Venezuela: estremo tentativo di salvare la nazione

A partire dal gennaio 2021, dopo le elezioni vinte dal Partito Socialista Unito in Venezuela, il presidente Maduro ha definitivamente preso il controllo dello Stato Sud Americano.

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Nicolàs Maduro è divenuto negli anni sempre più autoritario, con le opposizioni che hanno visto progressivamente ridurre il proprio spazio nella vita politica e istituzionale.

Il regime venezuelano al potere da ormai 16 anni, potrà dare per scontata l’attuale prosecuzione del regime, ma non potrà convivere facilmente con le attuali condizioni economiche, frutto della miopia di un socialismo idealizzato che non ha saputo diversificare la sua economia trovandosi in una crisi che dura ormai da quasi cinque anni.

L’unico Bolivar che può essere utilizzato con l’inflazione è quello digitale

È notizia recente che il Venezuela rimuoverà sei zeri dal Bolivar come tentativo estremo di salvare la valuta nazionale dall’iperinflazione, che ha ormai messo in ginocchio il paese fino a comprometterne i servizi essenziali. Maduro si era dovuto confrontare durante la crisi in cui versava il paese, anche con le sanzioni dell’allora presidente USA Donald Trump, aggravando le condizioni dell’economia nazionale che è arrivata vicino al collasso.

Un diffusa corruzione, la mancanza di beni primari e medicine, continui blackout, fino alla perdita del controllo da parte del governo di alcune parti di Caracas gestite dalla criminalità organizzata, sono stati gli elementi sullo sfondo di un’inflazione che è salita del 2.575% solo nell’ultimo anno. La banca centrale ha affermato che stamperà nuove banconote che entreranno in circolazione a partire dal 1 ottobre di quest’anno, incoraggiando al contempo i venezuelani a utilizzare la versione digitale del Bolivar già presente nel Paese.

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Per avere un’idea delle condizioni sociali del Venezuela, negli ultimi anni, e in particolare negli ultimi mesi, una grande area di Caracas dove abitano circa 300mila persone, è finita sotto il completo controllo di una delle gang criminali più grandi della capitale, che è riuscita a sostituirsi allo stato. La gang ha iniziato a offrire cibo e medicinali ai più bisognosi, a sostenere le spese per i funerali, a fornire il necessario per la vita quotidiana degli abitanti. I gruppi armati rivaleggiano con la polizia ingaggiando vere e proprie azioni militari, per continuare a detenere un potere totale che assoggetta i cittadini in cambio della fornitura dei servizi e di lavoro.

Ecco come Maduro cerca di fermare l’inflazione in Venezuela

Per fermare l’iperinflazione Maduro ha già permesso l’utilizzo parallelo del Dollaro USA per le transazioni quotidiane nel Paese. Eliminare diverse cifre decimali dal prezzo attuale del Bolivar, non risolverà certamente le cause della svalutazione della moneta, determinate da una sfiducia in relazione alla sostenibilità dell’economia, che non compensa con adeguate entrate fiscali il mercato interno. Le ingenti spese pubbliche del governo socialista hanno naturalmente aggravato la situazione, che ha generato un profondo squilibro a partire dal crollo del prezzo del petrolio da cui fino ai dati del 2015, precedenti la crisi generale del Paese, dipendeva il 25% del PIL e rappresentava la quasi totalità del valore delle sue esportazioni.

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Quando Chavez prese il potere, il Venezuela, che nel 1999 aveva le maggiori riserve di petrolio del mondo, per un totale di 298 miliardi di barili, era il quarto paese più ricco dell’America Latina dopo Brasile, Messico e Argentina.

Il governo aveva già tentato simili aggiustamenti nel prezzo del Bolivar per esempio nel 2008, quando ridusse il suo valore nominale di otto cifre decimali. Tuttavia sebbene questa manovra possa aiutare i cittadini e l’economia interna a rendere più agevoli le transazioni, non è in grado di ripristinare la fiducia e il potere d’acquisto legato al valore di scambio della valuta.

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