Quando la tecnologia è impiegata per ottimizzare i costi e controllare i lavoratori

Computer, software e intelligenza artificiale sono capaci di razionalizzare le risorse umane fino a realizzare la massima efficienza, anche a discapito del benessere degli individui.

fabbrica tecnologica

La tecnologia è oggi capace di annunciare e stabilire a partire dalle sue premesse materiali, una visione futura in grado di raccogliere il consenso e la partecipazione anche in termini economici degli investitori e degli individui volenterosi di realizzarle.

Una delle narrazioni più potenti del nostro secolo è quella dell’evoluzione robotica, in relazione all’aumento delle capacità e delle libertà umane, che potrebbe emancipare l’uomo da gran parte dei lavori o aumentare il suo potenziale cognitivo. Esiste tuttavia una narrazione speculare, che vede l’evoluzione della robotica e dell’intelligenza artificiale come il presupposto per una condizione di regresso nella quale i robot essendo più efficienti lasceranno senza lavoro gli esseri umani.

Robot e Intelligenza Artificiale aumentano l’efficienza, ma anche il controllo sui lavoratori

Esiste un’alternativa a queste due visioni che sembra a oggi quella più probabile almeno dal punto di vista materiale, la risposta appare molto più semplice di quello che viene immaginato. I robot e l’intelligenza artificiale verranno sempre più impiegati dagli esseri umani e dalle aziende con il fine di renderli più produttivi amplificando le funzioni di controllo sull’efficienza dei lavoratori. La narrazione tecnologica, con l’inaugurazione del turismo spaziale per mezzo delle aziende private Virgin Galactic e Blue Origin, si concentra particolarmente sul futuro interplanetario degli esseri umani, la premessa di fondo che viene taciuta è che non esistono attualmente risorse sufficienti per garantire alle nuove generazioni lo stesso stile di vita di quella precedente. L’ottimizzazione delle risorse e lo sviluppo tecnologico stanno creando già oggi una sinergia, in grado di fornire alle aziende gli strumenti per monitorare, gestire e motivare la propria forza lavoro, con esiti spesso preoccupanti. La tecnologia utilizzata fa parte degli sviluppi recenti del lavoro in remoto o smart working e garantisce alle aziende uno stretto controllo sui lavoratori, al fine di massimizzarne le prestazioni anche senza la pressione del contesto lavorativo.

Essi sono costituiti per la maggior parte da software di tracciamento, che hanno avuto dall’inizio della pandemia un notevole incremento delle vendite. Per mezzo di questi software le aziende sono in grado di monitorare ogni momento della giornata lavorativa dell’impiegato davanti al computer e non solo, vengono implementati anche per monitorare gli autisti e i corrieri per le consegne, tracciandone i movimenti e la velocità con il quale raggiungono le destinazioni prefissate. Esistono programmi di monitoraggio che rivelano i minuti passati su siti internet come Facebook o YouTube, altri invece eseguono degli screenshot automatici a intervalli casuali per monitorare l’attività effettivamente svolta dal dipendente, altri ancora registrano i tasti che vengono usati durante lo svolgimento dei compiti assegnati, per esempio in mansioni particolarmente ripetitive.

Durante le riunioni virtuali e le videoconferenze fatte attraverso la condivisione dello schermo, usando ad esempio il software Zoom è possibile attivare una funzionalità che monitora l’attenzione dei partecipanti, ed è in grado di segnalare se questa viene distolta dalla riunione dopo un lasso di tempo di 30 secondi. Questo è in grado di dare un’idea degli sviluppi e del mercato dei software che possono già oggi essere in grado di modificare il mercato del lavoro, selezionando il lavoratore in base a capacità e statistiche monitorate in modo oggettivo.

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Amazon all’avanguardia nell’uso dell’Intelligenza Artificiale

Una delle aziende che ha portato avanti questo genere di politiche al fine di aumentare l’efficienza e il rendimento dei suoi servizi è Amazon. Gli autisti dell’azienda hanno più volte lamentato di dover accettare una liberatoria per essere monitorati da un’intelligenza artificiale, che controlla la velocità e l’accuratezza dei percorsi seguiti, nonché naturalmente le pause che il dipende fa durante le consegne. Soprattutto durante i lockdown sono saltati alla cronaca italiana casi in cui i dipendenti erano obbligati a fare pipì nelle bottiglie, pur di non fermarsi e perdere così minuti preziosi, che sommati potevano far calare l’obbiettivo di produzione giornaliero.

La tendenza a implementare l’intelligenza artificiale già in atto negli anni passati è divenuta più che mai manifesta con la riduzione delle libertà di spostamento, che hanno incrementato notevolmente la quantità di servizi che necessitano di monitorare i propri dipendenti. Con i consumatori e le aziende che continuando a premiare l’efficienza delle nuove soluzioni, dati i vantaggi economici, in assenza di nuove normative sul lavoro, la situazione potrebbe continuare nella direzione in cui dati biometrici del lavoratore saranno la variabile in grado di determinarne l’efficienza e relativi incentivi economici o al contrario il suo licenziamento. Sembrerebbe un’ipotesi estrema se non fosse che già Amazon chiede di firmare ai propri dipendenti un consenso informato rispetto all’eventualità che vengano raccolte e registrate simili informazioni durante lo svolgimento delle mansioni lavorative, soprattutto naturalmente quelle fuori dalla sede aziendale.

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Tra le altre cose i dati sicuramente raccolti riguardano la posizione degli operatori, la velocità di percorrenza dei percorsi durante le consegne, eventuali cambiamenti repentini del percorso, per esempio durante la guida improvvise frenate, sterzate, ravvicinamento eccessivo agli altri veicoli e violazioni delle norme stradali, comprese le distrazioni durante la guida. Grazie a questo sistema sembra che, secondo i dati rilasciati dalla portavoce di Amazon, gli incidenti nell’ultimo semestre del 2020 siano diminuiti del 48%, le violazioni delle norme stradali del 20%, e le distrazioni alla guida del 45%.

In precedenza queste tecnologie si concentravano sugli addetti al magazzino, nei quali veniva monitorato dalle scansioni dei pacchi la velocità con la quale il lavoro veniva eseguito. Ma in questo ambito la tecnologia è andata oltre l’immaginazione, non solo l’azienda ha brevettato braccialetti che tracciano i movimenti delle mani dei lavoratori in tempo reale, ma questi sono in grado di mandare dei feedback tattili quando l’operatore si avvicina a un oggetto errato. Questa forma di interazione è stata accresciuta ultimamente creando un percorso di stimoli, incentivando il lavoratore a raggiungere obbiettivi sempre maggiori in cambio di premi e bonus, alla stregua dei livelli di un videogioco.

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