Via della seta marittima: i porti cinesi in Europa si stanno moltiplicando

La Cina ha l’obbiettivo di realizzare il progetto Maritime Silk Road Initiative, che costituirà la via di comunicazione principale tra Oriente e Occidente.

Per riuscire nell’impresa il Dragone sta comprando diversi porti in Europa; questi saranno i punti di attracco per le merci.

Cina
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La via della seta è anche e soprattutto marittima; la Cina punta a comprare i principali porti europei. Gli scali commerciali sia marittimi che ferroviari rappresentano un investimento a lunghissimo termine in grado di consegnare al Paese un vantaggio strategico importante.

Ad aprire il portafoglio sono soprattutto due società: la Cosco acronimo di China Ocean Shipping Company. La società di Stato da più di 10 anni ha avviato una vera e propria campagna acquisti dei porti di mezzo mondo affiancata dalla China Merchants Group International che gestisce 15 terminal in otto diverse nazioni europee.

È notizia di questi giorni che la Germania è in procinto di vendere il 24,9% del porto di Amburgo a una società statale cinese. La questione è delicata perché si inserisce in un contesto di polarizzazione internazionale e quindi di sicurezza europea. Il porto di Amburgo è il terzo in Europa per gli scambi commerciali e movimenta circa 9 milioni di container l’anno.

Così, mentre al XX Congresso del Partito Popolare Cinese il predecessore dell’attuale presidente viene allontanato a braccia dal congresso, la Germania cede il suo porto con una aspettativa orientata solo sul guadagno di breve termine.

Quanti porti cinesi ci sono in Europa e in Italia?

Il traffico dei container provenienti dalla Cina si snoda dal Pireo della Grecia al porto di Bilbao in Spagna. Ci sono poi la costa atlantica francese fino alle fiandre del Belgio. La Cina compra i porti europei con investimenti iniziati da quello di Aversa nel 2004. In Belgio il Paese ha investito 133,9 milioni di euro in modo da avere la prima base operativa per il suo progetto commerciale.

Si tratta per la maggior parte di rilevazioni azionarie delle società di gestione; in Grecia, ad esempio, nel 2008 approfittando della crisi la Cina ha ottenuto per questo un contratto di 35 anni dal valore di 4,3 miliardi di dollari.

Poi, nel 2016, la Cosco ha rilevato il 51% delle quote di quello stesso porto con un accordo per l’acquisto di un ulteriore 16% entro il 2021 quando l’investimento sarà arrivato a quota 4,6 miliardi complessivi. L’idea di Pechino è sfruttare anche il mediterraneo e naturalmente i porti italiani; si parla per questo di un “Allenanza dei cinque porti”: Venezia, Trieste, Ravenna, il porto sloveno di Capodistria e quello croato di Fiume.

Da noi la Cosco, nel 2016, ha comprato il 40% del porto di Vado Ligure per 53 milioni di euro. La rotta che coinvolge i porti adriatici italiani arriva nel Mediterraneo passando per il Canale di Suez. Prosegue poi verso i paesi dell’Europa centrale attraverso la rete ferroviaria del San Gottardo.

Come si può immaginare la quantità di investimenti cinesi in Europa è gigantesca, ma Pechino non intende fermarsi qui. Fino allo scorso anno le intenzioni erano quelle di mettere all’opera a Gioia Tauro tra le gru più grandi del mondo per il lavoro sui container.

Taranto è una degli obbiettivi più ambiti della Cina

Taranto è una degli obbiettivi più ambiti della Cina che preoccupa i servizi di sicurezza italiani e Nato. In questa fase economica sarà possibile sfruttare per la Cina la sua economia approfittando di un ulteriore nuova crisi, scatenata a partire dal coronavirus e proseguita con il conflitto in Ucraina? Staremo a vedere come muteranno le catene di approvvigionamento legate ai rapporti internazionali.

L’attenzione della Cina è caduta anche su Palermo; Merchants Port, controllata dal Ministero dei Trasporti cinese avrebbe fatto un’offerta per la gestione di parte del porto palermitano del valore di 5 miliardi di euro. Incluso nel progetto vi sarebbe la realizzazione di una grande piattaforma per il trasporto di container.

Proprio durante il 2019 qualcosa di importante si è mosso nel mediterraneo centrale. Oltre Palermo il centro del mediterraneo può essere sfruttato coinvolgendo la Sicilia. La più grande agenzia di viaggi online della Cina aveva annunciato prima della pandemia una partnership con la Regione.

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