Superlega: i motivi economici che spingono i club allo scontro con l’UEFA

Nelle ultime ore il mondo del calcio è in subbuglio per la nascita della Superlega. Dietro ci sono forti motivi economici.

Superlega (AdobeStock)
Superlega (AdobeStock)

Questa mattina ci siamo svegliati tutti con l’incredibile notizia della creazione di una fantomatica Superlega. Una sorta di NBA del calcio dove dovrebbero partecipare i club più potenti del mondo. Per il momento sono 12 le squadre fondatrici che hanno aderito alla cosa: Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham.

È prevista inoltre l’adesione alla Superlega anche da parte di altre tre squadre. L’idea è quella di creare una nuova competizione dove 15 club sono fissi e non possono essere estromessi ed altri 5, invece, vengono aggiunti di anno in anno in base ai risultati conseguiti. Parliamo di una vera e propria rivoluzione che potrebbe distruggere competizioni come la Champions League.

Perché nasce la Superlega?

Alla base di tutto però come sempre ci sono i soldi. La creazione della Superlega, infatti, porterebbe una concentrazione di denaro incredibile su quei 20 club. Tutti gli sponsor sarebbero pronti a sborsare milioni per non parlare dei diritti tv che varrebbero miliardi di euro.

Nella nota si legge che i club fondatori dovrebbero ricevere un contributo di 3,5 miliardi di euro. Una cifra assurda se rapportata a quelle guadagnate oggi dalle varie squadre. Naturalmente tutto questo ha scatenato le ire dell’UEFA pronta ad intentare una causa. Perché le società hanno deciso di fare una cosa del genere? Il motivo è semplice.

Le società negli ultimi anni hanno dovuto rincorrere due obiettivi: risultati sul campo e bilanci in positivo. Non sempre però queste due cose sono coincise. Sono rarissimi i casi di aziende virtuose che sono riuscite ad ottenere risultati importanti nel calcio. L’UEFA aveva istituito il famoso fair play finanziario. Un concetto utopistico che alla fine non si è mai concretizzato. Le squadre, infatti, hanno sempre aggirato le regole immettendo denaro nelle casse da vie esterne così da “dopare” i bilanci.

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Super League (thesuperleague.it)
Super League (thesuperleague.it)

Il flop Cristiano Ronaldo per la Juventus

È nato poi il famoso fenomeno delle plusvalenze, con giocatori strapagati da società amiche che poi tornano indietro dopo un anno. Tutto questo nel nome del bilancio societario che a fine anno deve essere in ordine. Guardando all’italico orticello, le tre squadre che hanno aderito alla Superlega hanno situazioni economiche a dir poco disastrose.

Secondo Calcio e Finanza, la Juventus ha chiuso l’ultimo esercizio con meno 385 milioni di euro, l’Inter con meno 244 milioni e il Milan con meno 103 milioni di euro. Numeri spaventosi che sono destinati a crescere nel prossimo bilancio vista la recessione dovuta alla pandemia. In particolare, da un punto di vista meramente economico, è stata fallimentare per i bianconeri l’operazione Cristiano Ronaldo.

Il portoghese era stato acquistato dalla Juve per vincere la Champions League e pesa sul bilancio in maniera clamorosa. Percepisce infatti uno stipendio netto di 31 milioni di euro l’anno che lordi sfiorano i 60. Inoltre il giocatore è costato ai bianconeri oltre 100 milioni di euro. Tutto questo però come sappiamo non si è tradotto nei risultati sperati sul campo trasformando l’operazione più clamorosa degli ultimi 10 anni di Serie A in un vero e proprio flop finanziario.

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Evitare i rischi, massimizzare i guadagni

Il caso Juve però non è isolato, sono tanti i club che in questi anni si sono indebitati nel rincorrere vittorie che poi non sono arrivate. La Superlega quindi nasce proprio in quest’ottica qui. Eliminare i rischi. Cancellare la possibilità che il Leicester, l’Atalanta o l’Ajax di turno possano con programmazione, impegno e un pizzico di fortuna soffiargli piazzamenti e quindi soldi da immettere nelle proprie casse.

Tutto il mondo del calcio si è rivoltato contro questa decisione e anche la politica non ha avuto parole leggere. Si tratta di una scelta elitaria che potrebbe distruggere l’intero movimento calcio in favore di 20 squadre che come in NBA si spartirebbero poi la torta a fine anno.

Il calcio è fatto di favole, di giocatori che diventano campioni per un giorno. È fatto di società piccole che comprano le maglie per giocare dal negozio sotto casa e poi d’improvviso si ritrovano in lotta per la Champions. La Superlega ucciderà tutto questo e lo farà nel nome dei soldi strappando l’ultimo brandello di magia che era rimasto ancora attaccato a questo sport.

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