ottica l’Italia si inserisce in prima linea, dalla costruzione al lancio, fino al controllo dei satelliti che assumono sempre più un valore economico fondamentale. La nuova economia spaziale è in grado di incrementare notevolmente la domanda per il lancio di nuovi satelliti, soprattutto quelli per il settore delle telecomunicazioni, della sorveglianza e della difesa militare, in orbita nei primi 1500 km dalla terra. Nel giro dei prossimi tre anni, data la tendenza in atto i satelliti presenti arriveranno a triplicare.

Non solo gli Stati del mondo sono sempre più interessati, anche per questioni strategiche e geopolitiche a occupare il loro posto sul piano suborbitale, ma la corsa allo Spazio è sempre più vicina anche agli interessi dei privati, come Elon Musk, che sembra attualmente poter lanciare in orbita per mezzo della SpaceX, già una sessantina di satelliti per ogni missione.

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Le nazioni si contendono lo spazio suborbitale per il lancio dei satelliti

Finché non vi sarà un’adeguata legiferazione in campo internazionale c’è in gioco il delicato equilibrio tra le nazioni, in particolar modo le tre più grandi concorrenti nel settore, Cina, USA e Unione Europea, che intendono farsi largo in questa terra di nessuno per occupare letteralmente lo spazio disponibile a vantaggio della raccolta dei dati e delle infrastrutture nazionali. Il rischio oltre che politico è anche economico, c’è la possibilità concreta di creare dei monopoli stabiliti in base all’occupazione dello spazio fisico, che sarà solo una questione di tempo, in assenza di servizi in grado di ripulire l’orbita terrestre da quella che è considerata oggi spazzatura spaziale, fatta di frammenti e satelliti non più funzionanti.

I servizi richiesti dalle società terrestri sono tra le più disparate, dal settore marittimo all’agricoltura, fino al campo automobilistico e assicurativo. Tuttavia il settore che sembra poter generare il maggiore indotto economico nel futuro dell’economia spaziale è quello del settore minerario. La Cina in particolar modo sembra interessata a sfruttare il suo sviluppo tecnologico e la sempre più efficienza dei viaggi spaziali per poter creare una rotta stabile verso la luna al fine di sfruttarne le risorse minerarie. Pechino nella sua avanzata avveniristica sembra pronta a sfruttare il settore satellitare mettendo in campo trasmissioni 6G.

Le aziende italiane maggiormente coinvolte nel settore spaziale

Due aziende particolarmente importanti e coinvolte nel comparto spaziale e aerospaziale sono Thales Alenia Space Italia e OHB Italia.

Thales opera nei mercati della sicurezza, dei trasporti, della difesa, e del comparto aerospaziale. Thales Alenia Space Italia si fonda su un’esperienza quarantennale nella realizzazione di sistemi ed equipaggiamenti per telecomunicazioni spaziali, navigazione satellitare, osservazioni e rilevamenti scientifici, esplorazione e trasporto. Essa è infatti frutto di una fusione tra Thales rappresentativa del 67% e Leonardo 33% che si occupa del comparto di difesa e opera in Italia attraverso Thales Alenia Space Italia. L’azienda presente in Italia dal 1988 Offre soluzioni tecnologiche che si rivolgono al mercato della gestione del trasporto aereo e ferroviario, nonché nel settore della difesa, con competenze nelle comunicazioni militari, e nella difesa dello spazio aereo, al settore dello Spazio, con competenze nei sistemi di telecomunicazione, esplorazione, navigazione, nonchè osservazione della Terra.

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La società impiega in Italia attualmente 2800 dipendenti, le suo forte vocazione all’innovazione viene portata avanti con prestigiose collaborazioni con università e centri di ricerca italiani, nonché con le maggiori industrie spaziali che prendono in appalto i lavori per le agenzie spaziali NASA, ESA e l’Agenzia Spaziale Italiana. OHB Italia è invece parte del gruppo tedesco Orbitale Hochtechnologie Bremen, ad è attualmente una delle realtà di riferimento dell’industria italiana impegnata nel settore spaziale. Il gruppo collabora nel settore con circa 200 medie e piccole imprese con un giro d’affari medio che negli ultimi tre anni è stato di circa 2 miliardi di euro. La controllata italiana è stata protagonista di diverse missioni per l’Esa e per l’Agenzia Spaziale Italiana collaborando anche con il ministero della difesa.

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